Il progetto prende in esame la produzione filosofica di Furio Jesi, in particolar modo gli scritti dei primi anni '70. Da Mitologie intorno all'illuminismo (1972) a Esoterismo e linguaggio mitologico (1975), passando per le monografie su Kierkegaard (1972), Rousseau (1973) e Pascal (1974), Jesi delinea una filosofia che, non diversamente dalla poesia, è «solitario accesso alla collettività dell'essere» e del mistero: partecipazione di «tutti gli uomini» al privilegio del «segreto» in cui consiste il sapere.
Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Lettere e Filosofia
Relatore/i - Relatrice/i: Lina Bolzoni
All’interno di un arco cronologico che ha come estremi Vico e Leopardi, e con apertura all’ambito europeo, il progetto mira a mettere a fuoco il legame tra moderna riflessione filosofica sulla memoria e affermarsi di nuove tecniche di memorizzazione, trasferite sempre di più dalla dimensione orale e collettiva a quella interiore, privata e scritturalizzata. Oltre a Leopardi e Vico, gli altri autori presi in esame sono Muratori, Conti, Genovesi, Beccaria, Bettinelli e Cesarotti.
Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze umane
Relatore/i - Relatrice/i: Lina Bolzoni
Il progetto di ricerca ha preso in esame le Rime di Gaspara Stampa, edite postume a Venezia nel 1554. L’analisi ha riguardato quattro argomenti principali: la storia e la struttura della raccolta poetica, la pubblicazione dell’opera nel contesto dell’editoria femminile di medio Cinquecento, i caratteri dell’imitazione petrarchista e la fortuna letteraria della Stampa fra Sette e Ottocento.
Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Lettere e Filosofia
Relatore/i - Relatrice/i: Corrado Bologna
La ricerca ha come obiettivo una nuova lettura dei testi delle prime generazioni trobadoriche attraverso l’Ars poetica di Orazio e le sue categorie passibili di una sua rielaborazione attiva nella prima produzione volgare, responsabile di elementi di riflessione metapoetica e di implicazioni etiche e morali dello stile.
Universität Bern, Institut für Archäologische Wissenschaften
Relatore/i - Relatrice/i: Elena Mango
Nell'ambito della propagazione dei culti isiaci e di modelli culturali ellenistici nell'Impero romano (specie I a.C. - I d.C.), il progetto mira a fornire un primo approfondito ed aggiornato studio circa Aegypiaca e motivi egizi ed egittizzanti nel contesto pompeiano. Ogni “oggetto” sarà perciò esaminato nel proprio contesto, ponendo attenzione alla diversa relazione tra i presunti e differenti rapporti suggeriti dalla collocazione di questi in determinati spazi abitativi e funzionali, contribuendo così anche alla definizione dell'influenza del culto isiaco nel contesto pomepiano.
Università di Udine, Kunsthistorisches Institut in Florenz - Max-Planck-Institut
Relatore/i - Relatrice/i: Alessandro Del Puppo, Gerhard Wolf, Michael F. Zimmermann
Il progetto ha come obiettivo la ricostruzione di una storia visiva del primo colonialismo italiano in Africa Orientale, segnato dalle due gravi sconfitte subite a Dogali (1887) e ad Adua (1896). Complice la sua riproducibilità, l’immagine fu uno strategico strumento di propaganda coloniale, efficace nel raggiungere diversi strati della società italiana, ancora culturalmente divisa e scarsamente alfabetizzata. L’inedita disamina della produzione scaturita dall’esperienza coloniale italiana nelle sue diverse forme (pittura, scultura, arti applicate, fotografia, stampa illustrata) – particolarmente incentrata sulla rappresentazione degli scontri militari – permette infatti di individuare la problematica relativa alle strategie visive adottate per una comunicazione manipolata degli eventi, lampante nel caso della prima sconfitta di Dogali. Inquadrando gli oggetti nell’ambito della cultura coloniale, l’intento è quello di istituire tra essi un dialogo in relazione alla produzione letteraria e alle teorie antropologiche contemporanee agli eventi, ricostruendo così il linguaggio visivo, la narrazione e le dissonanze del “discorso coloniale”. Analogamente si intende far emergere lo scetticismo, la resistenza e il dissenso opposti alla presunta “missione civilizzatrice”. La ricezione, fino all’epoca fascista, delle immagini e degli oggetti relativi a questa prima fase dell’esperienza africana, così come la sopravvivenza di queste immagini in ambiti figurativi e letterari svincolati dall’accezione coloniale, contribuiranno a delineare il nemico e l’alterità africana quali elementi di opposizione funzionali al tentativo di definizione dell’identità nazionale italiana.
Università della Svizzera italiana, Istituto di storia e teoria dell'arte e dell'architettura
Relatore/i - Relatrice/i: Christoph Frank, Kornelia Imesch Oechslin
Harald Szeemann (Berna 1933-Canton Ticino 2005) usava definirsi un “creatore di mostre” ed un “poeta dello spazio”. Un “curatore indipendente senza casa” che ha rivoluzionato le pratiche artistiche e i luoghi espositivi tradizionali, facendo della mise en scène artistica non solo un mestiere, ma una vera e propria forma d’arte. Il rovesciamento dell’approccio stilistico nella concezione e nell’allestimento delle mostre d’arte ha informato l’intera attività critica e curatoriale di Szeemann, il quale sostituì la vetusta dialettica stilistica con la prospettiva costruttivista ed emancipativa offerta dalla filosofia della différance. Uno degli obiettivi posti da tale progetto di ricerca consiste nel ripensare il peculiare approccio curatoriale dello studioso svizzero, che alla disposizione cronologica delle opere d’arte preferì un orientamento metodologico precipuamente tematico, collocandole entro un “reticolo organizzato di ossessioni” che privilegia l’anacronismo e la disposizione delle medesime per “somiglianze di famiglia”; ma si vuole riconsiderare l’eredità di Szeemann altresì alla luce del panorama artistico e curatoriale italiano, individuando possibili elementi di contiguità rispetto al lavoro di eminenti figure del mondo dell’arte come Arturo Schwarz e Germano Celant, coi quali questi ebbe pur modo di collaborare. Infine, s’interrogherà il suo prezioso archivio, fuggendo tuttavia le insidie nonché le lusinghe insite in ogni forma di monumentalizzazione, per accostarlo invece alle topografie emozionali quali la Carte du pays de Tendre posta a corredo del romanzo di Madeleine de Scudéry, Clélie (1654), o il Museo Marès (1893-1991) di Barcellona: non già un deposito chiuso e polveroso contenente documenti e materiali inerti con cui erigere monumenti, bensì un luogo capace di suscitare idee ed emozioni; un gabinetto di curiosità creatore di visioni e fantasmagorie.
Università della Svizzera italiana, Istituto di studi italiani
Relatore/i - Relatrice/i: Jürgen Maehder, Carlo Ossola
Il mio progetto di dottorato intende approfondire lo studio dell’oratorio, come genere letterario e musicale, nel periodo tra il Sei e il Settecento. Sono stati selezionati quindici libretti d’oratorio, undici dei quali hanno come protagonista Giuditta e la sua vicenda tratta dal testo veterotestamentario a lei dedicato; un libretto è intitolato a Oloferne, mentre i rimanenti tre sono dedicati ad altre tre donne dell’Antico Testamento (Debora, Giaele, Micole). Lo studio partirà dal libretto e dalla partitura dell’oratorio La Giuditta di Benedetto Marcello (1709) e si suddividerà in tre parti: una prima sezione in cui verrà curata l’edizione dei libretti; una seconda parte di commento sulla ricezione dell’eroina e dei protagonisti dell’episodio biblico nei libretti editati; infine una terza parte che intende curare l’edizione critica della partitura marcelliana, approntandone una contestualizzazione storico-compositiva.
Universität Bern, Institut für Archäologische Wissenschaften
Relatore/i - Relatrice/i: Elena Mango
L’indagine archeologica sul Piano del Tamburino è frutto della collaborazione tra l’Università di Berna e il Parco Archeologico di Himera. I primi risultati hanno permesso di inseirire il sito nell’ambito degli studi sull’archeologia del sacro. La ricerca si concentra sull’analisi delle dinamiche rituali e degli spazi dedicati al rito. Le evidenze archeologiche sono quindi il mezzo d’indagine della relazione tra l’utilizzo del culto e l’evoluzione del rituale all’interno di una società.
Relatore/i - Relatrice/i: Giulio Sodano, Elena Porciani
Il progetto indaga l’affiorare del motivo del corpo anatomizzato in diversi strati della cultura napoletana dell’Ottocento, con l’obiettivo di misurare la presenza di una mentalità dell’anatomia nel folklore, nella letteratura di consumo e nella trattatistica scientifica del contesto in esame. Nel campo della cultura popolare, si verificherà la ricorrenza del tema considerando la venerazione di reliquie e il culto locale delle «anime pezzentelle», ambiti accomunati da ritualità fondate sul contatto tra fedeli e parti di corpi investite di valore devozionale. Per quanto attiene alla letteratura, ci si concentrerà sulla produzione dei fratelli Mastriani. Se dei romanzi di Francesco Mastriani si censiranno vocaboli mutuati dal linguaggio medico e anatomico, nella Notomia morale (1855;1871) di Giuseppe si evidenzierà invece come il termine anatomia, applicato allo studio dell’etica, assurga a metodo di conoscenza che, tramite la dissezione, scompone l’habitus dell’uomo in parti più minute, ovvero temperamenti, caratteri, sentimenti e passioni. Si studierà l’influenza della cultura medica sulla Notomia mettendo in risalto l’affinità metodologica che lega l’opera a coevi manuali sulla sezione cadaverica. In particolare ci si focalizzerà sulla corrispondenza dei libri I e II, incentrati rispettivamente sui temperamenti e sui caratteri, con la prima fase della procedura autoptica, ossia il rilevamento delle caratteristiche esterne del corpo. Il libro III, che verte sui sentimenti, si collegherà all’ispezione del cervello, ed infine, il libro IV, relativo alle passioni, sarà ricondotto all’esame del cuore.
Ulteriore scopo del lavoro è mettere in relazione il trattato di Mastriani con il genere primo moderno delle anatomie letterarie (secoli XVI-XVII) mostrando, rispetto a esso, continuità e cesure.
Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Lettere e Filosofia
Relatore/i - Relatrice/i: Corrado Bologna; Andrea Tabarroni
Il presente lavoro intende ricostruire il nesso tra desiderio, libero arbitrio e grazia predestinata in Dante, sullo sfondo del dibattuto poetico, medico, giuridico e, soprattutto, filosofico-teologico tra XIII e XIV secolo.
Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Scienze umane
Relatore/i - Relatrice/i: Lina Bolzoni, Alberto Casadei
Il lavoro consiste in uno studio dei problemi testuali e interpretativi posti dalle opere scritte o rielaborate da Ariosto nella sua ultima stagione creativa. Si affrontano questioni relative al commento, anche linguistico, al testo dei Cinque canti, e alla loro discussa cronologia, e si indaga il rapporto che esiste tra l’accantonamento del progetto che essi rappresentavano e le giunte del 1532. Inoltre, si esaminano i Frammenti autografi che trasmettono gli episodi aggiunti nell’ultimo Furioso, per riconsiderare le analisi filologiche di S. Denedetti e per esplorare le dinamiche della scrittura e della inventio ariostesca; tali episodi sono anche messi criticamente in rapporto con le commedie riscritte in versi.
Universität Basel, Musikwissenschaftliches Seminar
Relatore/i - Relatrice/i: Matteo Nanni
Dagli estremi biografici di Dominus Paulus Abbas de Florentia (1355-1436) e dalle sue non troppo scarse tracce documentarie - grazie alla posizione di abate benedettino a San Martino al Pino e di Rettore presso l’Ospitale dell’Orbatello - si intravede una carriera influente non solo per l’output musicale, ma anche per le relazioni con gli establishments culturali più in vista di Firenze. La sua opera lascia intravedere un’affinità forse anche a livello di committenza, non solo con Landini e Bartolino citati nel “Paradiso degli Alberti”, ma anche con gli esponenti letterari e artistici del gotico-flamboyant. Il presente studio dottorale si pone come obiettivo l’analisi comparata di testi e musiche nella loro interrelazione metrico-retorica, illuminata dalla ricostruzione del contesto culturale cittadino, soffermandosi sia sul dato storico-artistico (rilevante sia per la comprensione delle miniature dei manoscritti musicali, sia per identificare comuni tendenze culturali coi musicisti e i letterati nei rapporti di committenza), sia sulla raccolta di elementi storico-biografici pertinenti al ruolo degli ordini religiosi sullo sviluppo della pratica polifonica e della cultura ad essa sottesa, con peculiare accento sulla formazione retorica e erudita dei suoi componenti, riallacciandosi infine a quella tradizione di musica non scritta, di cui le pratiche e le occasioni di esecuzione portano agli usi di un’intera municipalità che canta all’ombra “del Battista di gloria”.
Università della Svizzera italiana, Istituto di studi italiani
Relatore/i - Relatrice/i: Corrado Bologna, Carlo Ossola
Le carte 20r-37v del codice II.II.8 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze trasmettono il cosiddetto frammento magliabechiano del Decameron (inizio del settimo decennio del sec. XIV), probabilmente il più antico testimone dell’opera. Ideato e trascritto nel Regno di Napoli da un mercante fiorentino legato al Gran Siniscalco Nicola Acciaiuoli, contiene un Proemio non boccacciano, le conclusioni I-VIII, la novella IX 10 e la conclusione IX. La tesi di dottorato consisterà nell’edizione diplomatico-interpretativa e nello studio filologico e storico-letterario del frammento. L’analisi filologica cercherà di determinarne la posizione stemmatica all’interno della tradizione decameroniana e le peculiarità grafiche e linguistiche mediante la collazione completa con i manoscritti Parigino Italiano 482 (Parigi, Bibliothèque Nationale de France), Vitali 26 (Piacenza, Biblioteca Passerini Landi), Hamilton 90 (Berlino, Staatsbibliothek Preussischer Kulturbesitz, autografo di Boccaccio) e Pluteo 42.1 (Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana). L’indagine variantistica sarà affiancata dall’analisi dell’impaginazione, del sistema delle maiuscole e dell’interpunzione del codice e completata da uno studio storico-letterario mirato a individuare le fonti letterarie e, più in generale, l’appartenenza culturale del compilatore del Proemio, in modo da poter avanzare qualche ipotesi sulla destinazione di questa singolare antologia decameroniana.
Università della Svizzera italiana, Istituto di storia e teoria dell'arte e dell'architettura
Relatore/i - Relatrice/i: Carla Mazzarelli
Inserita nel progetto finanziato dal Fondo Nazionale Svizzero Visibility Reclaimed. Experiencing Rome’s First Public Museums (1733-1870). An Analysis of Public Audiences in a Transnational Perspective (progetto FNS-100016_212922, direzione: Carla Mazzarelli), la ricerca desidera rileggere la storia dei musei pubblici di Roma nei tumultuosi decenni compresi tra il 1850 e il 1890 – dal progressivo indebolimento del potere temporale della Chiesa sino all’annessione dell’Urbe al Regno d’Italia e oltre - attraverso una lente per certi aspetti ancora poco impiegata per lo studio e la conoscenza delle istituzioni museali del XIX secolo: quella del ruolo del pubblico dei visitatori e delle modalità di fruizione e di ricezione degli spazi in cui le opere d’arte vengono, ad un tempo, conservate ed esposte. A fondamento della ricerca si pone una serie di fonti primarie - come le richieste e i permessi concessi per accedere ai musei e le relazioni degli addetti ai lavori dei musei Vaticani e Capitolini - vagliate secondo una prospettiva comparativa con altre geografie italiane ed europee.
Università della Svizzera italiana, Istituto di studi italiani
Relatore/i - Relatrice/i: Giacomo Jori, François Dupuigrenet Desroussilles, Paul Gabriele Weston
Il progetto si pone come obiettivo quello di analizzare lo sviluppo della Biblioteca Ambrosiana nei primi cinquant’anni di vita e, in particolare, l’organizzazione (l’acquisizione del patrimonio librario, l’allestimento dei cataloghi, la predisposizione di un regolamento, la progettazione degli ambienti destinati alla conservazione del materiale bibliografico). Questa indagine si concentrerà sulla personalità di Antonio Olgiati (1570-1648), Prefetto e primo Bibliotecario, inserita nel contesto storico, culturale e religioso della Milano del tempo.
Università di Roma Tor Vergata - Università degli Studi Roma Tre - Università della Svizzera italiana, Istituto di storia e teoria dell’arte e dell’architettura
Il presente progetto analizza la pittura di paesaggio prodotta a Roma nella prima metà del XIX secolo, con un focus su Giovan Battista Bassi (Massalombarda, 1784 - Roma, 1852). Si cercherà di chiarire le relazioni artistiche e sociali instauratesi tra Bassi e i colleghi internazionali durante la loro esperienza romana, non tralasciando lo studio della strumentistica adoperata nelle sessioni en plein air e del rapporto tra la pittura di paesaggio e la fotografia, evidenziando al contempo i cambiamenti urbanistici avvenuti in città e le trasformazioni della Campagna in quei decenni.
Università della Svizzera italiana, Istituto di storia e teoria dell'arte e dell'architettura
Relatore/i - Relatrice/i: Daniela Mondini
La ricerca intende contribuire alla conoscenza delle pratiche di restauro impiegate sugli edifici medievali di Roma, attraverso la lunga e operosa attività di Alberto Terenzio, direttore della Regia Soprintendenza ai monumenti medievali e moderni di Roma e del Lazio dal 1928 al 1952. Lo studio traccia il percorso evolutivo dei valori che hanno, in quegli anni di tumultuosi cambiamenti, indirizzato i restauri del soprintendente attraverso un’apertura al confronto con il panorama europeo a lui contemporaneo.
Università della Svizzera italiana, Istituto di studi italiani
Relatore/i - Relatrice/i: Fabio Pusterla, Jürgen Maehder
La conquista del cielo culmina nel primo Novecento con l’invenzione del volo a motore ed è, sin da subito, un fenomeno che incide profondamente sulla cultura e sullo spirito del secolo. Se da un lato con questa scoperta l’immaginazione perdeva uno dei suoi luoghi ideali, dall’altro si arricchiva di nuove forme simboliche.
Nel più ampio quadro delle risonanze novecentesche dell’antichità classica, l’universo mitico appare come lo strumento più efficace per descrivere una svolta epocale come la conquista del cielo e il mito icario ne diviene il principale tramite allegorico e metaforico. Nella costellazione dei simboli legati al suo racconto si delinea un percorso che ha ispirato – e, così, accomuna – molteplici opere artistiche del Novecento. Un quadro per nulla frammentario le cui tracce si compongono in una geografia europea.
Il soggetto è stato ampiamente indagato con riferimento alla tradizione letteraria e alle arti figurative, manca tuttavia un analogo approfondimento in ambito musicale, ad ulteriore conferma della notevole portata di questo fenomeno. Obiettivo del progetto è pertanto quello di approntare uno studio sulla ricezione e le varianti interpretative di questa tematica nel repertorio musicale del Novecento, con particolare riguardo agli esiti artistici più significativi.
Universität Basel, Musikwissenschaftliches Seminar
Relatore/i - Relatrice/i: Matteo Nanni
Nel terzo decennio del Trecento il teorico Marchetto da Padova termina il suo trattato sulla musica misurata Pomerium, nel quale viene descritta la notazione musicale in uso in nord Italia nei primi decenni del quattordicesimo secolo. Questo sistema coesiste per un determinato periodo con il sistema di notazione francese, descritto intorno al 1321 dai teorici Philippe de Vitry e Johannes de Muris, rispettivamente nei trattati Ars nova e Notitia artis musicae. Di fronte a una pluralità di sistemi di notazione e alla necessità di giustificare innovazioni come la possibilità di divisioni del tempo musicale alternative a quelle previste nel secolo precedente dai teorici dell’Ars antiqua, Marchetto si appella, nel tentativo di stabilire un paradigma “universale” costruito secundum rationem e non ad libitum voluntatis, ai concetti di natura e arte e al principio scolastico secondo il quale ars imitatur naturamin quantum potest. Il mio lavoro si prefigge di prendere in esame le modalità secondo le quali Marchetto mette in atto il proprio progetto, e di discutere nel dettaglio le strategie adottate, i rapporti con l’aristotelismo e i suoi principali esponenti.
Il progetto di dottorato si rivolge al momento conclusivo della parabola letteraria e intellettuale di Giovanni Giudici (1924-2011), quando il poeta, dopo aver attraversato la storia e la cultura del secondo Novecento, si trova a dover fare i conti col tramonto di un’età e di una generazione intellettuale posta dinanzi al dissolversi dei propri ideali, delle proprie speranze. Una parabola altresì esistenziale, che il raggiungimento della vecchiaia costringe al confronto con un’altra fine imminente: quella della vita umana. Gli anni ’90 assumono dunque un’importanza strategica per rileggere l’opera di Giudici: dai versi e dalla prosa saggistica di questo decennio emerge uno sguardo sempre più maturo e consapevole, voltato indietro a scrutare un passato in cui si riflettono e si confondono dimensione storica e privata; come avviene nella poesia 1989, l’anno della caduta del muro di Berlino con cui il secolo volge al suo epilogo: «Otto e Nove – sussurro – l’anno che Tutto è successo / Primo pensiero è che anch’io un patatràc / Il mio Ottantanove l’ho appresso». Il progetto di dottorato si rivolge al momento conclusivo della parabola letteraria e intellettuale di Giovanni Giudici (1924-2011), quando il poeta, dopo aver attraversato la storia e la cultura del secondo Novecento, si trova a dover fare i conti col tramonto di un’età e di una generazione intellettuale posta dinanzi al dissolversi dei propri ideali, delle proprie speranze. Una parabola altresì esistenziale, che il raggiungimento della vecchiaia costringe al confronto con un’altra fine imminente: quella della vita umana. Gli anni ’90 assumono dunque un’importanza strategica per rileggere l’opera di Giudici: dai versi e dalla prosa saggistica di questo decennio emerge uno sguardo sempre più maturo e consapevole, voltato indietro a scrutare un passato in cui si riflettono e si confondono dimensione storica e privata; come avviene nella poesia 1989, l’anno della caduta del muro di Berlino con cui il secolo volge al suo epilogo: «Otto e Nove – sussurro – l’anno che Tutto è successo / Primo pensiero è che anch’io un patatràc / Il mio Ottantanove l’ho appresso».
Università della Svizzera italiana, Istituto di studi italiani
Relatore/i - Relatrice/i: Stefano Prandi
Il progetto mira a indagare il rapporto di Giovanni Pascoli con la corrente culturale del primitivismo di fine Ottocento. La prima parte del lavoro, di carattere storico-culturale, offrirà una panoramica dell’aggiornamento dell’autore rispetto alle teorie coeve etnografiche, antropologiche e comparatistiche. La seconda parte si occuperà invece di analizzare da un punto di vista linguistico il primitivismo pascoliano, ricercando nell’officina lirica del poeta tracce dell’interesse per questi temi.
Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Lettere e Filosofia
Relatore/i - Relatrice/i: Corrado Bologna
Il progetto consiste nell’edizione critica e commentata delle Rime del poeta veneziano Girolamo Molin (1500-1569), in contatto con l’ambiente dell’Accademia della Fama e i circoli di Aretino e di D. Venier. Oltre a definire i caratteri del petrarchismo moliniano, a partire dalle sue Rime (edite a Venezia nel 1573), mi propongo di approfondire lo scenario culturale veneziano del tempo, evidenziando le connessioni poetiche con le coeve esperienze in ambito storico-artistico e musicale.
Numerosi aspetti dell’opera compositiva ed editoriale di Orfeo Vecchi (1551 ca.-1603), il «Palestrina milanese», maestro di cappella presso la collegiata di Santa Maria della Scala nella diocesi ambrosiana, ci consegnano l’immagine di un artista dinamico che fece dialogare fruttuosamente arte musicale e liturgia nel pieno rispetto dei precetti borromaici. La nostra conoscenza attuale del suo ministero religioso e musicale ci è documentata pertanto da una produzione liturgica di interesse considerevole, completamente inedita. L’apporto del presente studio dottorale consisterà nella pubblicazione dell’edizione critica dei suoi Mottetti a sei voci [1598] e in un aggiornamento delle fonti storico-musicali relative a questo grande compositore. Infine verrà messa in relazione tale produzione con il contesto musicale coevo milanese ed europeo del secolo XVII.
Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Lettere e Filosofia
Relatore/i - Relatrice/i: Nadia Fusini
Che cosa succede quando all’interno di una narrazione l’eroe, uomo d’azione per eccellenza, si ferma e non agisce? La ricerca prenderà in esame alcuni episodi significativi dei romanzi di Chrétien de Troyes e del ciclo del Lancelot-Graal e la loro ricezione nel modernismo inglese (The Waste Land, The Waves) nel tentativo di dimostrare come lo spazio dell’attesa e dell’inazione fungano spesso da “maggesi” mantenendo fecondo il testo, dando dinamismo alla storia e amplificando le qualità dell’eroe, che nell'inoperosità si accumulano e accrescono.
Università della Svizzera italiana, Istituto di studi italiani
Relatore/i - Relatrice/i: Carlo Ossola
Il progetto di ricerca mira a porsi come contributo all’approfondimento degli aspetti letterari e religiosi del poeta fiorentino Girolamo Benivieni (1453-1542). Inizialmente l’indagine avrà come oggetto il Commento del 1500 in quanto testimone privilegiato degli esiti a cui giunse il travaglio dell’autore seguito alla svolta savonaroliana, che provocò la riscrittura dei suoi componimenti giovanili. L’opera, divisa in tre parti, comprende cento rime, con prose esplicative del poeta stesso. Si effettuerà anche un confronto con le rime nella loro precedente versione per focalizzare gli elementi di novità e di continuità nel percorso letterario del Benivieni. L’accostamento tra i testi del Commento e la loro formulazione passata permetterà anche di verificare quale fosse l’intenzione strutturale del Canzoniere dell’età laurenziana.
In seguito la ricerca verterà sulla produzione letteraria beniveniana successiva al 1519, prendendo in esame il ms. Riccardiano 2811, che tra l’altro raccoglie una riscrittura del Commento del 1500, della Canzona con il commento pichiano e testi spirituali degli ultimi anni di vita del poeta.
La ricerca potrà offrire nuovi strumenti per chiarire gli elementi fondamentali del pensiero intellettuale e religioso del Benivieni, considerando anche gli echi beniveniani presenti in altri rimatori del XVI secolo, a partire da Vittoria Colonna, Gaspara Stampa e Michelangelo Buonarroti.
Università della Svizzera italiana, Istituto di studi italiani - Sorbonne Université, Études italiennes
Relatore/i - Relatrice/i: Fabio Pusterla, Carlo Ossola
Il progetto mira allo studio dell’inedita traduzione di Giorgio Caproni dal quaderno giovanile di Gustave Flaubert, pubblicato postumo e nella princeps intitolato Souvenirs, notes et pensées intimes. Sul composito materiale d’archivio, conservato al Gabinetto “G.P. Vieusseux”, si costituirà l’edizione critica della traduzione. A questa seguirà uno studio ermeneutico sull’eco della produzione del Caproni autore su questa versione, confrontandola anche con le altre traduzioni da lui realizzate, e l’analisi dell’opera di Flaubert come possibile fonte di quella caproniana.
Università degli Studi di Salerno, Studi Letterari, Linguistici e Storici (Dipsumdolls)
Relatore/i - Relatrice/i: Laura Paolino, Valter Leonardo Puccetti
Il progetto intende indagare la produzione letteraria integrale di Roberto Sacchetti. Piemontese di nascita, milanese d’adozione, Sacchetti fu esponente importante della “Scapigliatura piemontese”. Nonostante la sua figura continui a rimanere in ombra, Sacchetti fu un intellettuale inedito e originale, a cavallo tra le soluzioni di rottura della Scapigliatura (la “virtualità rivoluzionaria” di Contini), le tendenze realiste ottocentesche e gli influssi della coeva esperienza letteraria europea.
Università della Svizzera italiana, Istituto di studi italiani
Relatore/i - Relatrice/i: Sara Garau, Emilio Manzotti
Il progetto si propone di contribuire alla ricostruzione storica, linguistica e culturale della figura, dell’opera e del milieu dell’autore e attore Edoardo Giraud (1839-1912).
L’indagine porta nell’ambito della scena dialettale meneghina, caratterizzato, per molteplici versi, dalla categoria interpretativa della “minorità”.
Si intende mostrare come l’attività di Giraud – inserita nel contesto del “Teatro Milanese”, istituzione fondata da Cletto Arrighi nel 1869 – si faccia rappresentativa di istanze che dialogano con l’estetica scapigliata e il suo côté europeo.
Il progetto di ricerca si propone di studiare la celebrazione letteraria ed artistica degli italiani illustri del Medioevo tra le due Guerre del Novecento. Questi erano intesi e percepiti come simbolo di unità culturale e come strumento della costruzione dell’identità nazionale e in quanto tali oggetto di monumentalizzazione. Scopo della ricerca è anche verificare come questa monumentalizzazione venga intesa e percepita durante il fascismo in un momento nel quale sembra essere stata piuttosto la Romanitas classica il punto di riferimento.
Università della Svizzera italiana, Istituto di studi italiani
Relatore/i - Relatrice/i: Carlo Ossola
Nata come risposta a rare, preziose sollecitazioni di Leonardo Sciascia e di Giancarlo Mazzacurati, la ricerca individua l'influsso dei più grandi «moralisti classici» dell'Umanesimo e del Rinascimento europeo sull'opera creativa e critica di Luigi Pirandello. In un fitto tessuto di intertestualità Erasmo, Montaigne, Pascal, presenti nella biblioteca pirandelliana insieme con alcuni importanti ''erasmiani'' minori quali Ortensio Lando e Tommaso Garzoni, sono per la prima volta riconosciuti in un sottile palinsesto culturale alla base dell'universo poetico del grande scrittore siciliano. L'inquietudine, il dubbio, il paradosso, la consapevole assunzione della maschera e della follia si rivelano in questa lettura costitutivi della sua peculiare spiritualità tragicamente ''scettica'', che trova forma poetica ed estetica nell'umorismo come visione del mondo e come metodo di conoscenza e di scrittura.
Università della Svizzera italiana, Istituto di studi italiani
Relatore/i - Relatrice/i: Marco Maggi, Emilio Manzotti
Il progetto di dottorato intende focalizzare l’attenzione sulla descrizione nell’opera di Carlo Emilio Gadda. Muovendo dai dati già assunti dalla bibliografia critica, si procederà con l’analisi linguistica del corpus, comprendente descrizioni tratte dai romanzi, dai racconti e dagli articoli saggistici e suddiviso per tipologie di oggetti descritti (ambienti, personaggi, opere pittoriche e architettoniche, elementi d’ambiente). In particolare per l’ékphrasis, sarà necessario procedere con la ricostruzione della "galleria interiore" dell’autore (le mostre a cui si era recato, le stampe e i cataloghi posseduti) e dei suoi rapporti con i critici d’arte, a partire da Longhi fino a Cecchi. Nello studio non si potrà prescindere dall’analisi del personaggio descrivente, del punto di vista, in relazione alla teoria della deformazione conoscitiva espressa da Gadda in Meditazione milanese. Al termine dell’indagine, i dati raccolti saranno confrontati per delineare eventuali strutture ricorrenti nell’architettura delle descrizioni gaddiane, ma anche evidenziare riprese di lessemi o sintagmi all’interno delle singole tipologie.
Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Lettere e Filosofia
Relatore/i - Relatrice/i: Lina Bolzoni, Corrado Bologna, Anna Pegoretti
Il progetto si propone la ricostruzione dei rapporti genealogici di alcuni dei principali manoscritti miniati della Commedia dantesca, i cui corredi iconografici, per somiglianza di strutture compositive e selezione di canoni illustrativi, si rivelano in strette relazioni di parentela. Più in particolare, la ricerca coinvolge tre casi di indagine, ciascuno focalizzato su una coppia di manoscritti, ognuna afferente ad una diversa area della diffusione e circolazione del poema dantesco in area trecentesca.
Universität Bern, Institut für Italienische Sprache und Literatur
Relatore/i - Relatrice/i: Stefano Prandi
Il mio lavoro di ricerca s’incentra su un argomento cinquecentesco e su un genere particolare di poema ‒ l’Angeleida di Erasmo di Valvasone ‒ dedicato alla ribellione di Lucifero e al combattimento degli angeli. Si tratta precisamente di partire da tale poema in volgare per indagarne i precedenti e i testi affini in un contesto europeo che porterà al grande esito del Paradise Lost di Milton.
Université de Genève, Département des langues et des littératures romanes, Unité d’italien
Relatore/i - Relatrice/i: Emilio Manzotti
Il lavoro si colloca nell’ambito della linguistica testuale e si propone di esaminare alcune modalità di commento autoriale e allografo posto all’interno del testo e ai suoi margini. La problematica, collocata nel quadro delle relazioni transtestuali, è introdotta attraverso una riflessione relativa alla terminologia e una panoramica delle manifestazioni di questo fenomeno e degli studi ad esso relativi, cui seguono una proposta di classificazione delle diverse configurazioni metatestuali secondo il grado di integrazione al testo principale e alcune osservazioni sulle modalità di impiego della nota (sul piano tipografico, sintattico, semantico, pragmatico); in particolare sono esaminati i tratti comuni alle note a piè di pagina e ai loro corrispettivi interni al testo, e i procedimenti utilizzati per l’inserimento nei due luoghi. Per quanto riguarda i generi considerati all’interno del lavoro e il tipo di note che vi si accostano, si cerca di fornire un quadro globale delle combinazioni realizzabili, mettendo in luce le affinità e le differenze più significative fra le varie manifestazioni. Le note alla saggistica sono utili per delineare un quadro delle funzioni della nota parzialmente applicabile anche alla letteratura, pur con le specificità proprie di quest’ultima. Ci si occupa in maniera più approfondita delle note autoriali alla narrativa e alla poesia e delle note allografe ai testi poetici.
Università della Svizzera italiana, Istituto di studi italiani
Relatore/i - Relatrice/i: Corrado Bologna
La ricerca ha come obiettivo l’elaborazione di una nuova edizione critica e commentata del De luce di Bartolomeo da Bologna, tractatus edito da Squadrani nel 1932 ma finora mai studiato in modo sistematico, nonostante l’esplicito richiamo di noti filologi e medievisti. Nell’opera, databile intorno al 1270, il frater, magister regens in teologia presso l’università di Parigi e figura di spicco della provincia minoritica bolognese, si propone di spiegare il versetto evangelico «Ego sum lux mundi» (Gv 8,12) e prende in esame numerose questioni relative alla perspectiva e alla metafisica della luce, istituendo un continuo raffronto, basato sull’analogia, tra il piano terreno e quello sovrasensibile. Benché presenti raramente intuizioni originali e offra piuttosto un compendio di teorie e osservazioni formulate da altri, tuttavia questo manuale di ottica spirituale si rivela interessante e per l’abbondanza di informazioni e per la natura poliedrica della sintesi, una sorta di ‘ponte’ e punto di scambio tra fisica e teologia, tra trattatistica scientifica e riflessione morale. Oltre ad una messa a punto del testo, conservato nel ms Plut.17sin.8 della Biblioteca Medicea Laurenziana e nel ms. Canonic. Patr. Lat 52 della Bodleian Library, si intende dare un quadro del milieu storico e culturale in cui il De luce si inserisce ed approfondire il pensiero di Bartolomeo, individuandone, quando possibile, le fonti e gli eventuali lasciti nella tradizione successiva.
La ricerca intende osservare ed analizzare le tipologie di “spazi dipinti” presenti nell’opera di Antonello da Messina, per comprenderne le specificità, le caratteristiche e per individuare eventuali modelli di riferimento. Questi casi spaziali verranno dunque confrontati con le fonti, visive e di letteratura artistica, che la ricca e variegata cultura napoletana della metà del Quattrocento poté offrire in tal senso. A tal fine si isoleranno dunque i diversi aspetti spaziali delle opere come le architetture dipinte, il ricorso alla prospettiva, i paesaggi, o altri elementi come le balaustre divisorie poste tra l’osservatore e l’effigiato, o i cartigli dipinti. Stratagemmi pittorici, dunque, spesso illusionistici e autoriflessivi, con la spiccata qualità di ricercare un dialogo con lo sguardo e lo spazio dello spettatore, che verranno indagati anche attraverso gli strumenti teorici che offre la lente disciplinare della cultura visuale.
Università della Svizzera italiana, Istituto di studi italiani
Relatore/i - Relatrice/i: Stefano Prandi
L’obiettivo del progetto è indagare il contributo dell’umanista ferrarese nell’ambito delle forme brevi di ispirazione morale. La prima parte della ricerca sarà dedicata all’individuazione di riscontri biografici direttamente fra i materiali documentari d’archivio e allo studio dell’importante raccolta libraria del Calcagnini, almeno nelle sue sezioni di maggiore rilevanza letteraria. La seconda parte metterà in luce il ruolo ricoperto dall’autore nella diffusione dello ‘spirito lucianeo-albertiano’ di matrice erasmiana nella letteratura europea cinquecentesca; specie nell’ambito dei fenomeni letterari improntati alla brevità, all’ambiguità, all’ironia e all’iconicità come gli aforismi, i proverbi, gli adagi, le favole, gli apologhi, i paradossi, le imprese e gli emblemi. Tale studio potrà, al contempo, aprire nuovi fronti di indagine sugli autori che hanno frequentato l’autore e/o le sue opere (Ariosto, Rabelais, Erasmo, Lando, Alciati etc.) e illuminare nuovi aspetti dei processi genetici dei fenomeni letterari citati.
Humboldt Universität zu Berlin, Institut für Kunst- und Bildgeschichte
Relatore/i - Relatrice/i: Gerhard Wolf
La ricerca prende l'avvio dall’esame di alcuni pavimenti musivi in chiese italiane di epoca romanica, raffiguranti un’immagine della Terra (Torino, Pavia ecc.), per poi allargarsi a tutta l’area mediterranea tra il V e il XIV secolo. Il suolo è sempre stato il luogo di connessione nevralgica tra la fisicità del mondo e la sua esperienza da parte dell'uomo e, nel caso del mondo in miniatura ivi rappresentatovi, la sua immagine. Proprio questa dinamica costituirà il focus principale del progetto.
Université de Fribourg, Histoire de l’art des temps modernes
Relatore/i - Relatrice/i: Victor E. Stoichita
Questo progetto si propone di studiare l’immaginario del corpo intersessuato, focalizzandosi principalmente sulla sua rappresentazione dalla nascita della fotografia fino ad oggi. L’obiettivo sarà infatti analizzare il ruolo che la produzione artistica del XX e XXI secolo ha giocato nel processo di rielaborazione del concetto d’identità intersessuale, e le diverse forme espressive che essa ha assunto. Ciò sarà tuttavia possibile solo dopo un’analisi dell’evoluzione iconografica della figura dell’ermafrodito dall’Antichità fino alla metà del XIX secolo. In questa prospettiva, uno studio approfondito della scultura dell’Ermafrodito dormiente si rivelerà essenziale. Questa statua può infatti essere considerata come la rappresentazione più conosciuta di un corpo ermafrodito. Copia di un archetipo greco, la scultura, adagiata sul famoso materasso del Bernini, è integrata alle collezioni della villa romana del Cardinal Borghese nel 1620 e mostrata in un contesto e in circostanze particolari. Si tratterà quindi di mettere in luce le modalità e le possibili ragioni di questa messa in scena minuziosa. Ricostruendo il percorso di questa scultura, si potrà inoltre non solo comprendere come essa abbia saputo imporsi nell’immaginario collettivo, ma anche riflettere sulla storia della sua ricezione, un aspetto al quale questo studio desidera in generale riservare particolare attenzione.
Relatore/i - Relatrice/i: Lucas Burkart, Achatz Freiherr von Müller
Cosa spinge Sperone Speroni a sostenere che i suoi contemporanei “per altezza di ingegno” non furono “inferiori agli antichi”? Come mai Giorgio Vasari scrive che Michelangelo “vinse quelli stessi famosissimi antichi”? Studiando quattro autori italiani che tra l’inizio del Cinquecento e l’inizio del Settecento eseguirono un confronto tra antichi e moderni, il presente progetto intende analizzare un processo di emancipazione dai modelli classici oltre che lo sviluppo di un’identità “moderna”.
Humboldt-Universität zu Berlin, Kunsthistorisches Institut in Florenz - Max-Planck-Institut
Relatore/i - Relatrice/i: Gerhard Wolf
Con la pubblicazione e la circolazione della Commedia di Dante Alighieri si verifica una trasformazione nella rappresentazione visiva del Giudizio Universale in Italia, che lascia trasparire un dialogo artistico con il testo dantesco. Tramite quattro cicli pittorici – quello della Cappella Strozzi di Mantova a Firenze (1357 ca.), della Cappella Bolognini a Bologna (1410 ca.), della Cappella Paradisi a Terni (1455 ca.) e della Cappella Nova a Orvieto (1503 ca.) – verranno indagate le formulazioni figurative generate dalle domande poste dall'opera letteraria: le precise descrizioni della topografia espresse nel testo conducono a nuove soluzioni spaziali nell’assetto dell'aldilà, soluzioni che sono collegate a nuovi concetti della prospettica. La relazione tra il tempo misurabile e il tempo oltre ogni temporalità viene ridiscusso nel Trecento attraverso l'indipendenza visiva dei regni eterni, Inferno e Paradiso, dal momento del Giudizio Universale. Nel Quattrocento si aggiunge invece il terzo regno, il Purgatorio, che non è solo un luogo di passaggio, ma è un regno finito. Oltre al luogo delle immagini e agli spazi temporali, la corporalità è il terzo Leitmotiv della mia ricerca. I corpi contorti dei dannati che lasciano trasparire modelli antichi, le impronte dei penitenti che visualizzano il peso dei loro corpi, o i diavoli contro cui gli spettatori scaraventano pietre: il problema di effigie (Abbild) e aspetto (Körperbild) ritorna in tutte e quattro le cappelle prima citate. Cultura visiva e cultura letteraria si sovrappongono in una nuova maniera: individuare questo processo è lo scopo del progetto.
Freie Universität Berlin, Kunsthistorisches Institut in Florenz - Max-Planck-Institut
Relatore/i - Relatrice/i: Wolf Dietrich Löhr, Gerhard Wolf
Il progetto si concentra sui disegni autonomi di Giovanni Francesco Barbieri: non disegni preparatori per opere dipinte, ma validi di per sé. Principalmente dedicati a soggetti di genere, i fogli mostrano scene di vita quotidiana. Talvolta compaiono figure dalla fisionomia grottesca, talvolta iscrizioni dialettali, sfociando così nell'ambito teatrale e fantastico. Verosimilmente specchio di una triviale osservazione del reale, essi svelano una complessa stratigrafia di significati e referenze collegate alla cultura popolare. Oltre a un’analisi del contenuto e della funzione dei disegni, ci si propone di ricostruire una loro possibile finalità concettuale.
Kunsthistorisches Institut in Florenz - Max-Planck-Institut, Dipartimento Wolf
Relatore/i - Relatrice/i: Michael Thimann, Gerhard Wolf
La ricerca verte principalmente su dove si collochi la raffigurazione naturalistica nello spettro tra interpretazione allegorica e raffigurazione empirica della natura, nell’arte e nell’illustrazione scientifica tra il '400 e il '600. Il trattato ornitologico di Pierre Belon (1555) funge da anello di collegamento transnazionale nella nascita di un modo di illustrare i trattati di storia naturale dell’epoca, un modo che s’intreccia con i metodi figurativi dell’arte.
La ricerca indaga la relazione tra l’ascesa economica e politica della borghesia mercantile fiorentina e la comparsa in pittura di animali esotici ritratti realisticamente quale conseguenza dell’intensificarsi dei viaggi in Oriente di mercanti e pellegrini dotati di una nuova forma mentis inquisitiva. Se nel ’300 la carovana di cammelli, allusione ai commerci, si profilava in lontananza, con l’affermarsi dell’oligarchia la fauna esotica, simbolo di lusso e potere, conquistò uno spazio in primo piano.
Università della Svizzera italiana, Istituto di storia e teoria dell'arte e dell'architettura
Relatore/i - Relatrice/i: Christoph Frank
Il presente studio si iscrive inizialmente all’interno del progetto di ricerca DFG/FNS intitolato “Giovanni Battista Piranesi and his Workshop: Two newly identified Albums at Karlsruhe” in collaborazione con la Staatliche Kunsthalle Karlsruhe, l’Università della Svizzera italiana di Mendrisio e l’Akademie der bildenden Künste di Stoccarda. A ispirarlo è stata l’identificazione nel 2014 di due album conservati presso la Kunsthalle di Karlsruhe dovuta a Georg Kabierske e la loro successiva attribuzione a Giovanni Battista Piranesi (1720-1778) e cerchia. I disegni di Karlsruhe consentono infatti di indagare e rivalutare il ruolo e l’impiego del disegno nel processo ideativo e creativo dell’artista, nonché le pratiche e i metodi di lavoro della bottega. Sulla base anzitutto di questi disegni, ma anche di quelli presenti in altri grandi collezioni come la Biblioteca Estense di Modena e la Morgan Library di New York, il progetto di dottorato si propone di sviluppare due tematiche strettamente intrecciate fra loro: dal disegno alla stampa; dal maestro ai suoi collaboratori.
Il progetto di ricerca si propone di mettere in luce il rapporto tra spazio geografico e stratificazione linguistico-semantica, analizzato alla luce delle metamorfosi paesaggistiche e percettive dell’io lirico nella poesia di Andrea Zanzotto, utilizzando l’Ecocriticism come lente di analisi critica. A partire dallo studio delle varianti linguistiche, la ricerca si soffermerà sulle metamorfosi paesaggistiche e percettive del soggetto, considerando le prime raccolte poetiche, tra cui Dietro il paesaggio (1951), Vocativo (1957), IX Ecloghe (1962) e quelle più tarde, come Meteo (1996), Sovrimpressioni (2001) e Conglomerati (2009).
Università della Svizzera italiana, Istituto di storia e teoria dell’arte e dell’architettura
Relatore/i - Relatrice/i: Daniela Mondini
Partendo dalle varie problematiche (storiografiche e attributive) legate alla bottega dei Rodari di Maroggia (Tommaso, Bernardino, Donato e Giacomo) e dal riesame dei documenti legati al loro operato, si è restituita una visione coerente dell’attività di questi scultori, il cui catalogo appariva prima troppo disomogeneo. Allo stesso tempo, si è approfondito il ruolo delle maestranze attive contemporaneamente ai Rodari e quello della committenza comasca rinascimentale, al fine di comprendere il tessuto sociale e culturale sottostante ad un cantiere importante come quello del Duomo di Como. Accompagnata dal confronto con le realtà di Milano e Pavia, ovvero dei due maggiori centri della produzione artistica lombarda dell’epoca, la definizione dei rapporti tra le varie botteghe ha permesso di gettare maggior luce sia sulla gestione del lavoro all’interno del cantiere del Duomo di Como, sia sugli eventuali spostamenti delle maestranze, sia sul modus operandi della bottega dei maroggesi.
Università della Svizzera italiana, Istituto di storia e teoria dell'arte e dell'architettura
Relatore/i - Relatrice/i: Christoph Frank, Carla Mazzarelli
Il progetto è finalizzato allo studio dell’attività degli incisori di traduzione e di vedute architettoniche a Roma tra la fine del Settecento e i primi trent’anni del secolo successivo. Lo studio ha come fine quello di mettere a fuoco nodi, personalità e direttrici del mercato calcografico da Roma verso l’Europa, delineando il milieu culturale alla base del sistema di produzione e diffusione delle stampe e le occasioni che contribuirono all’orientamento del ‘gusto’.
Università della Svizzera italiana, Istituto di studi italiani
Relatore/i - Relatrice/i: Johanna Miecznikowski, Andrea Rocci
l mio programma di ricerca, incentrato sull'analisi dei verbi di percezione sembrare e apparire, s’inserisce all’interno del più ampio progetto, finanziato dal Fondo Nazionale Svizzero, “Dalla percezione all’inferenza: aspetti evidenziali, argomentativi e testuali del lessico della percezione in italiano”. Questi due verbi, oltre ad esprimere eventi percettivi, sono utilizzati come marche evidenziali, vale a dire come mezzi lessicali che indicano la fonte d’informazione su cui si basa un’asserzione. Nella presente ricerca mi soffermo soprattutto sui diversi tipi di inferenze segnalati da questi verbi. L’ipotesi che intendo avvalorare è, infatti, che l’influenza dei dati percettivi nell’interpretazione delle inferenze è speculare alla modalità sensoriale nella semantica del verbo. Inoltre, l’osservazione degli usi di sembrare e apparire in questi particolari generi di testo mira ad identificare legami tra fonti d’informazioni presupposte da un verbo e premesse di un ragionamento esplicitate nel testo. Da un punto di vista metodologico, questo studio prevede un’analisi sincronica affiancata da una diacronica, volta a rintracciare il significato originario di questi verbi ed eventuali processi di estensione semantica. L’analisi sincronica si basa sull’esame di un corpus di testi bilanciato, appositamente selezionato, che comprende recensioni, editoriali e articoli di commento tratti da riviste quali La Stampa e il Corriere della Sera e siti online di diversa provenienza.
In un periodo di profonda crisi per la Chiesa - schematicamente identificabile tra la seconda metà del XV secolo e il Concilio di Trento - la ricostruzione della chiesa di S. Maurizio al Monastero Maggiore di Milano (1503) sembra avere efficacemente intercettato le necessità e i desideri della società religiosa e laica del tempo, che proprio in questo edificio si radunava. Questa ha infatti offerto un paradigma formale ripreso in vari conventi femminili della diocesi nel corso del XVI secolo. Il caso di San Maurizio appare di particolare interesse in quanto non risulta essere conseguente ad un particolare Concilio o Bolla; l’architettura costruita sembra invece anticipare l’architettura scritta e descritta. In un momento di particolare libertà e morbidezza della regola della clausura, l’architettura costruita interviene, attraverso una forma, per impartire un nuovo ordinamento ai monasteri femminili: darsi una struttura architettonica significa darsi una regola. L’obiettivo di questa ricerca è indagare le vicende relative all’architettura di S. Maurizio e le ragioni del suo successo come prototipo di chiesa claustrale femminile nella diocesi milanese nel corso del XVI secolo.
Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Lettere e Filosofia
Relatore/i - Relatrice/i: Corrado Bologna
Il progetto mira a indagare la presenza dei miti di Marsia e Glauco nella produzione letteraria, mitografica ed esegetica del Medioevo, assumendo come fulcro la ripresa del canto I del Paradiso. Da una parte, la ricerca intende esaminare testi trattati spesso in modo cursorio (e.g. le Mythologiae di Fulgenzio, i Mythographi Vaticani, le Allegoriae di Arnolfo d’Orléans); dall’altra, ci si propone di verificare il rapporto che intercorre tra i versi di Dante e la tradizione moralistico-allegorica.
Università del Salento, Dipartimento di studi umanistici
Relatore/i - Relatrice/i: Valter Puccetti
Il progetto di ricerca mira all’indagine sistematica dei rapporti tra immagini e scrittura nella narrativa morantiana, attingendo in modo integrato agli strumenti offerti dalla filologia, dalla teoria della letteratura e dai visual studies. Ci si propone non solo di individuare gli ipotesti figurativi (e, più ampiamente, visivi) delle opere di Morante, ma anche di verificare, da un canto, se la scrittura morantiana intervenga a risemantizzare i modelli visivi, dall’altro se le fonti visive e i diversi dispositivi dello sguardo orientino i meccanismi narrativi, in un rapporto potenzialmente osmotico. Sarà imprescindibile osservare costanti e differenze nelle strategie ecfrastiche mobilitate dall’autrice lungo l’arco della sua produzione, analizzare note avventizie, paratesti, carteggi, dichiarazioni d’intenti, al fine di comprendere se e in che misura l’autrice affidi alla scrittura delle immagini la custodia di chiavi di accesso privilegiate all’interpretazione delle proprie opere.
Università della Svizzera italiana, Istituto di studi italiani
Relatore/i - Relatrice/i: Sara Garau
Il progetto prende le mosse dal carteggio inedito tra Goffredo Parise e Giuseppe Prezzolini, sito nell’Archivio Prezzolini a Lugano. Nell’ambito del dottorato si studieranno in un primo momento le lettere, per cercare di ricostituirne il corpus originario. Nel carteggio e nelle rispettive opere i due autori riflettono sulla società cui appartengono loro malgrado, danno voce alle proprie intuizioni su come questa stia mutando, su cosa sia realmente la cultura e come si vada trasformando, su cosa possano fare la letteratura e lo scrittore per tentare di imprimere una direzione diversa al “progresso”. Il punto di vista è simile, ma le metodologie sono differenti e le risposte non sempre concordi. Quello che Prezzolini analizza con procedimenti razionali ed astratti per Parise ha una ineliminabile componente personale, naturale, quasi biologica. Saranno approfonditi esiti e implicazioni di tali approcci differenti, ricostruendo le concezioni di letteratura e ruolo dello scrittore che emergono dai testi, analizzando le differenti posizioni degli autori rispetto al potenziale etico ed educativo dell’attività letteraria. Il contenuto del carteggio fa esplicitamente riferimento a un orizzonte più ampio: i dialoghi delle lettere proseguivano in recensioni e articoli, le lettere venivano mostrate ad autori terzi o pubblicate. Si cercherà di ricostruire tale discorso nella sua interezza, riallacciando i vari fili del dialogo storico documentato: lettere, recensioni, articoli giornalistici.
Università della Svizzera italiana, Istituto di storia e teoria dell’arte e dell’architettura
Relatore/i - Relatrice/i: Sonja Hildebrand
La ricerca riguarda l'opera dell'architetto e professore svizzero Dolf Schnebli, la cui carriera, iniziata in Ticino negli anni '60, si è distinta per la progettazione e la costruzione di diverse scuole. Il progetto si concentra sulla formazione di Schnebli, le sue prime opere architettoniche e il suo lavoro come insegnante al Politecnico federale di Zurigo (ETH), e mira a una comprensione critica del ruolo di Schnebli nella storia dell'architettura svizzera recente e del suo impatto sulle successive generazioni di architetti.
La ricerca, afferente al progetto Visibility Reclaimed. Experiencing Rome’s First Public Museums (1733-1870). An Analysis of Public Audiences in a Transnational Perspective (FNS 100016_212922), esplora la fondazione dei primi musei pubblici di Roma - dalle origini del Museo Capitolino all’apertura del Museo Pio-Clementino - attraverso le esperienze degli addetti alla configurazione degli spazi espositivi e del pubblico che vi accedeva. Combinando fonti d’archivio con rilievi architettonici, si intende precisare come le richieste dei visitatori hanno contribuito a dare forma ai musei, nonché il ruolo delle istituzioni nel disciplinare e condizionare lo sguardo del pubblico stesso. La museografia verrà dunque studiata adottando una prospettiva comparativa rispetto agli itinerari dei visitatori, comprensivi di spazi pubblici e privati, dentro e fuori Roma, inscrivendo le vicende di progettazione dei primi musei nel dibattito di rinnovamento delle pratiche espositive del Settecento europeo
Universität Bern, Institut für Italienische Sprache und Literatur
Relatore/i - Relatrice/i: Stefano Prandi, Christian Genetelli
Carlo Bini fu giornalista impegnato politicamente in una Livorno scossa dai moti risorgimentali. Scrisse, durante la detenzione, Il manoscritto di un prigioniero, opera a metà tra la conte philosophique e la confessione autobiografica, in cui si ritrova l’influenza del pessimiso leopardiano ma anche di Sterne, di cui è il primo traduttore in Italia, di Saint-Simon ecc. Bini, conoscitore della cultura europea, contribuì con la sua opera a portare in Italia modalità stilistiche e concetti ancora poco diffusi.
Università della Svizzera italiana, Istituo di studi italiani
Relatore/i - Relatrice/i: Marco Maggi
Scopo della ricerca è analizzare la dimensione iconotestuale delle opere di Guido Gozzano, basandosi sullo studio delle pubblicazioni in rivista per ricostruire gli effetti di senso prodotti dal dialogo testo-immagine; dialogo poi smarrito nelle edizioni in volume in cui le immagini sono omesse. Lo studio si svolge su un doppio binario: quello filologico, dedito alla ricostruzione del corpus e all’analisi dei rapporti testo-immagine, e quello ermeneutico-storico, volto a illuminare i rapporti intrattenuti fra scrittore, illustratori ed editori, anche attraverso lo studio delle routines editoriali. Il progetto prevede inoltre la creazione di un archivio digitale che renda possibile la consultazione delle pubblicazioni gozzaniane in rivista, di sempre più difficile reperimento, e che spesso sono l’unico testimone esistente del legame iconotestuale.
Università della Svizzera italiana, Istituto di studi italiani
Relatore/i - Relatrice/i: Giacomo Jori
Il progetto di ricerca si propone di studiare la presenza della prima biografia di Maria Maddalena de’ Pazzi in Europa e in particolare in Francia. Studiando la prima traduzione francese della biografia, edita nel 1669, si verificherà il problema di un più profondo influsso di Maria Maddalena de’ Pazzi sulla spiritualità del grand siècle.
Université de Genève, Département des langues et des littératures romanes, Unité d’italien
Relatore/i - Relatrice/i: Emilio Manzotti
Il progetto verte su un concetto alla base della cultura novecentesca: quello della riasserzione della categoria di spazio nel discorso letterario. Gli obiettivi che questo lavoro si prefigge sono: la teorizzazione delle mappe tematiche interne al testo; la ridefinizione dell’oggetto letterario quale opera aperta, problematica, modellata su nuove percezioni e consapevolezze spaziali; l’incontro tra la pratica del romanzo e altri aspetti della produzione culturale, in particolare le scienze dello spazio (geografia, architettura, urbanistica); la trasformazione dell’autore in cartografo di città e paesaggi; la localizzazione dello spazio a livello narratologico: problematica della descrizione, del racconto e del commento; il dialogo intra e intertestuale affrontato secondo un principio tematico una volta riconosciute le costanti nei romanzi degli autori in esame (Meneghello, Parise, Gadda). La metodologia adottata abbraccia al contempo le riflessioni di geografi, sociologi, filosofi, antropologi, per accompagnarle alle teorie di architetti, urbanisti e paesaggisti, e si inserisce quindi in un filone di studi comparatistici secondo cui la letteratura – o meglio la sezione testuale dell’immaginario depositaria delle relazioni affettive con il paesaggio e la città – può contribuire a definire nel discorso culturale nuove relazioni tra l’io letterario e la realtà.
Università della Svizzera italiana, Istituto di storia e teoria dell’arte e dell’architettura
Relatore/i - Relatrice/i: Daniela Mondini
La ricerca propone uno studio specifico sulla lanterna posta sull’occhio delle cupole aperto verso il cielo, indagandone gli aspetti costruttivi, formali, funzionali e semantici. L’attenzione è posta sull’architettura sacra dell’Italia centro - settentrionale, nel periodo interposto tra la fine del XII secolo e la fine del XV, partendo da alcune opere costruite per mano dei maestri Quattrocenteschi, per poi, mediante uno sguardo retrospettivo, andare a ritroso nei secoli precedenti e rintracciare i modelli - quelli antichi e quelli di epoca medievale - che gli architetti del primo Rinascimento hanno preso a riferimento, raffinato e consolidato.
Le mie ricerche riguardano le relazioni fra l’ecclesiologia e i testi sulle visioni, con particolare attenzione per le condizioni politiche entro le quali si definiscono questi rapporti. Il complesso dei testi teologici, giuridici e pubblicistici frequentati da un intellettuale di primo Trecento deve essere ancora pienamente indagato e catalogato; dall’esame di questi materiali si potranno trarre nuove indicazioni per l’interpretazione della "visione" dantesca.
Università di Pisa, Kunsthistorisches Institut in Florenz - Max-Planck-Institut
Relatore/i - Relatrice/i: Vincenzo Farinella, Gerhard Wolf
Obiettivo del progetto è ricostruire la consistenza culturale dell’ambiente artistico tra Napoli e Firenze nei decenni pre e postunitari, attraverso il punto di vista inedito di un avamposto risorgimentale: la «fucina» del pittore Andrea Cefaly (1827-1907). La sezione di approfondimento sulle Memorie d’artista propone lo studio di una selezione significativa di scritti autobiografici del XIX secolo con lo scopo di contribuire a disegnare l’immagine e il ruolo dell’artista nella società coeva. La peculiarità di queste scritture della memoria, genere che presuppone registri molto diversi, pone in modo problematico il rapporto tra le fonti, presentando una selezione funzionale al messaggio culturale e sociale che l’autore vuole veicolare di sé attraverso scelte, più o meno dichiarate, di cosa svelare o tacere al lettore. La rilettura critica dei testi - da Francesco Hayez a Giovanni Duprè, da Massimo d’Azeglio a Saverio Altamura, per citare alcuni esempi -, rende visibili convergenze con altri generi letterari, quali la memorialistica, rivelando una partecipazione a una stessa componente risorgimentale che sembra la motivazione in grado di far scaturire l’impulso memorialistico, personale e artistico. La ricerca conduce a un confronto con le tipologie del ritratto e dell’autoritratto, quali possibili trasposizioni visive della stessa volontà autoriale, in una dinamica tra pulsione autobiografica e rappresentazione di sé.
Università della Svizzera italiana, Istituto di studi italiani
Relatore/i - Relatrice/i: Andrea Rocci, Carlo Ossola
La ricerca, che si configura all’interno del progetto intitolato “Le ragioni della cortesia. La nascita della cortesia contemporanea nella trattatistica comportamentale italiana dell’Ottocento” (SNSF nr. 100012_153031), si propone di studiare l’evoluzione della trattatistica comportamentale italiana tra il XVIII e il XIX secolo attraverso uno studio interdisciplinare del Nuovo Galateo di Melchiorre Gioja e delle sue riedizioni, combinando gli studi letterari sulla trattatistica comportamentale ottocentesca con i metodi della ricerca linguistica sulla (s)cortesia storica e della teoria dell’argomentazione.
Universität Bern, Institut für Italienische Sprache und Literatur
Relatore/i - Relatrice/i: Stefano Prandi
La ricerca tenterà di comprendere se l’idea di collocare i beati nei vari cieli sia davvero un’invenzione dantesca. Per comprendere meglio le scelte dantesche e per collocarle in un quadro storico pertinente ci si propone di sondare una produzione artistica e letteraria di tipo “popolare” generalmente trascurata nello studio della Commedia: da un lato manufatti artistici di diversa natura, dall'altro la ricca tradizione dei sermoni e delle omelie, non meno significativa di quella "alta".
L’obiettivo del mio progetto di ricerca è quello di definire l’ambito di riflessione sulla povertà in Italia dal secondo dopoguerra fino alla fine degli anni ’50. Partendo da una ricognizione delle immagini di povertà nella letteratura nonché nelle arti visive di quegli anni, mi propongo anzitutto di studiare la loro genealogia e le stratificazioni filosofiche ad esse sottese (ad es. il tema del basso e dell’umiltà, il rapporto tra il concetto di realtà e di povertà). A tale indagine affiancherò il recupero dell’apparato teorico-politico sul tema della povertà che si dipana dal marxismo, dal revisionismo marxista e soprattutto dal cosiddetto “umanesimo socialista”, che in Italia ha avuto in quegli anni un diretto rapporto da un lato con il pauperismo francescano, dall’altro con la ricezione del populismo russo. Proprio lo studio della ricezione della cultura e della letteratura russa nel lasso cronologico considerato costituirà una chiave di volta per la comprensione del discorso sulla povertà.
Il progetto si propone di esaminare il tema letterario degli impiegati in Italia a partire dal 1863, anno del debutto della commedia Le miserie di Monsù Travet. Si studierà la presenza del personaggio di Bersezio nella produzione letteraria e teatrale dell'Italia post-unitaria, che vede una consistente presenza di personaggi appartenenti alla piccola borghesia, come precocemente osservato anche da Paolo Arcari in un saggio del 1911. La tesi proseguirà con un'analisi dell'evoluzione del tema nel primo Novecento, concentrandosi sul legame fra gli impiegati dei romanzi d'inizio secolo, in particolare quelli di Svevo e di Pirandello, e la questione dell'inetto. Successivamente si esploreranno le ragioni per le quali nel periodo fra le due guerre mondiali gli scrittori si disinteressarono quasi completamente al tema del lavoro d'ufficio, tentando di stabilire se l’avvento del regime fascista abbia condizionato questa scelta; infine, ampio spazio verrà dedicato alla rinascita del tema dell'impiegato in relazione con il dopoguerra avvenuta grazie all'adattamento dell'opera di Bersezio curato da Mario Soldati, documentando l'impatto delle trasformazioni sociali ed economiche sulla caratterizzazione degli impiegati nella letteratura e nel cinema a partire dagli anni Cinquanta.
Il lavoro di ricerca sull'opera di Bruno Brunoni vuole contribuire all'esplorazione della cultura architettonica del 20° secolo in Ticino, sul presupposto della costatazione delle lacune presenti nella storiografia sull'evoluzione dell'architettura moderna a sud della Svizzera, determinato da uno sguardo selettivo e limitato ad alcuni architetti. L'opera di Brunoni è stata rilevata solo a margine della scrittura storiografica, o risulta completamente assente, nonostante la sua ricca biografia architettonica attesti molti consensi.
Proveniente dal vocabolario tecnico della teoria degli affetti del Seicento, l’espressione « affetto misto » designa un genere di composizione dedicato alla descrizione dello stato psichico di un soggetto diviso tra due passioni opposte. Alla base di questo concetto vi è un parallelismo quasi consustanziale tra affetti e il relativo sostegno sonoro. Questa affermazione ha autorizzato la tesi secondo la quale gli affetti erano altrettanto che gli elementi di scrittura musicale e che potrebbero essere combinati in polifonia senza fondersi in una crasi di opposti, come tanti singoli caratteri sonori del discorso musicale; intervalli, aggregati, modi misti. Una grande imprecisione circonda l’esatto valore di questa categoria e il significato che essa riveste nella composizione e nella retorica musicale. Il progetto di dottorato si pone come obiettivo di misurare il valore esatto di questo concetto (affetto misto) sia in teoria che nella pratica del repertorio vocale tra Cinque e Seicento.
Università della Svizzera italiana, Istituto di studi italiani
Relatore/i - Relatrice/i: Corrado Bologna
Il progetto di ricerca ha come obiettivo lo studio dei tre codici di mano di Giovanni Boccaccio che presentano la trascrizione della Divina Commedia. Essi sono: Toledo, Archivo y Biblioteca Capitulares, Zelada 104, 6; Firenze, Biblioteca Riccardiana, 1035; Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Chig. L VI 213. Il progetto muove dalla realizzazione preliminare di una trascrizione diplomatico-interpretativa completa delle opere prese in considerazione. Sulla base dei dati raccolti durante le prime tappe della ricerca, per ora limitata all'Inferno, ho avviato un confronto analitico di tutte le varianti dei tre manoscritti. I dati relativi hanno dimostrato anzitutto un numero piuttosto cospicuo di varianti evidenziando inoltre una frattura tra il codice Toledano e la coppia Riccardiano-Chigiano. A partire da quanto emerso si prevede il completamento della trascrizione e disamina delle due cantiche della Commedia finora non studiate (Purgatorio e Paradiso) cui fa seguito la collazione delle varianti. Il progetto si orienta dunque verso due obiettivi fondamentali:
La determinazione del rapporto tra antica e nuova Vulgata, da realizzare muovendo dallo studio sistematico dei codici alla base della “frattura di sistema”.
Una riflessione complessiva sui “comportamenti editoriali” del Boccaccio che confronti la disanima del livello ecdotico e filologico-testuale valutato per le tre copie della Commedia con i risultati di un'indagine sul resto della sua attività di copista.
Université de Fribourg, Histoire de l’art des temps modernes
Relatore/i - Relatrice/i: Victor E. Stoichita
Questa ricerca si propone di studiare con gli strumenti della storia dell’arte, allargata a un contesto pluridisciplinare, l’immaginario dell’integrità corporea come unità multipla, ossia scomponibile e ricomponibile. Il punto cardine della ricerca è l’iconografia sacra e scientifica del trapianto all’inizio dei tempi moderni. In particolare, si studia il miracolo della gamba nera, durante il quale i santi Cosma e Damiano avrebbero curato la gamba di un malato, sostituendola con una appartenente al corpo di un etiope deceduto. Tra le sue rappresentazioni artistiche più famose citiamo il Miracolo della gamba nera di Fra Angelico (ca. 1438-40, Museo di San Marco, Firenze), il cui carattere spirituale e atemporale si oppone alla Carità dei santi Cosma e Damiano di Ambrosius Francken (ca. 1580-90, Anversa, Koninklijk Museum voor Schone Kunsten), scena cruda e forte che evoca un’operazione chirurgica reale. In entrambi i casi il contrasto tra nero e bianco genera un inconsueto gioco cromatico, che, oltre alla portata scientifica ed etica del miracolo, s’interroga anche sulla nozione di alterità razziale dei suoi protagonisti. Inoltre, altre raffigurazioni di trapianti miracolosi, tra i quali il miracolo del piede risanato, presente sia nell’agiografia di San Pietro Martire sia in quella di Sant’Antonio di Padova, vengono studiate e messe a confronto con la pratica devozionale dell’offerta votiva.
Università della Svizzera italiana, Istituto di storia e teoria dell’arte e dell’architettura
Relatore/i - Relatrice/i: Sonja Hildebrand
La ricerca intende analizzare il contributo della rivista di ispirazione marxista Contropiano al dibattito storiografico in ambito architettonico. Nonostante la brevità della sua esistenza (1968-1971), Contropiano ha ospitato infatti una serie di contributi, a partire da quelli di Manfredo Tafuri, che si riveleranno decisivi per il successivo lavoro scientifico del dipartimento di storia dell’architettura dello Iuav di Venezia oltre che, in generale, per il dibattito disciplinare, nazionale ed internazionale.
Università della Svizzera italiana, Istituto di studi italiani
Relatore/i - Relatrice/i: Marco Maggi
Il progetto mira a caratterizzare le retoriche ecfrastiche, le articolazioni semantiche e stilistiche, le funzioni integrative della critica d’arte dei connoisseurs, proposta da due affiliazioni di poeti stilisticamente antinomiche. Il corpus di riferimento comprende da una parte i protagonisti dell’ermetismo fiorentino Luzi, Bigongiari, Parronchi, la linea frontespiziesca di Betocchi, il filone meridionale di Gatto e Quasimodo, l’idealismo di Ungaretti, l’anomala vicinanza di Sinisgalli e De Libero, dall’altra Montale e l’affine Solmi, senza tralasciare l’estraneità di Bertolucci. Lo studio comparato delle costanti linguistiche della lingua lirica e delle prose argomentative «in funzione d’altro» seguirà una prospettiva contestuale, confrontando la koinè ermetica con la costellazione di matrice montaliana, al fine di rivelare gli stilemi sovrapersonali e individuali.
Il progetto di dottorato nasce dall’interesse per l’invenzione della personaartistica di Bernardino Luini e il ruolo attribuitogli nella costruzione di un’identità artistica generale lombarda. Seguace di Leonardo da Vinci e coetaneo di Raffaello, Luini era maggiormente attivo a Milano e dintorni nei primi tre decenni del 16° secolo, quando il ducato era passato sotto il dominio dei Francesi e poi degli Asburgo. Allora conosciuto a un pubblico piuttosto ristretto di connoisseurs dell’ambiente artistico dell’Italia settentrionale, il pittore denominato “il Raffaello lombardo” era annoverato fino alla metà dell’ultimo secolo tra gli artisti italiani più celebri dell’età moderna. La ricezione storiografica e letteraria di Luini pressoché istantanea alla sua scomparsa lo rende noto come uno dei rappresentanti più importanti dell’ambito milanese fin dagli esordi della cosiddetta Scuola Lombarda. Nonostante la sua affermata fertile produzione artistica, i documenti superstiti e le notizie accertate al riguardo della sua vita e opera sono relativamente scarse. Di conseguenza non solo le opinioni storiografiche divergono notevolmente, ma la mancanza dei dati diede evidentemente spazio alla creazione di miti e leggende. Lo scopo del progetto sarà di analizzare le strategie e i princìpi alla base della fortuna critica del Luini, una fortuna che aveva come meta la promozione e creazione di una memoria culturale lombarda. Dato il ruolo politico della Lombardia per la storia d’Italia, la nozione di regionalismo e l’importanza della confessione saranno oggetto di particolare considerazione.
Relatore/i - Relatrice/i: David Ganz, Tristan Weddigen
Il progetto si propone di studiare in dettaglio le due opere principali di Altichiero a Padova: la decorazione della cappella di San Giacomo nella Basilica di Sant’Antonio (1372-79) e il ciclo di affreschi nell’oratorio di San Giorgio (1379-1384). Tramite l’analisi delle due opere affronto il concetto di naturalismo nel tardo Medioevo e primo Rinascimento. La mia ricerca parte da una discussione dello studio artistico della natura descritto per la prima volta nel Libro d’arte di Cennino Cennini e si sviluppa poi in un’analisi dell’oscillante esperienza visuale tra natura ed arte. Questioni sullo sconfinamento tra spazio reale e virtuale, tra religione e natura, e tra narrazione e rituale permeano gli affreschi di Altichiero e aprono nuovi discorsi e tesi sul ruolo di queste opere nello sviluppo dell’idea della natura in artisti rinascimentali come Pisanello, Paolo Veneziano e Carpaccio. Lo scopo del progetto è di evidenziare che la relazione tra arte e natura nel tardo Medioevo non solo riguardò lo sviluppo dell’ottica e conseguentemente della prospettiva artificiale, ma toccò soprattutto la rappresentazione di un’esperienza visiva della natura che acquisì e sviluppò una funzione religiosa e politica oppure ebbe, in certe istanze, un puro effet de réel (Roland Barthes). L’arte di Altichiero costituisce un nodo importante per la transizione tra tardo Medioevo e Rinascimento proprio in riguardo alla questione del naturalismo pittorico che ancora oggi non ha ricevuto la giusta attenzione.
La mia ricerca intende studiare la presenza della scuola di S. Vittore di Parigi, sorta nel XII secolo e rappresentata in primo luogo dai canonici Ugo e Riccardo, all’interno della scena letteraria del primo Francescanesimo, assumendo il lavoro di Iacopone da Todi come il punto più elevato del suo contatto con il mondo laico e con la poesia cortese.
Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Lettere e Filosofia
Relatore/i - Relatrice/i: Corrado Bologna
Il progetto prevede la realizzazione di una nuova edizione critica e commentata delle Esposizioni sopra la Comedia di Boccaccio. A circa cinquant’anni dall’edizione di Padoan, nell’ambito degli studi boccacciani sono emerse scoperte importantissime per la comprensione del progetto culturale del Certaldese. Ulteriori indagini consentiranno di valutare il modo in cui egli portò avanti, ancora negli ultimi anni di vita, il tentativo di elevare l’Alighieri a indiscusso classico della poesia volgare.
Il progetto si concentra sulla storia della Roma comunale (tra il 1143 e il 1398) e si interroga su come abbia funzionato la comunicazione politica all’interno della città. Per via della complessità dello spazio politico a Roma, caratterizzato da numerosi e diversi attori, la comunicazione pubblica era infatti un fattore essenziale. Il progetto si occupa in particolare delle iscrizioni come strumento di comunicazione politica nella città, e dunque all’interno dello spazio urbano romano. In tal senso, le iscrizioni saranno analizzate alla luce del cultural turn.