Corsi dottorali ISI
I corsi sono aperti, previa iscrizione gratuita presso la segreteria del dottorato ISI ([email protected]), a dottorandi di altre Università e a docenti di scuola secondaria superiore; inoltre, previa approvazione della direzione, a tutti gli interessati.
Al fine di consentire la registrazione dei relativi crediti, i dottorandi regolarmente iscritti al dottorato in Lingua, letteratura e civiltà italiana sono pregati di iscriversi ai corsi tramite l'apposita piattaforma: phdsubscription.lu.usi.ch/
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Programma corsi dottorali a.a. 2024-25
SA 2024
Ciclo di lezioni: Biblioteche degli scrittori (III parte) – 1 ECTS (SA 2024)
I. I libri di Pasolini
Franco Zabagli (Gabinetto scientifico letterario G.P. Vieusseux)
13 dicembre 2024, 15h30-18h30, aula SI-015
II. Tra libri e carte: la biblioteca privata di Vittorio Sereni
Giuliana Di Febo (Université Sorbonne Nouvelle - Paris III) in dialogo con Fabio Pusterla (USI)
7 febbraio 2025, 15h30-18h30, aula SI-015
III. [da definire]
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Programma corsi dottorali a.a. 2023-24
SP 2024
Ciclo di lezioni: Biblioteche degli scrittori (II parte) – 1 ECTS (SP 2024)
- 23 aprile 2024, ore 15.15-18.15, aula 250: Christian Del Vento (Università degli Studi di Pavia) – Uno scrittore e i suoi libri: la biblioteca di Alfieri. Per maggiori informazioni: Descrittivo e bibliografia
- 21 maggio 2024, ore 15.15-18.15, aula 250: Antonella Anedda (USI) e Giacomo Jori (USI) - La biblioteca di Leopardi e la sua poesia: due esempi. Per maggiori informazioni: Descrittivo
- 3 giugno 2024, ore 14.00-17.00, aula 251: Giulia Raboni (Università degli Studi di Parma) e Margherita Centenari (Università degli Studi di Parma) – Leggere, studiare, conciare i libri. Le biblioteche di Manzoni. Per maggiori informazioni: Descrittivo e bibliografia
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Scuola dottorale confederale in Civiltà italiana - Giornate residenziali 2024 - 3 ECTS
18-20 aprile 2024, TorinoProseguendo l’indagine sul momento e sulle modalità della “per-formazione” dell'opera, il secondo incontro del terzo ciclo della Scuola ruoterà intorno ai rapporti culturali tra Italia e Francia nel contesto delle corti torinesi. Le lectiones magistrales saranno tenute da due docenti dell’Università di Torino: Alessandro Pontremoli, il quale dedicherà il suo intervento ai rapporti di potere che regolano la danza nelle corti del XVII secolo, e Paola Cifarelli, la quale parlerà del ruolo di Margherita di Francia nella diffusione della cultura francofona a Torino, soffermandosi in particolare sulla formazione della sua biblioteca. Si svolgerà poi un approfondimento sull’opera di Guarino Guarini, con un intervento di Giuseppe Dardanello (Università di Torino) sull’architettura della Cappella della Sindone e una lezione di Giacomo Jori (USI) dal titolo «Quel profondissimo arcano». Guarino Guarini e la Sindone nella Torino di Maria degli Angeli. Molti saranno gli interventi da parte delle dottorande e dei dottorandi della Scuola, alcuni dei quali si svolgeranno in situ. Sono programmate, inoltre, alcune visite a siti di interesse storico, culturale e artistico, in particolare: la Pinacoteca dell’Accademia Albertina di Belle Arti, la Cappella della Sindone, Villa della Regina, la Reggia della Venaria Reale.
SA 2023
Ciclo di lezioni: Biblioteche degli scrittori (I parte) – 1 ECTS (SA 2023)
Nelle biblioteche d’autore si intrecciano due orizzonti talora opposti della critica, la biografia dell’autore e il testo dell’opera. Nella biblioteca si riflette almeno parzialmente la cultura, la personalità, l’itinerario di vita di uno scrittore e insieme è nella biblioteca che non di rado è dato rinvenire gli elementi contestuali e intertestuali, le ‘fonti’ dell’opera. L’attenzione alle biblioteche degli scrittori si è manifestata ed è andata via via incrementandosi dall’inizio degli anni Duemila, prendendo possesso e coscienza del lascito culturale e materiale degli autori del Novecento, il cui patrimonio bibliografico è più di frequente conservato o descritto. L’interesse per le biblioteche d’autore va integrata in un quadro più ampio con l’attenzione agli archivi, che custodiscono carteggi e varianti d’autore. Dall’interesse e dalla disponibilità di quei documenti si è affermata all’inizio del secolo scorso la filologia d’autore, la «critica degli scartafacci»; l’attenzione rivolta alle biblioteche degli scrittori è ora legata a un orientamento storico e contestuale della filologia e della critica? Quali sono le iniziative editoriali, le prospettive di ricerca, la riflessione di ‘metodo’ su questi e analoghi problemi collegati alle biblioteche d’autore? Il nuovo ciclo di seminari dottorali dell’ISI è articolato intorno a queste domande; il primo ciclo, con seminari da Dante al Tesauro, si propone di radicare la riflessione su casi antichi, per giungere successivamente agli autori contemporanei.
- 23 novembre 2023, ore 14.00-17.00, aula 251: Massimo Danzi (Université de Genève) – Tra museo e biblioteca. Pietro Bembo e la storia della cultura italiana del primo Cinquecento – Per maggiori informazioni: Descrittivo e bibliografia
- 6 febbraio 2024, ore 14.00-17.00, aula D0.02 Campus Est: Sonia Gentili (Sapienza - Università di Roma) – Per la biblioteca di Dante a Firenze: l’antico fondo di Santa Croce – Per maggiori informazioni: Descrittivo e bibliografia
- 16 febbraio 2024, ore 14.00-17.00, aula 354: Marco Maggi (USI) – La biblioteca di Emanuele Tesauro – Per maggiori informazioni: Descrittivo e bibliografia
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Summer School Poesia contemporanea e società civile, 5-7 settembre 2023 – 3 ECTS
La Summer School dottorale intende proporsi come momento di riflessione sul rapporto tra società civile e poesia in epoca contemporanea, con l’obiettivo di mostrare come e se quest’ultima continui a dialogare con le istituzioni associative, economiche, culturali e socio-politiche intercorrenti tra individuo e Stato e tra individuo e individuo.
Gli anni Settanta sono considerati, nella cultura italiana, il culmine novecentesco dell’implicazione tra arte, poesia e ideologia. Con gli anni Ottanta sarebbe cominciato viceversa un periodo di ‘disimpegno’, di ‘riflusso’, di ripiegamento (soprattutto) della poesia sulla sfera privata. Ciò nonostante, questo paradigma mostra numerosi punti di frattura. La Summer School si presenta dunque come luogo ideale per indagarli non come eccezioni che confermano la regola, ma piuttosto come figure e correnti di pensiero che mettono in dubbio la pertinenza della regola.
Al fine di condurre un ragionamento organico, accanto a un approccio di tipo sincronico, che si concentrerà sul periodo compreso tra gli anni Ottanta e i giorni nostri, si proporrà una linea d’indagine diacronica, volta a rilevare costanti e cambiamenti del rapporto tra poesia e società nel corso del secondo Novecento. Le attività si svolgeranno su tre giorni, prevedendo tre panel, che seguiranno tre direttive di ricerca: Poesia e impegno; Poesia e territorio; Poesia, didattica e media. Verrà adottata una prospettiva internazionale e interdisciplinare, favorendo il dialogo tra diversi approcci teorici e critici, che esamineranno l’oggetto della ricerca non come un puro prodotto estetico, ma come un dispositivo ermeneutico in grado di descrivere e in certi casi prevedere mutamenti sociali.
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Programma corsi dottorali a.a. 2022-23
Ciclo di lezioni Nuovi orizzonti critici: sviluppi, impatti, forme di trasmissione – 3 ECTS (SA 2021, SP 2022, SA 2022, SP 2023)
Sviluppo ulteriore di due precedenti cicli di lezioni volte a promuovere le riflessioni sulla relazione tra pratica ermeneutica e filologica (Moderni e classici: come leggerli e interpretarli; Edizione come interpretazione del testo), il nuovo ciclo di lezioni dottorali, concepito su un arco di tre semestri, intende esplorare più a fondo i fondamenti teorici che in diversi momenti hanno agito – e continuano ad agire – sul duplice fronte della filologia e dell’ermeneutica.
Partendo dal contemporaneo, la prima parte del ciclo (SA 2021: Sviluppi recenti), sullo sfondo di un più ampio inquadramento dell’eredità odierna delle linee critiche di maggiore impatto nel Novecento, propone un confronto con alcune delle più attuali tendenze teoriche e critiche, attraverso la voce direttamente implicata di chi le sta praticando. Nella seconda parte ci si soffermerà sull'impatto (anche sulle forme della creazione) delle nuove proposte critiche e teoriche, oggi e nel corso del Novecento (SP 2022: Le svolte nella tradizione); la terza parte, infine, intende indagare il ruolo che ha avuto la traduzione per la ricezione e circolazione di nuovi orizzonti critici (SA 2022, SP 2023: Il ruolo della traduzione).
SA 2022
Ciclo di lezioni Nuovi orizzonti critici (parte III): Il ruolo della traduzione - 1 ECTS
I. “Parole nuove” per una scienza antica. Gli Elemente der literarischen Rhetorik di Heinrich Lausberg nella traduzione di Lea Ritter Santini
Emilio Manzotti (Université de Genève, USI) e Marco Maggi (USI)
25 novembre 2022, 14h00-17h00, aula A23Nel 1969, anno in cui viene pubblicata la traduzione italiana degli Elemente der literarischen Rhetorik di Heinrich Lausberg, in Germania l’opera fa testo ormai da un ventennio. Nucleo generativo del monumentale Handbuch pubblicato nel 1960, con questo manuale l’autore si era proposto di fornire uno strumento di analisi della langue letteraria, edificato sulle fondamenta della retorica classica, ma segnato dalla frattura intervenuta con la modernità letteraria. Di qui (in anticipo sulle proposte analoghe di Barthes, di Perelman e Olbrechts-Tyteca, del Groupe μ, e con più specifica attenzione al testo letterario) l’intento di rifondare l’antica arte della persuasione in una nuova scienza, con la conseguente necessità di reinventarne il vocabolario.
Per la traduttrice, Lea Ritter Santini, a lungo collaboratrice di Lausberg a Münster, l’impresa comporta una duplice difficoltà. Da un lato si tratta di rendere in italiano i neologismi lausberghiani, senza potere avvalersi della “forza centripeta” che consente alla lingua tedesca di agglutinare più significati in una parola composta (la specificità delle soluzioni trovate risalterà dal confronto con le traduzioni dell’opera in altre lingue). Dall’altro lato, gli Elementi di retorica appaiono nel contesto, di principio accogliente, di un vivace dibattito sui metodi, ma monopolizzato dallo strutturalismo di matrice francese, con il quale il transfer della retorica lausberghiana, acutamente ricondotta alla genealogia della Toposforschung, deve di necessità misurarsi. Saggi di letture di testi letterari ad opera dell’autore e della traduttrice serviranno a illustrare l’applicazione delle tassonomie degli Elementi.Letture raccomandate (testi disponibili per i partecipanti sulla piattaforma iCorsi):
- Fondo Lea Ritter Santini. Affioramenti, cura e testi di M. Maggi, Fondazione Natalino Sapegno Onlus, 2018.
- E. Manzotti, Microanalisi testuali, in Linguistica e testi letterari. Modelli, strumenti e analisi, a cura di S. Frigerio, Roma, Carocci, 2022, pp. 77-108.
- L. Ritter Santini, Introduzione all’edizione italiana, in H. Lausberg, Elementi di retorica (ed. org. Elemente der literarischen Rhetorik. Eine Einführung für Studierende der Romanischen Philologie, München, Max Hueber Verlag, 1949, trad. di L. Ritter Santini), Bologna, il Mulino, 1969, pp. VII-XXIX.
- Ead., La favola di Eco: Langue e parole, in Retorica e critica letteraria, a cura di L. Ritter Santini e E. Raimondi, Bologna, il Mulino, 1978, pp. 151-178.
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Scuola dottorale confederale in Civiltà italiana - Giornate residenziali 2022 - 3 ECTS
5-8 ottobre 2022, Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut (KHI), FirenzeIncontro inaugurale del terzo ciclo della Scuola dottorale confederale in Civiltà italiana, spazio di riflessione pluridisciplinare sul dialogo tra le arti in seno alla civiltà italiana, originariamente promosso da swissuniversities (2012-2021) e sin da allora coordinato dall’Istituto di studi italiani (ISI) e dall'Istituto di storia e teoria dell'arte e dell'architettura (ISA) dell'USI.
Dopo aver lavorato, nei passati due cicli del programma, dapprima sul processo creativo dell’opera d’arte, poi sul suo successivo divenire nella tradizione, il nuovo triennio si propone di orientare la riflessione verso una zona per così dire intermedia, cercando di interrogare il momento e le modalità della “per-formazione”, l’atto della comunicazione dell’opera artistica.
Cogliendo l’occasione del soggiorno fiorentino, l’incontro di quest’anno porrà al centro la Firenze medicea, provando a interrogare in quest’ottica i rapporti tra potere e sistema artistico (l’arte come come strumento performativo del sistema mediceo?). Oltre a un intervento del direttore del KHI, Gerhard Wolf, il programma prevede due lectiones magistrales: una di Sara Mamone (Università di Firenze), specialista di storia del teatro e dello spettacolo, esperta della civiltà teatrale fiorentina d’antico regime che interverrà su L’arte e il governo. Rapporti e gerarchie nello spettacolo mediceo; l’altra del filologo e storico della letteratura Stefano Carrai (SNS), sui Protagonisti della letteratura laurenziana ritratti dal Ghirlandaio nella cappella Sassetti. Sono programmate inoltre visite ad alcuni siti di interesse storico culturale e artistico, in particolare nella prospettiva delle strategie del collezionismo mediceo nei diversi contesti culturali: tra gli altri, la Biblioteca Laurenziana, Palazzo Pitti, il Museo Galileo, con interventi di docenti e dottorande della Scuola, anche in dialogo con esperte ed esperti delle stesse istituzioni.
Come di consueto, ampio spazio sarà riservato alle relazioni sui progetti di ricerca in corso.Programma delle giornate residenziali
SP 2023
Ciclo di lezioni Nuovi orizzonti critici (parte III): Il ruolo della traduzione - 1 ECTS
I. “Parole nuove” per una scienza antica. Gli Elemente der literarischen Rhetorik di Heinrich Lausberg nella traduzione di Lea Ritter Santini
Emilio Manzotti (Université de Genève, USI) e Marco Maggi (USI)
[tenuto in SA 2022]
II. Leo Spitzer, tra critica stilistica e linguistica: alcune traduzioni recenti
Silvia Albesano, Davide Colussi (Università degli Studi di Milano-Bicocca)
22 marzo 2023, 14h00-17h00, aula SI004Negli ultimi anni una serie di traduzioni hanno reso accessibile al pubblico italiano uno Spitzer nuovo, in precedenza pochissimo recepito nel contesto italiano, in cui sin dagli anni ’50 del Novecento erano stati tradotti i principali saggi stilistici dello studioso austriaco (Vienna 1887 – Forte dei Marmi 1960). A queste iniziative editoriali saranno dedicati i due momenti in cui si articolerà l’incontro.
Tra il 1920 e il 1922 Leo Spitzer dà alle stampe tre saggi incentrati sull’italiano, ben radicati nella temperie politica e culturale dell’epoca e al tempo stesso pionieristici nel configurare nuovi ambiti di ricerca, tra stilistica degli autori e stilistica della lingua: Perifrasi del concetto di fame, Lettere di prigionieri di guerra italiani, Lingua italiana del dialogo. La recente ricostituzione del trittico per il Saggiatore (2007-2019, a c. di C. Caffi, C. Segre e L. Renzi) ha consentito di illuminarne la genesi e la coerenza interna, data non da ultimo dal ruolo chiave assegnato alla censura come motore stilistico: la censura storica, nel caso di Lettere e Perifrasi, e quella discorsiva, che il parlante si impone per riguardo verso l’interlocutore, in Lingua italiana del dialogo.
La seconda parte dell’incontro tornerà invece al momento seminale della Stilkritik spitzeriana. Come nasce la critica stilistica di Leo Spitzer? All’origine sta la tesi di laurea sulla formazione di parole in Rabelais, elaborata sotto la guida del grande linguista storico Meyer-Lübke. Il lavoro di esordio di Spitzer, spesso citato ma pochissimo letto e solo da poco pubblicato in italiano a cura di D. Colussi (Quodlibet, 2021), fornisce preziose indicazioni per una ricostruzione del metodo critico spitzeriano nel suo nascere e del quadro di influenze entro il quale si colloca.Letture raccomandate (testi disponibili per i partecipanti sulla piattaforma iCorsi):
Introduzioni a
- L. Spitzer, Lingua italiana del dialogo, a cura di C. Caffi e C. Segre (ed. org. Italienische Umgangssprache, Bonn-Leipzig, Schroeder, 1922, trad. di L. Tonelli, revisione di S. Albesano), Milano, Il Saggiatore, 2013 [2007].
- Id., Lettere di prigionieri di guerra italiani, a cura di L. Renzi (ed. org. Italienische Kriegsgefangenenbriefe. Materialien zu einer Charakteristik der volkstümlichen italienischen Korrespondenz, Bonn, Hanstein, 1921, trad. di R. Solmi), Milano, Il Saggiatore, 2016.
- Id., Perifrasi del concetto di fame. La lingua segreta dei prigionieri italiani nella Grande guerra, a cura di C. Caffi (ed. org. Die Umschreibungen des Begriffes 'Hunger' im Italienischen, Halle, Niemeyer, 1920, trad. di S. Albesano), Milano, Il Saggiatore, 2019.
- Id., Rabelais. La formazione di parole come strumento stilistico, a cura di D. Colussi (ed. org. Die Wortbildung als stilistisches Mittel exemplifiziert an Rabelais. Nebst einem Anhang über die Wortbildung bei Balzac in seinen 'Contes drolatriques', Halle, Niemeyer, 1910, trad. di L. Assenzi), Milano, Quodlibet, 2021.
III. Tradurre Walter Benjamin sulla traduzione
Maria Teresa Costa (Max-Planck-Institut für Wissenschaftsgeschichte)
1 giugno 2023, 14h00-17h00, aula 254Il seminario si propone di offrire un close reading del saggio di Walter Benjamin Die Aufgabe des Übersetzers (Il compito del tarduttore) a cent’anni dalla sua pubblicazione in lingua tedesca (1923) e a sessant’anni dalla sua prima traduzione in lingua italiana di Renato Solmi, in occasione della pubblicazione di una sua nuova traduzione in edizione critica, a cura di Maria Teresa Costa, in uscita presso l’editore Mimesis. Verrà dunque dato accesso sia alla fucina teorica di Benjamin che a quella di una delle sue interpreti e traduttrici, riflettendo sulla teoria benjaminiana della traduzione e su alcune pratiche di traduzione. Il contributo fondamentale offerto da Walter Benjamin a quel settore interdisciplinare che ha preso il nome di Translation Studies riguarda il rapporto intimo e profondo, da lui definito “naturale” o meglio “rapporto di vita”, tra lingua della traduzione e lingua originale. A partire da tale relazione egli ripensa in un’ottica innovativa i concetti chiave comuni a ogni teoria della traduzione: fedeltà vs libertà, traduzione source-oriented vs traduzione target-oriented, somiglianza e origine comune delle lingue, inteso e modo di intendere (ciò che più comunemente si definisce significato-significante). Il compito del traduttore, uno dei testi più filosofici di Benjamin, è stato scritto come premessa alla traduzione di Les Fleurs du Mal di Baudelaire. Non si tratta però in alcun modo di una premessa al libro di Baudelaire. Esso affronta piuttosto il tema della traduzione in generale, e più in particolare della traduzione poetica e letteraria. Vi è infatti uno iato tra traduzione e discorso sulla traduzione. Benjamin vuole mostrarci che tra pratica e teoria della traduzione, o meglio tra esperienza e pensiero della traduzione, vi è un abisso incolmabile e ce lo rivela parlando di traduzione senza offrire alcun esempio concreto. La traduzione emerge come un processo di metamorfosi che potenzia l’originale, facendolo sopravvivere in nuove forme, rendendoci consapevoli del fatto che nel campo della traduzione il concetto di singolarità assoluta non ha ragione di esistere, né per le opere né per la nostra vita. In tal senso la traduzione offre un punto di osservazione privilegiato per riflettere sul concetto di vita, sovvertendo una delle categorie più stabili della filosofia occidentale, il concetto di soggettività. Attraverso il concetto e la pratica della traduzione diveniamo consapevoli del fatto che ogni testo, così come ogni esistenza sono il risultato di una serie di incontri e devono essere considerati solo dalla dimensione della pluralità.
Letture consigliate:
- Walter Benjamin, Die Aufgabe des Übersetzers, in: Id., Gesammelte Schriften, vol. IV, a cura di Tillman Rexroth, Suhrkamp, Francoforte sul Meno 1972 (oppure in: Walter Benjamin, Charles Baudelaire Tableaux Parisiens, in: Id., Werke und Nachlaß. Kritische Gesamtausgabe, vol. 7, a cura di Antonia Birnbaum e Michel Métayer, Suhrkamp, Berlino 2017, pp. 11-25).
- Walter Benjamin, Il compito del traduttore, in: Id., Angelus Novus. Saggi e frammenti, a cura di Renato Solmi, Einaudi, Torino 1962 (o edizioni successive), pp. 39-52.
- H. Eiland, M. W. Jennings, Walter Benjamin. Una biografia critica, Einaudi, Torino 2015.***
Workshop: Posta in gioco. La ricerca in ambito umanistico e le sue posture - 1.5 ECTS
Sara Sermini (USI)
Posture / Posizionamenti, 14 marzo 2023, 14h30-17h30, aula 250
Pratiche di osservazione culturale, 27 marzo 2023, 14h30-17h30, aula SI006
Narrazioni / Narrative, 5 aprile 2023, 14h30-17h30, aula 250
Costruire alleanze, ripensare le narrative: la scrittura dei progetti di ricerca post-dottorali, 25 aprile 2023, 14h30-17h30, aula SI004
Scrivere un book proposal (con Annick Paternoster), 11 maggio 2023, 14h30-17h30, aula 251Il workshop si rivolge alle/ai dottorande/i dell’Istituto di studi italiani, invitandole/i a interrogare attivamente il proprio ruolo da un lato di studiose/i di narrazioni, dall’altro di produttrici/produttori di narrative in particolare nell’ambito della ricerca accademica (uso volutamente il termine narrative, al plurale, come calco dall’inglese).
A partire da alcuni casi di studio specifici, esaminati attraverso la lettura di testi letterari e critici, la visione di materiali audiovisivi, nonché la sperimentazione di alcune pratiche di osservazione culturale, si solleveranno le questioni teoriche e metodologiche di seguito riassunte.
Si rifletterà anzitutto sulle nozioni di postura e di posizionamento da una doppia prospettiva critica, considerandole nell’orizzonte degli studi narratologici e addentrandosi al tempo stesso nel terreno teorico-filosofico, per comprendere come esse siano determinanti non solo nello studio delle pratiche narrative ma anche nella costruzione del proprio percorso di ricerca.
Il ragionamento su tali concetti sarà infatti funzionale sia alla comprensione delle differenze tra narrazioni/narrative, sia alla presa di coscienza del proprio ruolo nell’individuazione delle categorie critiche – indispensabili, da un punto di vista pratico, nella strutturazione dei progetti di ricerca scientifica –, così come alla riconsiderazione delle possibilità (e delle problematicità) dello storytelling nell’ambito della ricerca accademica e della divulgazione scientifica dei risultati.
Nel corso del laboratorio le/i dottorande/i saranno invitate/i a ragionare sul proprio lavoro di ricerca in un orizzonte teorico-metodologico ma anche pratico. Si entrerà infatti nel vivo dell’organizzazione del percorso di ricerca accademica, esplorando nello specifico la gestione operativa del passaggio dal PhD al Post-doc, le possibilità di creazione di una rete internazionale di alleanze scientifiche, le modalità di costruzione dei progetti di ricerca post-dottorale e di stesura dei book proposal.
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Programma corsi dottorali a.a. 2021-22
Ciclo di lezioni Nuovi orizzonti critici: sviluppi, impatti, forme di trasmissione – 3 ECTS (SA 2021, SP 2022, SA 2022, SP 2023)
Sviluppo ulteriore di due precedenti cicli di lezioni volte a promuovere le riflessioni sulla relazione tra pratica ermeneutica e filologica (Moderni e classici: come leggerli e interpretarli; Edizione come interpretazione del testo), il nuovo ciclo di lezioni dottorali, concepito su un arco di tre semestri, intende esplorare più a fondo i fondamenti teorici che in diversi momenti hanno agito – e continuano ad agire – sul duplice fronte della filologia e dell’ermeneutica.
Partendo dal contemporaneo, la prima parte del ciclo (SA 2021: Sviluppi recenti), sullo sfondo di un più ampio inquadramento dell’eredità odierna delle linee critiche di maggiore impatto nel Novecento, propone un confronto con alcune delle più attuali tendenze teoriche e critiche, attraverso la voce direttamente implicata di chi le sta praticando. Nella seconda parte ci si soffermerà sull'impatto (anche sulle forme della creazione) delle nuove proposte critiche e teoriche, oggi e nel corso del Novecento (SP 2022: Le svolte nella tradizione); la terza parte, infine, intende indagare il ruolo che ha avuto la traduzione per la ricezione e circolazione di nuovi orizzonti critici (SA 2022, SP 2023: Il ruolo della traduzione).SA 2021
Ciclo di lezioni Nuovi orizzonti critici (parte I): Sviluppi recenti - 1 ECTS
I. La critica letteraria italiana dal secondo Novecento a oggi
Emanuele Zinato (Università degli Studi di Padova)
22 novembre 2021, 14h00-17h00, aula SI008Il seminario si propone una verifica della traiettoria delle forme delle scritture critiche italiane dagli anni Sessanta al primo decennio del Duemila attraverso l'incontro con quattro coppie esemplari di critici-scrittori scelte su base generazionale: Contini e Debenedetti, Pasolini e Fortini, Berardinelli e Luperini, Mazzoni e Cortellessa. Verranno analizzati brevi campioni testuali sulla base dei tre seguenti criteri: 1) il genere saggio e le sue ibridazioni, 2) i concetti-chiave e le costanti figurali, 3) la mutazione socioculturale del campo letterario.
Per i partecipanti al seminario si raccomanda la consultazione di Le idee e le forme. La critica letteraria in Italia dal 1900 ai nostri giorni, Roma, Carocci, 2010.
Tra le pubblicazioni più recenti del prof. Zinato si vedano inoltre:
- La letteratura e il mondo. Teorie letterarie del Novecento (con S. Brugnolo, D. Colussi, S. Zatti), Roma, Carocci, 2016.
- L'estremo contemporaneo, Roma, Treccani, 2020.
II. Neoliberalismo e contronature
Federico Luisetti (University of St. Gallen)
16 dicembre 2021, 15h00-18h00, aula 354Come riconoscere lo stato di natura neoliberale? Cosa sono e come agiscono le “contronature” che sfuggono a questo paradigma eco-sociale dominante? Attraverso alcuni esempi tratti dalla geologia, dall’antropologia, dalla letteratura e dalle arti visive, verranno suggeriti temi e concetti che possono contribuire al dibattito nelle scienze umane ambientali.
Per i partecipanti al seminario si raccomanda la consultazione di Federico Luisetti, Continuerà a crescere tranne che in quel punto. Giuseppe Penone contronatura, in Controculture italiane, a cura di S. Contarini e C. Milanesi, Firenze, Franco Cesati, 2019, pp. 163-172.
III. Studi culturali in Italia: un paradigma possibile
Michele Cometa (Università degli Studi di Palermo, Cattedra De Sanctis ETH Zürich 2022)
25 febbraio 2022, 14h30-17h30, aula SI003Tra le sue pubblicazioni sull'argomento si segnalano:
- Dizionario degli studi culturali, a cura di M. Cometa, Roma, Meltemi, 2004;
- M. Cometa, Studi culturali, Napoli, Guida, 2010;
- Id., Come si studia la cultura. Pratiche, tattiche, forme di scrittura, Palermo, Palermo University Press, 2019;
- il sito a sua cura: www.studiculturali.it.Si veda inoltre: Sugli studi culturali in Italia. In dialogo con Michele Cometa, a cura di G. Benvenuti e G. Iacoli, «Studi culturali», IX, 3, 2012.
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Scuola dottorale confederale in Civiltà italiana - Giornate residenziali 2021 - 3 ECTS
7-10 ottobre 2021, Fondazione Centro di studi storico-letterari Natalino Sapegno, Morgex (AO)
SP 2022
Ciclo di lezioni Nuovi orizzonti critici (parte II): Le svolte nella tradizione - 1 ECTS
I. «La filologia e la critica letteraria» (1977). Un dialogo fra Svizzera e Italia
Giacomo Jori (USI)
24 marzo 2022, 14h30-17h30, aula SI008Il seminario illustrerà la collaborazione fra due protagonisti della filologia e dell’ermeneutica letteraria nel secondo Novecento, Vittore Branca e Jean Starobinski, per il volume a quattro mani La filologia e la critica letteraria, 1977. Si proporrà una riflessione storica sull’elaborazione e sui contenuti del volume, contestualizzandolo al dibattito sulle due discipline nell’epoca dei ‘metodi’. Nel dialogo fra i due studiosi emergerà una nozione della critica e della filologia, nella complessità dei loro nessi e statuto, come ‘sapere di crisi’.
Bibliografia
- V. Branca, J. Starobinski, La filologia e la critica letteraria, Milano, Rizzoli, 1977.
- V. Branca, Protagonisti nel Novecento, Torino, Aragno, 2004.
- J. Starobinski, La beauté du monde. La littérature et les arts, a cura di M. Rueff, Paris, Gallimard, 2016.
II. Emergenze teoriche ed exploit testuali di una tradizione de-genere: l’iconotesto
Andrea Cortellessa (Università degli Studi Roma Tre)
27 aprile 2022, 14h15-17h15, aula SI004Si cercherà di verificare, nella storia "carsica" del de-genere iconotesto, come certi momenti di recrudescenza teorica (fine anni Venti, Walter Benjamin sul surrealismo; inizio anni Settanta, Roland Barthes sull'écriture; inizio Novanta, discussione sull'iconotesto vero e proprio e sua "istituzione" terminologica) abbiano coinciso con le sue "emersioni" testuali più ragguardevoli (rispettivamente Breton-Jünger; lo stesso Barthes sul Giappone ed efflorescenza italica con Celati Romano Pasolini ecc.; ovviamente Sebald). È stata la discussione teorica a incoraggiare gli autori, ovvero – come parrebbe più tradizionale pensare – è stato l'affollarsi di esperimenti in precedenza isolati a suscitare il dibattito?
Per i partecipanti al seminario si raccomanda la consultazione di:
- G. Carrara, Storie a vista. Retorica e poetiche del fototesto, Milano-Udine, Mimesis, 2020;
- L. Marfè, «Un altro modo di raccontare». Poetiche e percorsi della fotoletteratura, Firenze, Olschki, 2021;
- Fototestualità, a cura di S. Garau, M. Maggi e V. Tescari, «Versants», 68/2 (2021).
III. Le forme e le strutture: linguistica, antropologia, letteratura
Corrado Bologna (USI, Scuola Normale Superiore), Vincenzo Matera (Università degli Studi di Milano Statale, USI), Fabio Pusterla (USI)
12 maggio 2022, 14h30-17h30, aula SI006«A maggior forza e a miglior natura / liberi soggiacete» (Purg., XVI 79-80). Quale spunto migliore dei versi danteschi che, al centro esatto della Commedia, sintetizzano la dialettica fra libero arbitrio e dipendenza dalle leggi universali, per presentare lo strutturalismo come scienza dell'uomo, ovvero come ermeneutica antropologica?
Al centro del seminario a tre voci e da prospettive disciplinari diverse si porrà la riflessione intorno a un problema costante per gli antropologi, per i linguisti, per i critici, e ancor prima per una moltitudine di filosofi e di teologi: spiegare la capacità umana di agire, di creare, in base a un'idea, a un progetto, a una coscienza libera, fermi restando vincoli, costrizioni, strutture. Particolare attenzione sarà dedicata alla relazione viva fra il soggetto che interroga e la struttura che "emerge" nell'"interrogazione" (J. Starobinski), e al rapporto fra energie ideali e l'elemento naturale (il "mondo dato") nel campo di tensione (M. Corti) costituito da realtà e creazione.Descrittivo esteso e bibliografia
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Seminario: I segnali discorsivi deverbali: genesi, evoluzione e uso presente - 1.5 ECTS
Stefan Schneider (Karl-Franzens-Universität Graz)
23 maggio 2022, 14h30-17h30, aula 402
24 maggio 2022, 14h30-17h30, aula SI004
25 maggio 2022, 14h30-17h30, aula 251I segnali discorsivi sono delle espressioni linguistiche che, perdendo in parte il loro significato lessicale originario, hanno assunto in cambio dei significati procedurali legati alla strutturazione del discorso, la connessione tra enunciati e la presa di posizione degli interlocutori. Il corso mette a fuoco un sottoinsieme dei segnali discorsivi, cioè quelli basati su verbi. Sono formalmente invariabili o poco variabili e caratterizzati da un'indipendenza sintattica, semantica e prosodica. Dopo aver esaminato le proprietà funzionali e formali dei segnali discorsivi deverbali, il corso si dedicherà alla loro genesi ed evoluzione, con particolare attenzione a processi e fenomeni quali l'estensione semantica, la rianalisi, l'adattamento formale, la grammaticalizzazione e la pragmaticalizzazione. La trattazione teorica sarà sempre accompagnata dall'analisi di testi (informali e/o non letterari) contemporanei e storici dell'italiano e delle principali lingue europee.
Per i partecipanti al seminario si raccomanda la consultazione di:
- S. Schneider, Dal verbo «immaginare» al segnale discorsivo «immagino». Estensione, rianalisi e adattamento, «Storie e linguaggi», 8/1 (2022), pp. 225-248;
- Id., L'évolution des marqueurs déverbaux cognitifs de l'ancien français au français classique, in Marques d'oralité et représentation de l'oral en français, a cura di M. Saiz-Sánchez, A. Rodríguez Somolinos e S. Gómez-Jordana Ferary, Chambéry, Presses universitaires Savoie Mont Blanc, 2020, pp. 335-355.
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Programma corsi dottorali a.a. 2020-21
SA 2020
Ciclo di lezioni: Edizione come interpretazione del testo (parte IV) - 1 ECTS
Pomeriggio di studio in collaborazione con il Centro manoscritti dell'Università di Pavia
4 febbraio 2021, 14h00-18h00, via MS TeamsL'incontro si articolerà in tre momenti. La dott.ssa Nicoletta Trotta, responsabile gestionale del Centro manoscritti, presenterà il Centro, la sua storia e i principali fondi. Altri due interventi toccheranno più nello specifico le sfide del digitale, illustrando il progetto PAD - Pavia Archivi Digitali: da un lato per quanto riguarda il processo di digitalizzazione di materiali del Centro manoscritti (dott.ssa Laura Pusterla, CM), dall'altro approfondendo il tema degli archivi nativi digitali (intervento del prof. Paul Gabriele Weston, Università degli studi di Pavia e USI).
Per ulteriori dettagli e indicazioni bibliografiche introduttive si vedano gli abstracts dei singoli interventi:
Descrittivo dell'intervento di presentazione del Centro manoscritti (N. Trotta)
Descrittivo dell'intervento di presentazione del progetto PAD-Pavia Archivi Digitali (L. Pusterla e P.G. Weston)
***Seminario: Poesie con numeri e date. La scrivania di Primo Levi, 1943-1949 - 1.5 ECTS
Domenico Scarpa (Centro internazionale di studi Primo Levi, Torino)
5, 6, 7 ottobre 2020, 14h30-17h30, aula 254Una lettera inedita di Primo Levi a Giorgio Bassani, risalente al 1949 e accompagnata da cinque poesie dattiloscritte (ciascuna corredata da un numero d'ordine e dalla data di stesura), consente di ricostruire l'intero laboratorio di Levi poeta in versi tra il 1943 e il 1949, e di compilare anche il catalogo delle sue scritture in prosa – ben più vario di quanto generalmente si creda – nello stesso intervallo di anni: ed è come se noi lettori potessimo osservare dall'alto il piano della sua scrivania.
Questa indagine filologico-indiziaria è anche una lettura storico-critica, perché induce a ripensare con criteri nuovi le scritture di Levi: scritture al plurale, perché va appunto emergendo in modo sempre più chiaro che, nel medesimo periodo in cui dava forma al suo libro «primogenito» Se questo è un uomo, Levi si misurava con generi e stili di scrittura completamente diversi, dall'invenzione fantabiologica all'episodio partigiano, dal racconto di fabbrica alla poesia in versi, anche qui con un sorprendente ventaglio di temi. Era insomma fin dal principio uno scrittore a pieno titolo, oltre che il maggiore testimone di Auschwitz.
Questa indagine sperimentale non è circoscritta al primo periodo della biografia intellettuale di Levi. Gli indizi presenti nelle poesie e nella lettera 1949 a Bassani diventano pienamente leggibili solo se confrontati con i testi e i paratesti delle stesse poesie inviate al collega così come si presentano nelle edizioni susseguenti, fino alla raccolta Ad ora incerta pubblicata nel 1984. L'indagine è dunque filologica, stilistica e di contesto letterario-culturale: un percorso con più tappe intermedie, ciascuna dei quali è tale da riservare novità e sorprese.
***Scuola dottorale confederale in Civiltà italiana - Incontro plenario 2020 - 1.5 ECTS
25 - 26 settembre 2020, Università della Svizzera italiana, Lugano e MendrisioSP 2021
Ciclo d’incontri: Dottorato in Lingua, letteratura e civiltà italiana – Cantieri - 1 ECTS
Tre pomeriggi, in forma seminariale, volti a conoscere e discutere alcuni cantieri di lavoro nel quadro del Dottorato in Lingua, letteratura e civiltà italiana dell’ISI: da quelli appena avviati (come il progetto FNS La categorizzazione delle fonti di informazione nell’interazione faccia a faccia: una indagine basata sul corpus di italiano parlato TIGR, con due nuovi dottorati nell’ambito della linguistica sincronica), attraverso alcuni ‘scavi’ aperti in una serie di ricerche in corso di argomento letterario e linguistico, per approdare infine al tema della mobilità e delle prospettive al termine del dottorato, sulla base dell’esperienza di alcuni progetti accolti dal FNS per la doc e postdoc mobility.
Agli incontri sono invitate tutte le persone interessate (previo annuncio via mail a [email protected]); la modalità dei singoli appuntamenti sarà di volta in volta definita a seguito delle disposizioni sanitarie e dell’USI: online oppure, se possibile, in modalità mista.
I. Nuovi cantieri
25 marzo 2021, 15h00-18h00, incontro su MS TeamsL'équipe di InfinIta (titolo breve del progetto FNS La categorizzazione delle fonti di informazione nell'interazione faccia a faccia: una indagine basata sul corpus di italiano parlato TIGR; PI: prof.ssa Johanna Miecznikowski) presenterà il piano delle ricerche previste per 2020-2024 e i due progetti di tesi dottorale di Elena Battaglia e di Christian Geddo, che rientrano nel piano complessivo.
In seguito si discuteranno i lavori svolti finora per raccogliere i dati (conversazioni faccia a faccia e riunioni pubblicate su Youtube), per dare visibilità al progetto (Twitter, Researchgate, video di presentazione) e per preparare interventi a convegni e organizzarne uno l’anno prossimo. Questa parte dell’atelier permetterà anche di illustrare alcune modalità di lavoro collaborativo (riunioni in presenza, piattaforme GitHub e Refworks, coinvolgimento di studenti assistenti nella trascrizione delle conversazioni).
II. Lavori in corso
30 aprile 2021, 14h30-17h30, incontro su MS TeamsA partire da letture e materiali precedentemente predisposti e condivisi saranno discussi, oltre a primi risultati ancora provvisori, soprattutto problemi aperti e in via di definizione, e ulteriori prospettive di ricerca. Sono previste le seguenti relazioni:
- Laura Quadri, Dalla canonizzazione dei Santi alla «canonicità» dei testi: tradizione e innovazione nelle Estasi di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi;
- Cesare Duvia, Un uomo di teatro che interpreta se stesso: l’autonarrazione di Edoardo Giraud ed alcune altre voci;
- Laura Crippa, Indagini attorno al primitivismo: il dialogo tra teoria e testi;
- Alberta Fasano, «Me lo sognai e risognai la notte […] vagante per i tetri ambulacri di Brera». Carlo Emilio Gadda e le pinacoteche milanesi.
III. Mobilità e prospettive
27 maggio 2021, 14h00-17h00, incontro su MS Teams / modalità mistaL’incontro sarà dedicato al tema della mobilità e delle modalità di costruzione di una rete internazionale a vari stadi di avanzamento del percorso dottorale, con particolare attenzione alle prospettive di coloro che si stanno avviando alla conclusione del dottorato e ai progetti sviluppati a partire dalle ricerche avviate all’USI.
Sono previsti interventi di Giuliana Di Febo (USI e Sorbonne Université), Sara Massafra (USI, visiting presso Royal Holloway-University of London), Dr. Phil. Sara Sermini (USI, visiting presso Université Paris Nanterre), Dr. Phil. Giulia Pellizzato (Università del Piemonte Orientale, associate researcher presso Harvard University), Dr. Phil. Elena Musi (University of Liverpool).
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Programma corsi dottorali a.a. 2019-20
SA 2019
Ciclo di lezioni: Edizione come interpretazione del testo (parte III) - 1 ECTS
I. Questioni testuali del «Giorno» di Giuseppe Parini
Roberto Leporatti (Université de Genève)
17 ottobre 2019, 13h30-16h30, aula 150Dopo la pubblicazione scalare del Mattino (1763) e del Mezzogiorno (1765), che dovevano essere seguiti da un terzo e ultimo poemetto intitolato la Sera, Giuseppe Parini lavorò per il resto della sua vita a un nuovo progetto di poema unitario, intitolato Il Giorno, diviso non più in tre ma in quattro parti, rimasto incompiuto fra le sue carte. La fortuna editoriale del testo è stata condizionata dalla benemerita, quanto inattendibile dal punto di vista filologico, edizione postuma pubblicata nel 1801 dal suo discepolo Francesco Reina, fino all'esemplare edizione critica curata da Dante Isella nel 1969 e riproposta con alcuni ritocchi nel 1996. Nel corso della lezione saranno presentati i risultati del lavoro di revisione del testo critico della seconda redazione del poema in corso di pubblicazione nell'Edizione Nazionale delle Opere di Giuseppe Parini. Dopo una breve illustrazione degli autografi, che permetterà di definire le modalità di lavoro del poeta, ci soffermeremo sui problemi testuali ancora aperti e sulle nuove soluzioni adottate negli apparati, soprattutto in rapporto ai poemetti a testimonianza plurima Il Mattino II e La Notte, nonché a testo per gli aspetti prosodici e interpuntivi.
II. Il metodo dell'Infinito. Filologia digitale, imaging e 3D
Paola Italia e Roberta Priore (Università di Bologna)
7 novembre 2019, 14h00-17h00, aula 150Come è nato l'Infinito, il testo più celebre della nostra letteratura moderna? È stato scritto di getto, in un momento di straordinaria, "euforica" felicità creativa, o è stato costruito con quel paziente labor limae, quella "minutissima perfezione nello scrivere" in cui Leopardi stesso dichiarava di essere "sofistichissimo"? Nell'anno in cui si celebrano i duecento anni dalla scrittura dell'Infinito, Paola Italia, con l'esperienza di molti anni passati sulle "sudate carte" di Leopardi nella preparazione dell'edizione critica dei Canti (Firenze, presso l'Accademia della Crusca, 20092) e del Metodo di Leopardi (Carocci, 2016), entra nel laboratorio di Giacomo, seguendo, attraverso le varie correzioni, stesure, redazioni del testo, le varie fasi del suo metodo creativo. Un viaggio avventuroso e affascinante, reso possibile dai progetti di filologia digitale sviluppati negli ultimi anni: dall'edizione Wiki Leopardi a Leopardi Ecdosis, alla rappresentazione 3D - presentata da Roberta Priore, in collaborazione con il Frame Lab di Ravenna - del quaderno napoletano dell'Infinito e delle prime carte dello Zibaldone.
III. Interpretazione e contesto editoriale: alcune ricerche recenti su Ippolito Nievo
Silvia Contarini (Università degli studi di Udine) e Sara Garau (USI)
28 gennaio 2020, 16h00-19h00, aula 251Invertendo i termini della riflessione metodologica rispetto alle precedenti lezioni del ciclo, incentrate sul momento ermeneutico come parte integrante delle scelte ecdotiche del filologo-editore, la lezione si prefigge di spostare l’attenzione sulla ricostruzione del contesto editoriale originario delle opere letterarie, e sulla sua rilevanza per l’interpretazione dei testi, anche in vista delle scelte a cui è chiamato l’editore moderno. Lo spunto sarà fornito da alcuni recenti lavori nieviani, legati sia all’Edizione Nazionale delle Opere in corso presso Marsilio, sia al PRIN (Progetto di Ricerca d’Interesse Nazionale) Nievo e la cultura letteraria del Risorgimento: contesti, paradigmi e riscritture (1850-1870), appena avviato in collaborazione dalle università di Udine, Perugia, Padova e Verona. A partire dagli interessi del progetto, Silvia Contarini affronterà il rapporto fra scrittura giornalistica e scrittura romanzesca in Nievo, con particolare riferimento alla vicenda editoriale de Il Barone di Nicastro, uscito a puntate nel giornale satirico «Il Pungolo» nel 1857 e dopo varie vicissitudini in volume nel 1860.
Nella seconda parte, Sara Garau proporrà un approfondimento sull’attività traduttoria di Nievo, anch’essa – almeno per quanto concerne la sua parte edita – intrinsecamente connessa alle collaborazioni giornalistiche. È, anzi, soltanto nella doppia prospettiva della natura del corpus di testi tradotti (editi e non), da un lato, e, dall’altro, delle sedi e modalità di pubblicazione, che le traduzioni possono essere comprese nella loro duplice valenza di esercizi di scrittura (nel confronto traduttorio con autori come Victor Hugo o Heinrich Heine) e di interventi – di carattere in qualche caso quasi propagandistico – nel discorso politico coevo.
***Seminario: Morfologia e storia negli studi letterari
Roberto Gilodi (Università di Torino)
12 dicembre 2019, 10h30-12h30, aula A34Che cosa è stabile e che cosa muta in quelle costruzioni umane che noi identifichiamo come oggetti culturali. Le componenti invarianti sono forme che, a dispetto del cambiamento storico, si mantengono inalterate nel corso del tempo: possono essere dettagli nella rappresentazione del corpo umano nelle arti visive oppure motivi, temi e topoi nelle diverse espressioni letterarie, come ad esempio il locus amoenus o il nostos che dalla tradizione letteraria classica sono transitati nei mondi culturali medievali per poi riemergere nelle letterature nazionali dell’età postmedievale.
La lezione si concentra su alcune questioni che oggi sono diventate cruciali nel discorso sulle forme letterarie, e in particolare narrative, nei diversi media. Di tali questioni si individuano alcune linee genealogiche.
***Scuola dottorale confederale in Civiltà italiana - Giornate residenziali 2019 - 3 ECTS
5 - 8 settembre 2019, CortonaSP 2020
Ciclo di lezioni: Edizione come interpretazione del testo (parte IV - 3 lezioni) - 1 ECTS
I. Quale filologia per Sciascia? Un bilancio sulle Opere adelphiane
Paolo Squillacioti (CNR)
20 maggio 2020, 13h30-16h30, via MS TeamsLa lezione si propone di esplicitare metodi e problemi del lavoro editoriale svolto sull' opera di Leonardo Sciascia, curata in tre volumi fra 2012 e 2019 per Adelphi. Una ricognizione generale sulle peculiarità del testo sciasciano e sulle soluzioni editoriali conseguenti sarà preliminare a un indugio su luoghi dei testi in cui l'attività filologica si è rivelata utile a fini interpretativi. Si sottoporrà ad analisi in particolare il penultimo romanzo dello scrittore siciliano, Il cavaliere e la morte. Sotie (Adelphi, 1988).
II. Giornata di studio presso il Centro manoscritti dell'Università di Pavia
N.B.: evento posticipato a data da definire
***Scuola dottorale confederale in Civiltà italiana - Incontro plenario 2020 - 1.5 ECTS
N.B.: evento posticipato a data da definire
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Programma corsi dottorali a.a. 2018-19
SA 2018
Ciclo di lezioni: Edizione come interpretazione del testo (parte I) - 1 ECTS
I. Filologo, editore e interprete: problemi di edizione dei testi antichi
Andrea Balbo (USI)
9 novembre 2018, 10h30-13h30, aula 251La filologia, "la più eversiva delle discipline" secondo Luciano Canfora, ha sviluppato i suoi metodi nella varietà dei suoi approcci (Lachmann, Bédier, Maas, Pasquali, solo per citare qualche nome) tra la seconda metà dell'Ottocento e la metà del Novecento. In realtà, essa rappresenta sempre un "cantiere aperto" sia dal punto di vista metodologico sia - ovviamente - sotto il profilo dell'indagine sui testi. Con lo sguardo del filologo classico vorrei riflettere sia dal punto di vista teorico sia con esempi concreti su quale sia il lavoro dell'editore e dell'interprete di opere antiche nel XXI secolo e su come esso entri in relazione da un lato con l'esperienza di altri approcci al testo, dall'altro con l'esigenza di fare i conti con le tecnologie digitali e, quindi, su come esso possa risultare utile nella formazione anche di coloro che non si occupano ex professo di scritti dell'antichità. Non da ultimo intendo proporre qualche considerazione sul filologo come paradigma "letterario", forse desueto nel mondo contemporaneo ma certo non privo di fascino e di stimoli intellettuali.
II. Le edizioni delle Rime di Dante. Tre maestri di filologia del Novecento
Corrado Bologna (USI)
22 novembre 2018, 14h30-17h30, aula 251Ogni testo è "nel-tempo". Lo è anche ogni edizione. L'idea che il filologo possa fissare un testo ne varietur è una tipica illusione romantico-positivistica, fondata sul metodo di Lachmann. La filologia del Novecento, attenta alla filologia delle strutture, riconosce al Testo una natura intrinseca di processo prima ancora che di dato. Nel caso delle Rime dantesche un simile spostamento del punto di vista è tangibile nell'analisi delle tre edizioni canoniche: la Barbi 1921 (poi 1956 e 1969), la Contini 1939, la De Robertis 2002, in 5 volumi (poi solo il testo con commento, 2005). Nell'ultima muta radicalmente la disposizione dei pezzi lirici, la struttura del "sistema", che viene fondata sui presupposti dell'«individuabilità di processi redazionali» e della restituzione dell'opera «alle contingenze del suo farsi e al suo vitale rapporto con l'autore». Comprendere le ragioni di questa metamorfosi, e delle conseguenze esegetiche ed ermeneutiche, è lo scopo del seminario.
Descrittivo lezione 22.11.2018 - versione estesa (pdf)
III. L'edizione digitale scientifica: problemi teorici e applicazioni pratiche
Domenico Fiormonte (Università di Roma Tre)
7 dicembre 2018, 10h30-12h30 e 14h00-16h00 (laboratorio - parte pratica), aula 251Digitando le parole "testo della divina commedia" su un importante motore di ricerca ci viene restituita (alla data in cui si scrive) una lista di risultati così composta: al primo posto il testo integrale della Divina Commedia del sito filosofico.net; al secondo posto "testo e parafrasi del Canto 1 dell'Inferno" (sito libraryweschool.com); al terzo posto "i versi più memorabili di Dante" (sito libreriamo.it). Solo uno dei primi sei risultati disponibili, il testo fornito da liberliber.it, reca indicazioni sul tipo di edizione utilizzata. Questo semplice esperimento ci pone di fronte a una serie di dilemmi, primo fa tutti: qual è il ruolo della filologia e della critica del testo in un mondo in cui l'accesso al nostro patrimonio culturale viene mediato da tecnologie digitali prodotte da aziende private localizzate nel Nord del mondo? Nella prima parte dell'intervento si cercherà di ripercorrere le tappe dell'incontro fra l'informatica e quell'insieme di discipline (linguistica, filologia, ecdotica, ecc.) che, pur avendo contribuito a sviluppare buona parte degli attuali strumenti di rappresentazione, analisi e ricerca della conoscenza, si trovano oggi smarrite e impotenti di fronte alla scomparsa del proprio ruolo di custodi e mediatrici della cultura. La seconda parte della lezione sarà un laboratorio dedicato a riflettere sulle basi metodologiche dell'edizione digitale scientifica dei testi (la cosiddetta scholarly digital edition) e alla realizzazione di alcuni esempi pratici. L'obiettivo sarà da un lato acquisire i rudimenti della codifica digitale dei testi letterari, dall'altro riflettere su come la rappresentazione informatica costituisca una sfida per lo statuto epistemologico della filologia e in generale delle discipline umanistiche.
***Scuola dottorale confederale in Civiltà italiana - Giornate residenziali 2018 - 3 ECTS
30 agosto - 2 settembre 2018, HimeraSP 2019
Ciclo di lezioni: Edizione come interpretazione del testo (parte II) - 1 ECTS
I. Commentare l'epica sacra dell'umanesimo: il caso del "De partu Virginis" di Sannazaro e dei suoi volgarizzamenti
Stefano Prandi (USI)
15 aprile 2019, 14h00-17h00, aula A13 (fino alle 15h30) - aula A11 (dalle 15h30 alle 17h00)La lezione si soffermerà sul più fortunato poema sacro del Rinascimento, il De partu Virginis del Sannazaro, composto quando il ricorso al sincretismo cristiano-classico si trovava all'apice della sua fortuna. Dopo avere illustrato le problematiche di tale genere letterario e ricostruito il contesto della produzione tra Quattro e primo Cinquecento, si porranno in evidenza le trafile tematiche e le peculiarità stilistiche del poema sannazariano. Parte preponderante della lezione sarà dedicata al confronto dei vari volgarizzamenti cinque- secenteschi, tra i quali sarà dato un particolare risalto al più notevole tra essi, quello di Giovanni Giolito de' Ferrari, figlio dello stampatore Gabriele.
Il confronto tra testo originale e traduzioni consentirà di cogliere in modo flagrante il deciso mutamento di clima culturale tra primo Rinascimento e età controriformistica.
II. La canzone 41 dei "Sonetti et canzoni": "Or son pur solo e non è chi mi ascolti"
Arnaldo Soldani (USI)
3 maggio 2019, 14h00-17h00, aula 251La lezione proporrà una lettura della Canzone 41 di Sannazaro, Or son pur solo e non è chi mi ascolti. In primo luogo si affronteranno alcune questioni relative alle varianti linguistiche e stilistiche consegnate dalla tradizione del testo, mirate ad allinearlo nella sostanza al modello di Petrarca e ad eliminare via via le tracce della koinè aragonese tardo-quattrocentesca. Quindi si osserveranno i tratti metrici e strutturali della poesia, arrivando per questa via all'analisi dei processi argomentativi e all'interpretazione dei contenuti tematici. Infine, si proporrà una filiera derivativa rispetto a due altre canzoni che presentano lo stesso schema metrico, ossia la 207 dei Rerum vulgarium fragmenta, Ben mi credeapassar mio tempo omai, e la VIII dell'Endimione, il canzoniere di Cariteo, che costituisce a tutti gli effetti il principale sodale di Sannazaro nell'ultima stagione del petrarchismo aragonese, tra Quattro e Cinquecento.
III. Opere incompiute e ultima volontà dell'autore: il caso della Gerusalemme liberata
Emilio Russo (Sapienza Università di Roma)
13 maggio 2019, 14h00-17h00, aula 355Il seminario intende presentare alcuni problemi di metodo che emergono dallo studio della tradizione del poema tassiano: a partire da una ricostruzione storica delle vicende che portarono alle stampe non autorizzate della Liberata - ricostruzione che muove dagli studi di Luigi Poma e aggiunge alcuni elementi nuovi - l'obiettivo è da un lato vagliare la possibilità di una soluzione filologica per l'edizione di un nuovo testo critico della Gerusalemme, dall'altro ragionare sulle questioni generali relative alle opere narrative incompiute e al rispetto dell'ultima volontà dell'autore.
***Seminario: Pensiero poetante e ospitalità della lingua - 1.5 ECTS
Antonio Prete
26-28 marzo 2019 (3 incontri), 14h00-17h00, aula 402Attraverso la lettura e l'esegesi di alcuni testi classici della poesia si seguirà il definirsi di un orizzonte del poetico, inteso come lingua del visibile e del sensibile che unisce nel suono della parola il pensiero e l'immagine, il sapere e il ritmo, i modi conoscitivi e le figurazioni formali. In particolare si osserverà un aspetto del linguaggio poetico: la rappresentazione del lontano, dell'assenza, del tempo già stato.
Di Leopardi si leggeranno L'infinito e A Silvia; di Baudelaire, L'invitation au voyage, À une passante, Le Cygne. Si rifletterà inoltre sulla traduzione della poesia, indugiando su figure come l'ospitalità, l'ascolto, l'imitazione.
***Scuola dottorale confederale in Civiltà italiana - Incontro plenario 2019 - 1.5 ECTS
26 - 27 aprile 2019, Universität Basel, Basilea
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Programma corsi dottorali a.a. 2017-18
SA 2017
Ciclo di lezioni: Moderni e classici: come leggerli e interpretarli (parte II) - 1 ECTS
I. Riflessioni di un commentatore del Manzoni
Salvatore Silvano Nigro
27 settembre 2017, 10h30-13h00, aula 321La lettura critica del Cinque Maggio è un buon inizio per entrare nell’officina di un commento ai Promessi Sposi. L’ode manzoniana si proietta sulle pagine più importanti, e più segrete, del romanzo, lavorandole dal di dentro. Un’altra soglia è data dalle illustrazioni. E c’è anche un gradino da non trascurare: quello delle opere pittoriche con le quali si intreccia la scrittura del romanzo. Un commento ai Promessi Sposi ha bisogno di fare i conti con la scrittura, con le illustrazioni che Manzoni ha voluto, con una ricca quadreria (soprattutto secentesca, e non solo) che si proietta nell’opera scritta. La figura di Don Ferrante, con la sua biblioteca, fornisce al commentatore molte chiavi per illuminare i rapporti che il romanzo di Manzoni intrattiene con la letteratura del Seicento, soprattutto con quella in apparenza marginale autorevolmente mediata da Cervantes.
II. Commento e autocommento fra parola e immagine nella poesia del XVI sec.
Corrado Bologna - Sergio Di Benedetto - Stefano Prandi
12 ottobre 2017, 14h30-17h30, aula 250Il genere dell'autocommento non può non riflettere, per la letteratura volgare italiana, il grande modello del Convivio dantesco. La tradizione di questo modello feconda, nel secondo Quattrocento, la riflessione dei neoplatonici fiorentini, maturando soprattutto con il Comento del magnifico Lorenzo de' Medici sopra alcuni de' suoi sonetti, che giustifica la dignità e la necessità del genere con queste parole: «nessuno può meglio sapere o eligere la verità del senso suo, come mostra assai chiaramente la confusione che nasce dalla varietà de' comenti, ne' quali il più delle volte si segue più tosto la natura propria che la intenzione vera di chi ha scritto».
Manca un autocommento dell'Ariosto. L'Orlando Furioso è un libro colmo di figuratività, potenzialmente già disposto ad accogliere figure. Tuttavia l'autore non lo pensa ancora illustrato. È troppo presto: l'episteme non è ancora matura perché questa solidarietà fra testo e immagine sia consustanziale all'atto creativo. Occorrerà aspettare i Promessi Sposi del 1840, che Manzoni farà comporre dai suoi stampatori Guglielmini e Redaelli secondo l'architettura di un'attenta mise en page autoriale, costruita con cura insieme con l'incisore Francesco Gonin, il quale eseguirà fedelmente le indicazioni dell'auctor-editor. Tuttavia proprio intorno al Furioso si organizza precocemente un sistema di illustrazioni che funge, in qualche modo, da commento figurativo. Per volontà di operatori culturali attenti ai nuovi sistemi e valori del mercato librario di larga scala si moltiplicano, dando vita a un corpus di immagini che presto divengono canoniche, stabilizzandosi in schemi illustrativi anche combinabili ed esportabili da un episodio all'altro, e a libri diversi. Il ruolo canonico di Ariosto come nuovo modello della narrazione versificata opera così nel contempo a favore di una diffusione dei sistemi di immagini e di una loro omologazione.
Uno dei problemi che il seminario affronterà è anche il rapporto fra autocommento e genere letterario a cui esso si applica. Il genere lirico appare più aperto di quello epico-romanzesco a questa dimensione autoesegetica. Nella seconda metà degli anni Ottanta del Cinquecento, Torquato Tasso incominciò a lavorare a un autocommento delle proprie rime, che accompagnò le edizioni mantovana e bresciana all'inizio degli anni Novanta. Celso Cittadini, nel 1585, rese pubblico un autocommento alle Rime platoniche, mentre lasciò inedito quello agli Ardori. Anche Gerolamo Benivieni, la cui Canzona dell'Amor celeste e divino circolò con un Commento di Giovanni Pico, dopo l'esperienza savonaroliana mise a punto un commento alla propria rimeria "piagnona" e spirituale, pubblicato a Firenze, insieme con le liriche originali, nel 1500. In questo esempio, come in quello tassiano, commento e autocommento sembrano dialogare in forte dialettica culturale.
III. Filologia galileiana
Marco Maggi (USI)
21 dicembre 2017, 14h30-17h30, aula 355Nel corso del XVII secolo si assiste a una profonda revisione delle concezioni e delle pratiche del commento ai testi. In età umanistico-rinascimentale, questo momento fondamentale della filologia era principalmente correlato alla nozione di copia, da intendersi tanto come riconoscimento della priorità del momento della restituzione del testo, quanto con riferimento all'abbondanza o profusione delle glosse che lo contornavano. Una spia del mutamento rispetto a quest'attitudine è già presente negli Essais di Montaigne, nella diagnosi circa un'attualità nella quale «nous ne faisons que nous entregloser»; da parte loro gli apologeti della nuova scienza seicentesca biasimano le «strette alme a' libri e tempii morti/ copiati dal vivo con più errori» - i contemporanei vanamente in cerca del vero sui libri di carta, - spronandole a volgersi all'unico testo in grado di soddisfare il naturale desiderio di sapere, il libro della natura: «deh, torniamo, per Dio, all'originale» (Campanella, Modo di filosofare). Al di là dell'esibito massimalismo della lettera, lo spirito di affermazioni di questo genere costituisce un importante sintomo di un processo di trasformazione delle teorie e delle pratiche di commento, i cui parametri essenziali sono l'emergere della soggettività dell'interpres e la ricerca di un'espressione incisiva: in una parola, l'affermarsi di uno stile, termine che, col designare una tournure personale, conserva contemporaneamente in trasparenza la discendenza etimologica dallo strumento settorio dello stylus. Come scrive un erudito inglese a inizio secolo, ravvivando un'antica parentela con la lezione di anatomia, il commentatore è «the Surgeon of Old Authors». Nel corso del seminario tali trasformazioni verranno indagate in relazione al padre del nuovo atteggiamento epistemologico, Galilei. Nello specifico, si analizzeranno forme e modalità del commento nel Saggiatore, opera che l'autore sceglie di strutturare in forma di glossa - pericope per pericope, talora mot à mot - del testo del principale avversario nella «disputa delle comete» scoppiata nell'anno 1618. Particolare attenzione sarà dedicata all'intertestualità letteraria del commento galileiano, con l'obiettivo di accertare la pertinenza della nozione di «filologia galileiana» già proposta da Raimondi e, in precedenza, dall'editore settecentesco Pasqualoni, che invitava a riguardare lo scienziato «eziandio siccome un profondo Filologo».
***Scuola dottorale confederale in Civiltà italiana - Giornate residenziali 2017 - 3 ECTS
31 agosto - 3 settembre 2017, Istituto Svizzero, RomaSP 2018
Seminario: Estetica del secondo Novecento - 3 ECTS
22 -25 maggio 2018, 13h30-17h30 (4 incontri)
22.5, aula 351 - Espressionismo Astratto e Informalismo europeo: nuove poetiche
23.5, aula 351 - Mark Rothko: visible-invisible
24.5, aula 351 - Le derive dell'Identità: nuovi scenari
25.5, aula 354 - Poetics / PoliticsPer la Storia dell'Arte la Seconda Guerra Mondiale ha significato la fine delle Avanguardie storiche e, al tempo stesso, la comparsa di nuovi linguaggi artistici. L'Espressionismo Astratto americano e l'Informalismo europeo condizioneranno con le rispettive poetiche il pensiero degli anni Cinquanta e Sessanta, mentre negli anni Settanta saranno i dettami del Minimalismo ad imporsi come riferimento estetico per l'arte istituzionale. La 'svolta etica' nella cultura degli anni Novanta farà emergere nuove problematiche e, a partire dal dibattito sull'identità e sulle diverse forme di cosmopolitismo, darà luogo ad un 'impulso allegorico' in virtù del quale l'arte si aprirà anche ai linguaggi di altre discipline.
***Ciclo di lezioni: Moderni e classici: come leggerli e interpretarli (parte III) - 1 ECTS
A partire dalla pratica del commento, affiancata in anni recenti da un costante incremento di studi di "genere" e che tocca da vicino il lavoro e le esperienze di ricerca di dottorandi e di docenti, il ciclo vuole offrire uno sguardo, o meglio, una pluralità di sguardi diretti su «Come si commenta un testo?» (E. Raimondi), nella completa trasversalità cronologica e dei generi affrontati. Cercando dunque da un lato di fornire un accesso all'officina del critico-commentatore - preso nel tentativo di penetrare quella dello scrittore (e dello scrittore-lettore) -, sulla base di casi storicamente esemplari, s'intende sollecitare al contempo una discussione in prospettiva storica sulla tradizione del commento e sui suoi sviluppi, con aperture di carattere anche teorico verso i problemi delle fonti e dell'intertestualità, del suo valore nell'era delle banche dati, dell'autocommento.
Bibliografia essenziale (pdf)
I. La poesia epica di Furio Jesi: fonti e criteri per il commento e per l'interpretazione
Giacomo Jori
27 marzo 2018, 10h30-13h30, aula 402Gli studi su Furio Jesi hanno trascurato il suo unico libro di poesie, L’esilio (Roma, Silva, 1970). Fra le ragioni di tale oblio vi è di certo lo stile oscuro, enigmatico del dettato. Lo stesso Jesi afferma di averlo concepito quale anonima evocazione di «luoghi comuni», nell’ambito di un repertorio che si estende da Foscolo a Ezra Pound, da fruire senza bisogno di chiose. Tuttavia, il quasi mezzo secolo che ci separa dall’edizione, hanno reso opaca una proposta poetica che all’autore, nel contesto al quale si rivolgeva, doveva apparire leggibile. Riproporre quel libro significa dunque in primo luogo - ed è ciò che la lezione si propone di illustrare - contestualizzarlo e commentarlo, per accedere al suo significato, a quel «mystère-de-nous partagé» nel quale risiede, per Jesi, l’essenza della poesia. La lezione sarà un’occasione per riflettere, sulla scorta di questo esempio paradigmatico, sulle cesure storiche e culturali che rendono di ardua leggibilità non meno di quelli del passato i testi contemporanei.
II. La disperazione del commentatore. L'esperienza dell'edizione critica delle opere narrative di Vittorio Imbriani
Fabio Pusterla (USI)
23 aprile 2018, 14h30-17h30, aula 351Vittorio Imbriani è un narratore inquieto e stilisticamente molto composito, che appartiene al filone espressionista e che fa largo uso del pastiche linguistico, cui si accompagnano un uso particolare e provocatorio della punteggiatura, un diffuso citazionismo (con spiccata predilezioni per gli autori minori e rari) e una generale tendenza al sabotaggio narrativo e strutturale della pagina. Per di più, la sua vita sregolata e contraddittoria ha provocato, dopo la sua morte precoce, una reazione distruttiva della moglie, che ha tentato di distruggere carte e pubblicazioni, non di rado consistenti in edizioni minuscole a bassa tiratura.
Il commentatore di un siffatto autore, caro a Gadda, deve dunque affrontare una vasta gamma di problemi, ora filologici, ora linguistici, ora legati alla reperibilità delle edizioni originali ottocentesche e allo scioglimento delle citazioni, non di rado enigmatiche; difficoltà supplementare, comune stavolta a molti commenti, sarà quella di calibrare il lavoro esplicativo, cioè di immaginare la comunità di lettori a cui ci si vuole rivolgere.
L'incontro proverà dunque a ripercorrere le tappe, le fatiche e talora le disperazioni di un commento.
III. Il "lavoro" del commentatore. Su un frammento di prosa gaddiana (I viaggi di Gulliver, RR II 953-66)
Emilio Manzotti (USI)
27 aprile 2018, 14h30-17h30, aula 251«Andate a veder mondo e paese! E modi e genti, torri e palazzi». Così l'invito, il programma anzi, in testa ad un capoverso dei gaddiani Viaggi di Gulliver (1933), lo splendido frammento - una decina di pagine - tra saggio e prosa d'arte, nello stile arcaizzante di Eros e Priapo, strettamente legato. come Villa in Brianza di quattro anni anteriore, alla Cognizione del dolore. Edito la prima volta solo nel 1970 entro un volume-omaggio a Raffaele Mattioli curato da Gianfranco Contini, successivamente più volte (con varianti) ristampato da Dante Isella, e infinite volte citato dalla critica, il frammento gaddiano, di ardua lettura, non ha mai fatto oggetto, dopo il saggio di Mauro Bersani e Claudio Franchi in «Strumenti Critici» n.s., I (1986), di un'analisi puntuale in forma di commento.
Commento indubbiamente problematico, quello dei Viaggi di Gulliver, per le molteplici ragioni (lingua 'falso-antica', consecuzioni apparentemente logiche ma fortemente analogiche, allusioni cifrate, fonti a volte cifratissime, ecc.) di cui e su cui si vuole appunto discutere in dettaglio. Ad aprire il seminario una breve introduzione d'ordine generale sulle specificità, positive e negative, della forma testuale 'commento' e il correlato esame comparativo di alcune edizioni annotate di una lirica carducciana, la Nevicata di Odi barbare II.
IV. Appunti per un commento alla 'Bufera' di Montale
Niccolò Scaffai (Université de Lausanne)
7 maggio 2018, 14h30-17h30, aula 351La Bufera e altro (1956), terza raccolta di Eugenio Montale è uno dei più importanti libri poetici del Novecento, vertice e compimento, per diversi aspetti, dello stile alto dell'autore. Un commento ai testi della Bufera richiede da un lato l'attenzione alle figure e ai simboli già fissati da Montale nelle sue precedenti raccolte, dall'altro la comprensione degli sviluppi della sua poetica, spinta verso un esito a tratti manieristico. Nel seminario, si proporranno esempi di analisi e commento di alcuni testi esemplari della Bufera, estratti di un lavoro in corso che vedrà la luce per Mondadori. Si rifletterà ad esempio sul nesso tra la poesia e i suoi referenti, sul rapporto tra l'interpretazione del singolo testo e la sua collocazione in una raccolta organizzata, sulle relazioni inter- e intratestuali, senza trascurare le spiegazioni sui metodi e le procedure concretamente attuabili per allestire il commento a un libro di poesia del Novecento.
***Scuola dottorale confederale in Civiltà italiana - Incontro plenario 2018 - 1.5 ECTS
13 - 14 aprile 2018, Universität Bern, Berna
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Programma corsi dottorali a.a. 2016-17
SA 2016
Seminario: Il teatro musicale fra le due guerre mondiali - 3 ECTS
14. 10. 2016 -- 13:30 - 17:30 - aula 251 (Il neoclassicismo in Francia)
17. 10. 2016 -- 13:30 - 17:30 - aula 402 (L'Italia fra melodramma tradizionale e sperimentazione)
19. 10. 2016 -- 13:30 - 17:30 - aula 251 («Neue Sachlichkeit» e avanguardia teatrale in Germania)
21. 10. 2016 -- 13:30 - 17:30 - aula 251 («Ritorni» e la scoperta della musica antica)La storia dell'opera lirica europea fra le due guerre mondiali, tradizionalmente scritta da una musicologia focalizzata sulla struttura musicale, ha subito alcune riscritture nel corso degli ultimi decenni. Grazie all'attività di alcuni musicologi pionieri, di alcuni interpreti e sovrintendenti dotati di curiosità intellettuale e all'interesse crescente dell'industria discografica per l'opera del XX secolo, l'affresco storico dell'epoca fra le due guerre mondiali è stato arricchito da numerose opere chiavi, alcune delle quali eseguite per la prima volta decenni dopo la loro creazione. Il corso affronta la storia del melodramma fra il 1918 e il 1945 dal lato della drammaturgia musicale, ponendo quindi l'accento sulle scelte drammaturgiche e musicali del librettista com'anche del compositore.
***Ciclo di lezioni: Moderni e classici: come leggerli e interpretarli - 1 ECTS
A partire dalla pratica del commento, affiancata in anni recenti da un costante incremento di studi di "genere" e che tocca da vicino il lavoro e le esperienze di ricerca di dottorandi e di docenti, il ciclo vuole offrire uno sguardo, o meglio, una pluralità di sguardi diretti su «Come si commenta un testo?» (E. Raimondi), nella completa trasversalità cronologica e dei generi affrontati. Cercando dunque da un lato di fornire un accesso all'officina del critico-commentatore - preso nel tentativo di penetrare quella dello scrittore (e dello scrittore-lettore) -, sulla base di casi storicamente esemplari, s'intende sollecitare al contempo una discussione in prospettiva storica sulla tradizione del commento e sui suoi sviluppi, con aperture di carattere anche teorico verso i problemi delle fonti e dell'intertestualità, del suo valore nell'era delle banche dati, dell'autocommento.
Bibliografia essenziale (pdf)
I. Fonti e autocommenti nel Novecento: due casi esemplari
Carlo Ossola (USI)
19 ottobre 2016, ore 10.30-12.30, aula 402La molteplicità delle fonti convocabili sullo scrittoio di un poeta del Novecento e, ad un tempo, l'allusività talvolta criptica dei testi, ha favorito lo svilupparsi dell'autocommento e dell'autointervista degli autori stessi, creando generi diversi dal classico prosimetro e complicando l'esegesi dei critici. Verranno presentati due casi esemplari : Ungaretti e Montale.
In secondo luogo, diventa urgente la questione : sin dove si estende la congruità - quanto alla creazione poetica - dei documenti d'archivio disponibili ?
D'altra parte, la memoria dei poeti non è solo più letteraria, ma attinge al vasto serbatoio di immagini visive e sonore che, dopo l'invenzione della fotografia, della discografia e della cinematografia, incidono sensibilmente sui nostri paradigmi di metaforologia. Quali sono dunque i 'campi di pertinenza' per la correttezza di un commento?
II. In exponendis auctoribus: il commento dalla dottrina ellenistica alla tarda antichità
Guido Milanese, (USI)
25 novembre 2016, ore 14.00-17.00, aula 253La prassi del commento al testo letterario va ricondotta a due esigenze fondamentali: quella della spiegazione scolastica del testo e quella della ricerca del senso profondo del testo, come praticata dalle scuole filosofiche. Entrambe le esigenze si sviluppano in età ellenistica e segnatamente nei grandi centri culturali come Alessandria e Pergamo, anche se abbiamo traccia di letture significative, che potevano produrre un vero commento, al testo omerico già in età preplatonica. Le varie scuole filosofiche offrono risposte diverse: saranno soprattutto l'approccio aristotelico e quello stoico a segnare per secoli le modalità del commento, ma anche la scuola epicurea discute la possibilità di impiegare in modo costruttivo i testi di quella paidéia che pure veniva considerata potenzialmente pericolosa. Con l'allontanarsi dei classici dalla pratica della lingua viva, il commento deve necessariamente affrontare anche la spiegazione vera e propria del significato del testo: e per l'Occidente latino saranno in particolare i commenti a Virgilio, Orazio e Terenzio che costruiranno la cultura del commento medievale e delle età seguenti. Il commento al testo cristiano (e il commento cristiano ai testi non cristiani) apporta un contributo essenziale ancora una volta indirizzato verso il senso del testo: e ancora una volta il Medioevo sarà in grado di recepire e assimilare tutte queste tradizioni, mentre l'Umanesimo, con l'attività didattica che ben conosciamo grazie alle molte testimonianze che ci sono pervenute, cercherà di riproporre la prassi del commento antico e soprattutto tardoantico.
III. Teoria e storia della ricezione dantesca nel mondo anglofono
Steven Botterill, (Berkeley)
22 dicembre 2016, ore 10.30-13.30, aula 250Il seminario si propone come un tentativo di analisi e categorizzazione della vasta produzione di studi su Dante in lingua inglese degli ultimi due secoli (e non solo).
SP 2017
Un'educazione storica nel secolo scorso tra Francia e Italia
François Dupuigrenet Desroussilles
16 marzo 2017, ore 16.00-18.00, aula 355Durante gli anni '70 sono stato formato, all'École nationale des chartes, ai metodi della "critica" storica ereditata dai benedettini della congregazione di Saint-Maur come Dom Mabillon. E perché, con passione e naïveté, avevo scoperto l'Italia a 16 anni, chiesi a Alberto Tenenti, grande storico franco-italiano dell'economia e della cultura del Rinascimento, di lavorare sulla storia degli intellettuali italiani nel Cinquecento. Fu così che mi propose di dedicare la mia tesi, sotto la sua direzione, alla magistratura veneziana dei Riformatori dello Studio di Padova (1517-1560). Grazie a Alberto Tenenti e, tra molti altri, a Gaetano Cozzi che, a Venezia, mi fu anche maestro di vita, ricevetti una educazione storica italiana, parallela a quella francese.
Contemporaneamente scoprivo come altri giovani storici, francesi e italiani, il "continente storia" di Marx, attraverso l'opera di Louis Althusser, che sembrava dare senso sia alle nostre ricerche sia agli sconvolgimenti della fine del secolo, dal '68 alla fine dei regimi del "socialismo reale".
Tenterò di far capire ai dottorandi del nostro Istituto quello che significava la scelta della storia, quarant'anni fa, in una doppia cultura francese e italiana, e in un dialogo tra erudizione e filosofia che prolungo oggi, dopo 27 anni come conservatore dei fondi antichi della Bibliothèque nationale di Parigi, insegnando a Florida State University e all'Università della Svizzera italiana.
***La letteratura fatta libro
Stefano Salis
13 aprile 2017, ore 11.00-12.00 e 15.30-17.00, aula 250
Siamo abituati a pensare alla letteratura come un insieme di testi. È vero: e i testi sono imprescindibili e sono la stella polare di chiunque voglia studiarla, dal punto di vista filologico, storico, culturale.
Ma hanno molta, se non altrettanta, importanza anche le circostanze materiali con le quali e grazie alle quali quei testi sono diventati libro.
Casi editoriali, circostanze fortuite, inserimento in determinate collane, eventi occasionali o programmati, fortuna pubblica, critica e successo, ritorno nel circuito del libro come passione bibliofila: cercheremo con il racconto di alcuni casi esemplari di approfondire questi aspetti.
La prima lezione sarà dedicata a due libri "feticcio" del Novecento per i collezionisti di libri e di prime edizioni, che sono anche due libri imprescindibili nella produzione poetica: Il porto sepolto di Giuseppe Ungaretti, stampato in 80 copie presso un ignoto (fino a quel momento) Stabilimento Tipografico Friulano, ma destinato a diventare libro cruciale del secolo e la preda più ambita dei bibliofili italiani e Los versos del capitan, il libro anonimo (ma di Pablo Neruda), stampato a Napoli, grazie all'intervento di 44 sottoscrittori.
La seconda lezione si concentra invece sull'aspetto esteriore dei libri, portando ad esempio il libro più citato e decisivo del Novecento, l'Ulysses di Joyce stampato con sottoscrizione dalla Libreria Shakespeare & Co di Parigi, il lavoro di Bruno Munari per Einaudi e i più recenti lavori di grafica editoriale che danno al libro un'identità precisa che segna la loro presenza nel mercato e nella storia culturale.
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Seminario: Estetica del Novecento - 3 ECTS
Francisco Jarauta29 maggio - 2 giugno 2017, ore 13.30-17.30, aula 251
(ad eccezione dei giorni: 29 maggio, ore 14.00-18.00 e 1 giugno, ore 15.00-19.00)
29 maggio - Dietro le maschere di Les demoiselles d’Avignon
30 maggio - L’Oriente di Matisse
31 maggio - Kandinsky-Schönberg: Dissoluzione e Metamorfosi
1 giugno - Paul Klee: i segni del mondo
2 giugno - W. Benjamin-Th. W. Adorno: l’esperienza del naufragioSe la Chandosbrief di Hofmannsthal venne considerata come il manifesto della crisi del fin-de-siècle, la morte di Cézanne è stata interpretata dalla storiografia dell’arte del Novecento, come l’orizzonte di idee e di problemi estetici che le Avandgardes esploreranno con singolare ansietà. Dal 1906 al 1940 seguirono quattro decadi vertiginose nelle quali l’arte cerca e costruisce i linguaggi delle società del futuro. Espressionismo e Astrazione, Futurismo e Costruttivismo, Surrealismo e Neue Sachlichkeit configureranno la mappa di una sequenza che articola le tensioni dell’epoca e le rende esplicite attraverso il linguaggio dell’arte. Un’epoca che vedrà come il primo entusiasmo del secolo si precipiterà sotto la forma di una vera catastrofe, tale come la interpreterà il Walter Benjamin del Collège de Sociologie.
***Scuola dottorale confederale in Civiltà italiana - Primo incontro plenario (II ciclo) - 1.5 ECTS
9-10 giugno 2017, Università della Svizzera italiana, Lugano
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Programma corsi dottorali a.a. 2015-16
SA 2015
Jürgen Maehder, Theodor W. Adorno: un'estetica nata dallo spirito della musica - Seminario - 3 ECTS
6 ottobre 2015, ore 13.30-17.30, aula 251
8 ottobre 2015, ore 13.30-17.30, aula 321
13 ottobre 2015, ore 13.30-17.30, aula 251
15 ottobre 2015, ore 13.30-17.30, aula 402
20 ottobre 2015, ore 13.30-17.30, aula 251Nel corso della storia dell'estetica, pochi autori hanno sviluppato un sistema filosofico che prendeva come modello dell'arte né la letteratura né le arti visive, ma la musica. Tradizionalmente, il trattamento filosofico della percezione umana dava la precedenza all'occhio, giungendo necessariamente ad una definizione del «bello» attraverso categorie della percezione visiva. Soltanto nel corso del secolo XX ebbe inizio una tradizione filosofica che, partendo dalla nozione dell'arte come «linguaggio», giunse ad un trattamento più bilanciato di tutte le arti intese come sistemi di segni (Nelson Goodman, Languages of Art, 1968). Durante gli stessi anni, Theodor W. Adorno (1903-1969), compositore (allievo di Alban Berg) e filosofo, prima collaboratore della School of Social Research (New York), poi professore ordinario di filosofia all'Università di Francoforte fino alla sua morte, sviluppò una teoria dell'estetica basata sulla musica che trovò il suo punto culminante nella Ästhetische Theorie, pubblicata postuma nel 1970.
***Ciclo di lezioni: La poesia del secondo Novecento
Dal SP 2015 al SP 2016 - 3 ECTS«Ci vuole un secolo o quasi / [...] / ci vuole tutta la fatica tutto il male / tutto il sangue marcio / tutto il sangue limpido / di un secolo per farne uno... // (Frattanto /sul marciapiede di fronte / [...]/ a due a due odiandosi in gorgheggi / di reciproco amore / sei ne sfilavano. Sei» (Vittorio Sereni, Poeti in via Brera: due età).
Parlare della poesia del secondo Novecento non significa soltanto delineare storicamente "quel che viene dopo il canone" (Saba, Ungaretti, Montale); ma - più in profondo - saggiare, in un contesto che non è più solo italiano (e non bastando il comodo principio di "poesia e impegno"), le condizioni della parola, tenendo a mente la lezione di Celan e di altri "phares" anche più presenti nella nostra tradizione: T. S. Eliot, Valéry, Garcia Lorca, etc. Le lezioni, pur monografiche, terranno conto di questi campi di tensione.
III incontro - Giorgio Caproni e la memoria della poesia fra Cavalcanti e Baudelaire
Corrado Bologna
3 dicembre 2015, ore 9.00-12.00, aula PC04
IV incontro - Tra cardi e silenzi soffiati: l'evoluzione della poesia di Giorgio Orelli da L'ora del tempo a Il collo dell'anitra
Fabio Pusterla
11 dicembre 2015, ore 9.00-12.00, aula 251La prima apparizione dell'allora giovanissimo Giorgio Orelli era sostenuta dal suo maestro Gianfranco Contini, che inventava per l'occasione l'immagine sintetica dei "silenzi soffiati (come si dice vetri soffiati)". A partire da lì, e attraverso un'opera contenuta quantitativamente e sorvegliatissima, Orelli ha seguito un percorso espressivo coerente e originalissimo nella poesia del secondo Novecento, in cui l'esattezza del dire, lo spessore culturale e intertestuale, la dimensione narrativa del testo e persino l'impegno etico e civile sanno trovare un punto di equilibrio. Se i "silenzi soffiati" alludono appunto alla trasformazione della materia in sostanza estetica, leggera e trasparente, l'immagine dei "cardi", che appare nella grande raccolta Sinopie (1977) e prosegue poi in quelle successive, suggerisce invece il polo urticante del corpo a corpo con la realtà, che spinge anche il linguaggio a farsi puntuto e petroso.
L'incontro intende così proporre un itinerario attraverso le pagine di un autore di primaria grandezza, eppure spesso poco noto tra i giovani.
***Seminario: «Hic liber pertinet ad Bibliothecam Sacri Montis Alvernae».
La catalogazione delle cinquecentine del Convento della Verna: metodologie di ricerca e risultati raggiunti
Chiara Razzolini e Chiara Cauzzi
17 dicembre 2015, ore 14.30-17.30
aula A34 e Biblioteca universitaria di LuganoLa Biblioteca della Verna fa parte dell'immenso patrimonio librario della Provincia toscana dei frati Minori. Composta da manoscritti, libri corali, incunaboli, oltre ad edizioni antiche e moderne che arrivano fino ai giorni nostri, conta una cospicua e significativa eredità libraria. Tale raccolta risente tuttavia delle difficoltà di gestione e valorizzazione comuni ormai a molti ordini religiosi, dovute principalmente al calo numerico delle comunità. I progetti di intervento in collaborazione con enti esterni sono divenuti fondamentali per la salvaguardia di tali raccolte. La catalogazione delle cinquecentine ha tra i suoi scopi quello di riscoprire la storia della biblioteca attraverso l'analisi delle edizioni e delle note d'esemplare. A partire dal rilevamento di note di possesso ed uso, ex libris e timbri si illustreranno alcuni risultati raggiunti e possibili prospettive di studio.
A seguire:
Prima ricognizione del Fondo Dionisotti: criteri di catalogazione e interventi di conservazione
Paul Gabriele Weston e Chiara CauzziLa composizione del Fondo Dionisotti, conservato presso la Biblioteca Universitaria di Lugano, mette in luce i principali interessi di studio e di ricerca del grande letterato. A seguito di una riorganizzazione degli spazi e dopo alcuni interventi preliminari di conservazione, i volumi della parte antica del Fondo, tutti di grande pregio, vengono valorizzati e messi a disposizione degli utenti attraverso l'inserimento delle descrizioni nei cataloghi della BUL, della rete ticinese e del circuito svizzero nazionale. Le note di esemplare rilevate consentono di abbozzare una prima storia della sua biblioteca personale. Saranno presentate le banche dati utilizzate durante la schedatura, che permettono di comprendere la diffusione delle edizioni in ambito nazionale ed internazionale e di ricostruirne la circolazione.
L'incontro si concluderà presso la Biblioteca universitaria di Lugano dove verrà allestita una piccola esposizione di libri antichi appartenenti al Fondo Dionisotti.SP 2016
Scuola dottorale confederale in Civiltà italiana – Cantieri Testuali: "Homero poeta sovrano". Omero, Virgilio e Dante nella lettura di Boccaccio - 1.5 ECTS
3 febbraio 2016, Università della Svizzera italiana, Lugano.
Il seminario prenderà le mosse dalle recenti scoperte intorno all’attività di editore e interprete di Dante svolta da Giovanni Boccaccio. In un intreccio di ritrovamenti e di interpretazioni, tra filologia e iconografia, si cercherà di fare luce – con l’aiuto di insigni filologi (Marco Cursi, Edoardo Fumagalli, Marco Petoletti) e di una storica dell’arte (Francesca Rosa Pasut) – sull’intenzionalità storiografico-ideologica del Boccaccio: ripensare per intero la storia della civiltà letteraria occidentale, riconoscendo un asse ideale che collega l’Antico al Moderno, muovendo dal padre dell’epica, Omero, e, attraverso Virgilio, culminando con Dante.
***Ciclo di lezioni: La poesia del secondo Novecento
Dal SP 2015 al SP 2016 - 3 ECTS
V incontro «Competente in umiltà». Pasolini poeta religioso
Giacomo Jori
7 aprile 2016, ore 15.30-18.30, aula 254Negli oltre quarant'anni trascorsi dalla morte di Pier Paolo Pasolini, ancora occorre sottrarne la figura e l'opera ai clichés di una ricezione, e di una bibliografia, che ha le sue origini in una più o meno consapevole e sfocata sovrapposizione fra poesia vissuta e poesia scritta. Non per aggiungere un nuovo cliché, ma per una considerazione di quell'opera, di quella parabola biografica e artistica, iuxta propria principia, fedele alla storia e ai testi. Guardando a quei lettori - un piccolo numero di poeti e critici, che di Pasolini sono stati fari, compagni di viaggio, interpreti - che ne hanno saputo cogliere la cifra religiosa.
***Scuola dottorale confederale in Civiltà italiana - Quarto incontro plenario - 1.5 ECTS
22-24 aprile 2016, Fondation Hardt pour l'étude de l'Antiquité classique, Vandœuvres, Genève
***Seminario: Estetica dell'Ottocento - 3 ECTS
Francisco Jarauta
Dal 16 al 20 maggio 2016, ore 13h30-17h30 (ad eccezione del 19 maggio: dalle 9.30 alle 13.30), aula 251
16 maggio - Classicismo e Romanticismo alla morte di Goethe
17 maggio - I diritti del Realismo: L'atelier du peintre di Courbet
18 maggio - Parigi, capitale del XIX secolo. Fantasmagorie della Metropoli
19 maggio (ore 9.30-13.30) - Manet: "le peintre de la vie moderne"
20 maggio - Fin-de-siècle: Dissoluzione e MetamorfosiNel 1832 muore Goethe, Hegel l'anno precedente. Sul 'meridiano' della loro assenza, Classicismo e Romanticismo si confrontano con i grandi cambiamenti dell'epoca, facendo sì che le idee dell'arte si adattino a una nuova sensibilità guidata dal Realismo. Da Flaubert a Courbet: un lungo viaggio che definirà il gusto di una nuova borghesia e espliciterà la sua moralità con nuove aporie. La Metropoli sarà la metafora per eccellenza del nuovo mondo e Baudelaire, nelle parole di Walter Benjamin, "il pittore della vita moderna". Laboratorio di idee, valori e gusti essa sarà fin da subito il modello di un'anelata Modernità e Parigi la "capitale del XIX secolo". Questa Belle époque precipiterà presto in una drammatica fin-de-siècle annunciata dalla Chandosbrief, convertendo Vienna nel "Gedankenexperiment" dell'epoca.
***Scuola dottorale confederale in Civiltà italiana - Giornate residenziali 2016 - 3 ECTS
3-7 luglio 2016, Montelparo (Fermo)
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Programma corsi dottorali a.a. 2014-15
SA 2014
Seminario: Luci e ombre del Settecento - Seminario, 3 ECTS
Dal 23 al 27 marzo, ore 13h30-17h30
23 marzo, aula 150 - La crisi della coscienza europea
24 marzo, aula 150 - Figure e paesaggi del Settecento
25 marzo, aula 250 - L'aura del mondo antico
26 marzo, aula A13 - Lessing vs. Winckelmann: l'estetica del sublime
27 marzo, aula 150 - Goya: il Settecento cancellatoLa Crisi della coscienza europea, studiata da Paul Hazard, segna il passaggio dall'epoca barocca, il Grand Siècle, a un nuovo tempo in cui si definiranno le categorie fondamentali dell'Estetica moderna. All'apparizione di una new sensibility, che orienterà le forme dell'arte, della letteratura o della musica, si aggiungerà la formazione di un nuovo gusto, improntato a una nuova distanza critica, com'era stata descritta da Diderot. L'aura del mondo classico si imporrà come punto di riferimento e modello per un'epoca che presto coglierà le tensioni di un tempo che resiste all'onnipotenza della Ragione, lasciando aperto lo spazio dei Sentimenti. Da tale relazione di luci e ombre nascerà l'estetica del Sublime, proposta che già schiude le porte al primo Romanticismo.
Ciclo di lezioni: I miei cantieri di lavoro
Dal SA 2013 al SA 2014 - 3 ECTS
I professori dell'Istituto, che già abbiano diretto tesi di dottorato, presenteranno i propri « cantieri di lavoro » : non tanto quello che si sta facendo come diario di lavoro, ma in nome di che cosa si ausculta e si lavora sui testi, con quali presupposti e con quali conoscenze, ma soprattutto con quali speranze. Un professore e militante della libertà, Habib El Malki, nel suo saggio Les chantiers de l'avenir [1999], osservava che una lettura corretta del presente (anche dei testi) richiede sempre l'applicazione di due principi: primo, «ouvrir les perspectives de l'espoir»; secondo, saper delimitare esattamente le responsabilità, oltre le quali regna l'arbitrio. A questi principi ci atterremo.
Italianismo e biblismo nell'Europa moderna (XV-XVII sec.)
François Dupuigrenet Desroussilles
12 novembre, ore 9h30-12h30 - aula 251Durante il Quattrocento, l'Italia fu il paese europeo in cui la conoscenza della Scrittura era piu diffusa, in latino come in lingua volgare, soprattutto grazie all'egemonia dell'industria tipografica veneziana. Nel Cinquecento gli ebraisti di tutta Europa fecero della filologia umanistica italiana, venerata da Erasmo, lo strumento essenziale del ritorno alle fonti bibliche del cristianesimo, tanto che in Italia le prime traduzioni in toscano dall'ebraico e dal greco non incontrarono nessuna opposizione da parte della chiesa romana. I modelli iconografici che derivano dalle bibbie veneziane furono diffusi, spesso attraverso edizione stampate a Lione, in tutta l'Europa centrale, persino in Spagna e in Inghilterra, mentre gli incisori italiani tradussero nei valori del bianco e nero l'opera biblica dipinta di Raffaello, Michelangelo e Tiziano. Questa ricchissima «stagione biblica» precedente quella della «Bibbia al rogo» che la seguirà a partire dai primi anni del Seicento, verrà illustrata tramite tre "case studies" : il ruolo dell'industria tipografica veneziana nella diffusione dei testi biblici, gli ebraisti cristiani italiani del Collège des lecteurs royaux fondato da Francesco I e l'uso dei salmi in volgare italiano alla corte di Caterina de' Medici.
Linguistica per il testo poetico
Emilio Manzotti
28 novembre, ore 9h30-12h30 - aula A34Se la poesia, secondo un luogo comune, è in primo luogo "forma", "messaggio messo in forma", essa è forma a tutti i livelli, e non solo a quelli metrici e fonici: è forma in particolare e soprattutto al livello della sintassi, della semantica, della struttura illocutiva interna. Il modello di analisi "linguistica" qui presentato ed esemplificato - in certo modo neutro rispetto alle diverse "forme della critica" e preliminare ad esse - mira in primo luogo, partendo dalla sensazione di opacità, di vaghezza referenziale in genere sperimentata ad una prima lettura, ad una rigorosa ricostruzione linguistica dei significati espliciti e impliciti, delle loro configurazioni o figure, delle interazioni tra i livelli, nell'intento di "far parlare" il testo, di svelarne la ricchezza di significato nascosta dietro la sua apparenza di "costrutto schematico". Ma un simile approccio semantico-logico al testo poetico funge anche da reagente, onde meglio cogliere per contrasto quello che F. Schlegel definiva il «principio di ogni poesia»: «annullare il corso e le leggi della ragione ragionante» per «trasferirci di nuovo nella bella confusione della fantasia, nel caos originario della umana natura» (del resto, la «virtù propria della parola poetica» per A. Manzoni stava proprio nell'«offrire intuiti al pensiero, piuttosto che istrumenti al discorso»).
Ulisse o i rischi dell'intelligenza
Lino Pertile
10 dicembre 2014, ore 10h30-12h30 - aula 402Il personaggio di Ulisse trova la sua realizzazione nel canto XXVI dell´Inferno, ma il mito di Ulisse pervade l´intera Commedia. Il problema morale fondamentale, e tuttora vivo, che s´incarna nell´Ulisse dantesco è quello dell´intelligenza umana: come controllare l´intelligenza che la natura ci ha dato, come vincere la tentazione di lasciarla correre e operare liberamente. Dal I al XXVII canto dell´Inferno, dal I al XIX del Purgatorio, dal II al XXVII del Paradiso il mito di Ulisse si presenta e ripresenta a Dante, poeta e personaggio, come stimolo ad andare avanti nella sua impresa e allo stesso tempo avvertimento a non trapassare il segno oltre il quale l´ingegno umano provoca fatalmente la propria e altrui rovina.
Commento ai testi e lavoro ecdotico: problemi di metodo
Stefano Prandi
11 dicembre 2014, ore 14h30-17h30 - aula A33Quali sono le implicazioni legate alla pratica del commento di un testo letterario? Testi di natura diversa implicano tipologie di commento differenti? Che rapporto intercorre tra il commento di un testo e la sua edizione critica? In che modo la filologia deve porsi al servizio dell'ermeneutica? Questi sono alcuni degli interrogativi a cui si cercherà di dare risposta non in termini astrattamente teorici, ma sulla base di una casistica definita di spettro cronologico assai ampio, da Dante al Novecento, nel rispetto di quel principio basilare di singolarità dei problemi ecdotici a suo tempo enunciato da un grande maestro di filologia, Michele Barbi. Il "metodo" suggerito dal titolo, dunque, si porrà nei termini di un percorso aperto, induttivo e plurale, perché assimilabile all'interno delle differenti esperienze di lavoro dei dottorandi.
SP 2015
Ciclo di lezioni: La poesia del secondo Novecento
Dal SP 2015 al SP 2016 - 3 ECTS«Ci vuole un secolo o quasi / [...] / ci vuole tutta la fatica tutto il male / tutto il sangue marcio / tutto il sangue limpido / di un secolo per farne uno... // (Frattanto /sul marciapiede di fronte / [...]/ a due a due odiandosi in gorgheggi / di reciproco amore / sei ne sfilavano. Sei» (Vittorio Sereni, Poeti in via Brera: due età).
Parlare della poesia del secondo Novecento non significa soltanto delineare storicamente "quel che viene dopo il canone" (Saba, Ungaretti, Montale); ma - più in profondo - saggiare, in un contesto che non è più solo italiano (e non bastando il comodo principio di "poesia e impegno"), le condizioni della parola, tenendo a mente la lezione di Celan e di altri "phares" anche più presenti nella nostra tradizione: T. S. Eliot, Valéry, Garcia Lorca, etc. Le lezioni, pur monografiche, terranno conto di questi campi di tensione.
***I incontro - Saggi obliqui. Trasmutazioni e traduzioni in Amelia Rosselli
Antonella Anedda
17 aprile, ore 10h00-13h00 - aula A34«Delirai imperfetta su scale di bastoni»: in anni ormai lontani la lettura di questo verso di Amelia Rosselli aveva preceduto di qualche mese l'incontro con la sua persona.
Partiremo da questi dati per scorrere insieme il corpo di una poesia in cui la coscienza dell'errore (e dell'errare) è inscindibile dall'esigenza di una composizione ritmica e architettonica del testo.
A questa ricerca non sono estranee le prose e soprattutto le molte trasmutazioni e le poche ma significative traduzioni che seguiremo e analizzeremo insieme e che fanno dell'opera di Rosselli una delle più originali e, per usare un suo termine, "cangianti" del XX secolo.
II incontro - «Il tempo della vita che tracìma». Attraverso la poesia di Giovanni Giudici
Rodolfo Zucco
27 maggio, ore 10h00-13h00 - aula A34Il seminario intende proporre un profilo complessivo di Giovanni Giudici (1924-2011) attraverso una riflessione critica sulla sua posizione nel quadro della poesia del secondo Novecento italiano, la proposta di un percorso di testi esemplari commentati (testi prelevati anche dalla importantissima opera del traduttore) e uno sguardo ravvicinato al laboratorio del poeta (con presentazione di «fogli di lavoro» relativi a una o più poesie).
***Scuola dottorale confederale in Civiltà italiana - Terzo incontro plenario - 1.5 ECTS
24-26 aprile 2015, Musikwissenschaftliches Seminar, Universität Basel
***Scuola dottorale confederale in Civiltà italiana - Giornate residenziali 2015 - 3 ECTS
5-9 luglio 2015, Palazzone di Cortona, Scuola Normale Superiore, Cortona
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Programma corsi dottorali a.a. 2013-14
SA 2013
Scuola dottorale confederale in Civiltà italiana - Incontro plenario (SP 2013)
19-20 giugno 2013, Accademia di architettura, Mendrisio.
***Scuola dottorale confederale in Civiltà italiana - Giornate residenziali - 3 ECTS
2-5 ottobre 2013, Kunsthistorisches Institut in Florenz - Max-Planck-Institut, Firenze.
***Scuola dottorale confederale in Civiltà italiana - Cantieri Testuali: Gadda - 1.5 ECTS
8-9 novembre 2013, Università della Svizzera italiana, Lugano.
La vicenda storica delle carte lasciate da Carlo Emilio Gadda è misteriosa, ingarbugliata: quasi lo specchio della macchina testuale dei suoi romanzi e la metafora della sua visione della realtà, che nel fondamentale La disarmonia prestabilita (1969) Gian Carlo Roscioni definì barocca.
Dall'Archivio Liberati di Villafranca (Verona) sono emerse inedite combinazioni, scritture avventizie e inesauribili riscritture. L'attuale proprietario, Arnaldo Liberati, e i filologi che vanno riordinando l'Archivio anche in vista di nuove edizioni dell'opera gaddiana intrapresa dall'editore Adelphi (Giorgio Pinotti, Emilio Manzotti, Paola Italia, Claudio Vela) ci accompagnano nel «groviglio» di questi scritti, dove la filologia si confronta con problemi editoriali e interpretativi, mettendo in discussione anche i suoi princìpi di metodo.
***Ciclo di lezioni: I miei cantieri di lavoro
Dal SA 2013 al SA 2014 - 3 ECTS
I professori dell'Istituto, che già abbiano diretto tesi di dottorato, presenteranno i propri « cantieri di lavoro » : non tanto quello che si sta facendo come diario di lavoro, ma in nome di che cosa si ausculta e si lavora sui testi, con quali presupposti e con quali conoscenze, ma soprattutto con quali speranze. Un professore e militante della libertà, Habib El Malki, nel suo saggio Les chantiers de l'avenir [1999], osservava che una lettura corretta del presente (anche dei testi) richiede sempre l'applicazione di due principi: primo, «ouvrir les perspectives de l'espoir»; secondo, saper delimitare esattamente le responsabilità, oltre le quali regna l'arbitrio. A questi principi ci atterremo.
I incontro - Scrivere storia delle idee
Francisco Jarauta
28 novembre 2013, ore 15h30-18h30 - aula A34
Dai primi dibattiti intorno al campo della History of ideas, nati nel contesto dei lavori di Arthur O. Lovejoy e dei suoi seguaci René Wellek o Leo Spitzer, sino alla situazione attuale si delinea un lungo e appassionato periodo in cui i concetti e i metodi delle discipline storiche si sono modificati qualitativamente. Oggi abbiamo davanti un territorio complesso, percorso da modelli di analisi ben lontani da quelli postulati negli anni centrali del ventesimo secolo nella scuola di Baltimora, capaci di mostrare prospettive nuove dell'accadere storico a partire dalla sua complessità intrinseca. Da Hans Blumenberg a Michel Foucault, a Jean Starobinski, o ai risultati della Begriffsgeschichte proposta da Reinhardt Kosseleck si apre uno spazio di investigazione nuovo che le diverse discipline esplorano a partire dalla specificità dei propri argomenti.
II incontro - Autocritica aristotelica. Parerga e prologomena
Carlo Ossola
18 dicembre 2013, ore 9h30-12h30 - aula 402
L'occasione fornita dalla riedizione (quasi raddoppiata) dell'Autunno del Rinascimento, 1971, permette di ripercorrere quarant'anni di bibliografia sul Rinascimento e di porre domande - a sé e ai piu' giovani studiosi - sulle ragioni del mutare della percezione storica di epoche e di categorie critiche, di ritrovare Maestri e di sottoporre a revisione assunti che sembravano dati e consolidati. Ma come evitare che la critica non sia perennemente che una "storia della storiografia critica"SP 2014
Seminario Dalla 'Città ideale' alla 'Torre di Babele' - Seminario - 3 ECTS
Francisco Jarauta
24-28 marzo 2014, Campus USI
In un periodo breve, di appena settant'anni, nell'immaginario culturale europeo emergono due immagini e concetti antagonisti. Il primo emerge nei tre dipinti che sotto il titolo di Città ideale sono realizzati nella Urbino di Federico di Montefeltro a fine Quattrocento, tra il 1480 e il 1490. Nell'ispirazione albertiana rappresentano l'ideale di una città che è già metafora per eccellenza di un nuovo mondo: lo stesso che sarà delineato poi dal medesimo Alberti. Il secondo apparirà una decade più tardi in contesto fiammingo. Pieter Brueghel il Vecchio nel 1563 dipingerà la prima Torre di Babele. Contro la poetica che da Alberti a Piero della Francesca caratterizza tutto il primo Rinascimento nella sua dimensione etica e propositiva, si annuncia ora un nuovo concetto che postula una concezione complessa e incompiuta della storia e dell'opera umana. Obiettivo del seminario sarà analizzare i contesti storico-culturali in cui nascono entrambe le idee e confrontare i due mondi immaginati all'origine stessa dell'epoca moderna.
***Ciclo di lezioni: I miei cantieri di lavoro
Dal SA 2013 al SA 2014 - 3 ECTS
I professori dell'Istituto, che già abbiano diretto tesi di dottorato, presenteranno i propri « cantieri di lavoro » : non tanto quello che si sta facendo come diario di lavoro, ma in nome di che cosa si ausculta e si lavora sui testi, con quali presupposti e con quali conoscenze, ma soprattutto con quali speranze. Un professore e militante della libertà, Habib El Malki, nel suo saggio Les chantiers de l'avenir [1999], osservava che una lettura corretta del presente (anche dei testi) richiede sempre l'applicazione di due principi: primo, «ouvrir les perspectives de l'espoir»; secondo, saper delimitare esattamente le responsabilità, oltre le quali regna l'arbitrio. A questi principi ci atterremo.
Storicità e tradizione dei testi
Corrado Bologna
2 aprile 2014, ore 15h30-18h30 - aula A34
Ogni testo "vive" nella storia, e spesso nella storia deve subire l'oblio, la cancellazione, la perdita degli elementi necessari a comprenderne, appunto, la storicità. La filologia, che vive anch'essa nel-tempo, quando riesce a storicizzare un testo restituendolo al tempo che fu suo e insieme a quello che è nostro, diviene a pieno titolo ermeneutica storica.
Accanto a una filologia che interpreta i testi "salvati" esiste una filologia di quelli "sommersi": filologia degli scarti, dei dislivelli, perfino dei malentendus. Talvolta un testo può emergere dall'inchiesta filologico-storiografica completamente diverso da come era stato posto sotto il microscopio del ricercatore: finalmente compreso, restituito alla sua storicità, nato a vita nova.
Cantieri spitzeriani
Claudia Caffi e Silvia Albesano
26 maggio 2014, ore 15h30-18h30 - aula A34
Addetto al vaglio della corrispondenza in italiano per la censura militare austriaca tra il 1915 e il 1918, il linguista Leo Spitzer (1887-1960) vede in quell'esperienza tragicamente straordinaria l'opportunità di studiare le strategie attuate dai corrispondenti per aggirare il divieto di riferirsi alla fame patita nella prigionia. Frutto del singolare «esperimento» - insieme alla raccolta Lettere di prigionieri di guerra italiani (1921; 1976) - sarà il saggio Die Umschreibungen des Begriffes 'Hunger' (1920). L'edizione italiana di tale saggio, in preparazione nell'ambito di un più ampio progetto editoriale dei lavori di italianistica di Spitzer inaugurato con Lingua italiana del dialogo (1922; 2007), rappresenta il compimento della 'trilogia' italiana dell'autore. Al di là della testimonianza di un momento e di un ingegno assai peculiari, quali prospettive di ricerca hanno da offrire questi testi, ormai quasi centenari, ai linguisti, filologi romanzi, italianisti di oggi? In quali aspetti risultano superati e irriducibilmente figli del proprio tempo, e in quali invece precorrono orientamenti di là da venire? E come dar conto, in sede editoriale, di queste valenze multiple?
***Scuola dottorale confederale in Civiltà italiana - Incontro plenario - 1.5 ECTS
25-27 aprile 2014, Villa Cagnola, Gazzada, (VA)
***Scuola dottorale confederale in Civiltà italiana - Cantieri Testuali: Boccaccio - 1.5 ECTS
2-3 giugno 2014, Università della Svizzera italiana, Lugano.
Il settimo centenario della nascita di Giovanni Boccaccio è stato accompagnato da una serie di manifestazioni culturali di alta qualità, che hanno fatto il punto sulle acquisizioni storiografiche relative al nostro più grande prosatore antico. In particolare gli specialisti stanno portando alla luce con crescente urgenza il problema del testo critico del Decameron, dopo l'inaugurale, insostituibile lavoro di Vittore Branca: Tradizione delle opere di Giovanni Boccaccio, 1958; l'individuazione del codice autografo, 1962; Boccaccio medievale e nuovi studi sul Decamerone, 1981.
All'illustrazione delle novità intorno al testo del Decameron, e in particolare alla proposta innovativa di una revisione globale della tradizione manoscritta per ripensare il ruolo dell'autografo Hamilton 90 nella definizione del testo critico, saranno dedicate tre lezioni di alcuni fra i migliori specialisti italiani (il paleografo Marco Cursi, i filologi Maurizio Fiorilla e Lucia Battaglia Ricci).
***Seminario IVAM
Francisco Jarauta,
Mostra e seminario - 1,5 ECTS
5-7 giugno 2014, Valencia
Scarica il programma e il pieghevole
Il seminario, attento a esplorare la storia dell'arte del XX secolo, i suoi problemi e le sue idee, si inserisce nella cornice della mostra
La Colección del Ivam XXV Aniversario.
Panoramica dell'arte del XX secolo a partire dalle principali opere della collezione, la mostra è organizzata in tre tappe cronologiche pensate a formare le costellazioni che ne articolano i diversi momenti.
***Scuola dottorale confederale in Civiltà italiana - Giornate residenziali - 3 ECTS
6-10 luglio 2014, Hotel Serpiano, Monte San Giorgio (TI).
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Programma corsi dottorali a.a. 2010-11
SP 2011
Tradizione e fortuna dei classici italiani, fra letteratura e arti - 3 ECTS
Il ciclo di lezioni svolgerà, attraverso un'esemplificazione puntuale, due prospettive di storiografia letteraria: la tradizione e la fortuna dei classici italiani nel loro costituirsi come punti critici, "catastrofi" storico-culturali che ridisegnano e riorientano le linee di ricezione coagulate durante gli ampi periodi di "latenza"; i principali nodi metodologici che stringono il rapporto fra la letteratura e le arti figurative nel loro variare e diverso dimensionarsi lungo i secoli.
Com'è stato detto, i classici sono «specialisti delle situazioni originarie», perché sommuovono le apparenze, affrontano il disordine del mondo, trovando le parole per dire il caos e il caso dell'esistenza, e così collaborano a riparare le rovine del tempo, a cui riescono a restituire una "forma simbolica" elevata. Secondo le parole dello Zibaldone di Leopardi, si può ben dire che «l'originalità di un grande scrittore, producendo la sua fama, impedisce l'originalità de' successori». La sequenza che costituisce il cànone dei classici appare lineare quando la scuola ne definisce il tracciato: ma uno scavo filologico che di questa linearità restituisca il complesso formularsi può portare alla luce fratture, faglie, scarti, che testimoniano proprio la dialettica intrinseca alla storia dei classici. Accumulatore di temporalità e di immagini collettive, il classico collabora alla formazione e alla trasformazione di una civiltà, cioè alla plasmazione delle sue forme culturali.
Il secondo tema che il ciclo dottorale intende esaminare, in corrispondenza con il dettato fondativo dell'Istituto di studi italiani, è l'intreccio delle arti, in particolare di quelle della parola con quelle dell'immagine, nella plasmazione della civiltà italiana. I metodi della scuola warburghiana e di quella longhiana verranno messi a frutto nella loro dimensione di prospettive critiche che integrano e sviluppano la storia letteraria sull'orizzonte della storia delle culture. Alcuni casi di interferenza autoriale, con caratteri prossimi all'autografia, nell'illustrazione di un libro, come il Decameron e i Promessi Sposi del 1840, saranno assunti in esame, anche con il contributo di specialisti, per identificare il contributo dell'immagine nella realizzazione di una vera e propria "opera d'arte totale", esempio raro quanto significativo di letteratura insieme scritta e disegnata.
Orario e date delle lezioni:
Lunedì 14 marzo, ore 10:30-12:30 (aula 251): Il De vulgari eloquentia: la lingua, la letteratura, il potere
Lunedì 14 marzo, ore 16:30-18:30 (aula 251): Dante, ricapitolatore di una civiltà. Le letture moderne di Dante
Martedì 15 marzo, ore 10:30-12:30 (aula 251): Warburg, Curtius, Auerbach, Spitzer: modelli novecenteschi di storia della civiltà medioevale e moderna
Giovedì 17 marzo, ore 10:30-12:30 (aula 251): Letteratura e arte. L'età moderna
Mercoledì 6 aprile, ore 09:30-12:30 (aula 251): Proff. Lucia Battaglia Ricci e Marco Cursi, Il codice Parigino del Decameron: la scrittura, il testo, le immagini
Giovedì 7 aprile, ore 10:30-12:30 (aula 355): L'Orlando Furioso e la tradizione dei libri di cavalleria
Giovedì 7 aprile, ore 16:30-18:30 (aula 250): Letteratura, arti, scienze nell'età barocca
Venerdì 8 aprile, ore 10:30-12:30 (aula 355): Proff. Carlo Ossola e Corrado Bologna: Ungaretti, Saba, Montale e la tradizione lirica
Martedì 19 aprile, ore 15:30-18:30 (aula 251): Prof. Marco Ariani, Fonti neoplatoniche di Dante sul tema della luce
Giovedì 19 maggio, ore 15.00-17.00 (aula A23): Prof. Lorenzo Bianconi, Filologia dei libretti musicali
Venerdì 20 maggio, ore 16.15-17.45 (aula A34): Caravaggio, Manzoni, Gadda, Longhi: nuovi accertamenti
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Programma corsi dottorali a.a. 2009-10
SA 2009
Seminario: La storicità dei testi - 3 ECTS
Novembre 2009: 4, 5, 6, 10, 11
Dicembre 2009: 2
Aprile 2010 (Boccaccio interprete di Dante): 27 (15,30-17,00, aula 355), 28 (10,30-12,00, aula 251), 29 (10,30-12,00, aula 251)
Maggio 2010 (Tradurre: una semantica storica): 18 (15,30-17,00, aula 251), 19 (10,30-12,00, aula 251), 20 (10,30-12,00, aula 251)
***Seminario: Bibliografia e storia del libro - 3 ECTS
François Dupuigrenet-Desroussilles
Novembre 2009: 24, 25, 26, 27, 28.
Dicembre 2009: 15, 16, 17, 18, 19.Il corso è diviso in due settimane durante le quali alterneranno corsi seminariali con utilizzo di documenti digitali, all'USI, e presentazione di libri antichi, alla biblioteca Salita dei Frati. La prima settimana sarà dedicata al libro del Quattrocento e del "lungo" Cinquecento (1450-1620), la seconda al libro del periodo barocco e di quello preindustriale (1620-1830). Si porrà l'accento sulle tendenze più recenti della storiografia del libro, dalla semiotica dello spazio visivo del libro alla storia delle tecnologie del testo sviluppata dal gruppo History of Text Technologies (HoTT) della Florida State University, e sull'uso di fac-simile digitali per lo studio del libro antico. La maggior parte degli esempi saranno tratti dalla storia del libro in Italia: libri prodotti in territorio italiano o libri che circolarono entro questo spazio.
SP 2010
Seminario: Storicità e tradizione dei testi: l'ermeneutica filologica - 3 ECTS
La tradizione materiale dei testi forma e condiziona anche la loro fortuna culturale. Riconoscere e analizzare i modi, i tempi, i luoghi i testi che hanno accompagnato la nascita e la trasmissione di un testo, in particolare dei grandi classici, consente di identificare il grado di intervento autoriale nella tradizione e le caratteristiche di questa configurazione iniziale, ma anche di ricostruire i dislivelli della ricezione successiva, i suoi diversi orientamenti, perfino le metamorfosi profonde e le reinterpretazioni che la diffusione comporta.
In quest'orizzonte problematico ogni lezione, imperniata sull'esame di testi letti nella dimensione diacronica della loro "metamorfosi" lungo le tappe della ricezione, affronterà un problema metodologico fondamentale, sia di carattere editoriale, in ordine alla storia della tradizione e alla critica del testo, sia di ordine ermeneutico, ponendo in luce di volta in volta uno o più "casi" esemplari.
Si seguirà un ordine prevalentemente cronologico, incominciando con i "casi" significativi dei classici delle origini, per giungere ad alcuni momenti rilevanti nella tradizione del moderno, ripensata nel suo radicamento storico e nel suo rimeditare e rielaborare i grandi modelli della tradizione passata, italiana ed europea.Marzo 2010: 8 (14,30-17,30, aula A34), 9 (15,30-17,30, aula 254), 10 (10,30-12,30, aula 251), 22 (14,30-17,30, aula 254), 23 (15,30-17,30, aula 254), 24 (10,30-12,30, aula 251).
Aprile 2010: 12 (14,30-17,30, aula A34), 13 (15,30-17,30, aula 254), 14 (10,30-12,30, aula 251), 19 (14,30-17,30, aula A34), 20 (15,30-17,30, aula 254), 21 (10,30-12,30, aula 251).