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La «civiltà dell’anatomia»: il genere delle Anatomie letterarie nell’Italia del Seicento (FNS 100012_204399)

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Guido Guidi, De anatome corporis humani, Venezia (1611)
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Giulio Casseri, Tabulae anatomicae (1627), Francofurti (1632)
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Pomponio Tartaglia, Notomia spirituale dell'uomo, p. II, Perugia (1647)
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Ottavio Scarlattini, L'uomo e sue parti figurato e simbolico, anatomico [...], Bologna (1684)

Il progetto intende esaminare i rapporti tra sapere medico e cultura umanistica nella prima età moderna (secc. XVI e XVII), con specifico riferimento agli effetti epistemologici del De humani corporis fabrica (1543) del medico fiammingo Andrea Vesalio sull’immaginario letterario, nella pluralità dei suoi generi, e sulle pratiche artistiche di quell’epoca. La domanda di ricerca intende misurare, per la cultura italiana, il grado di irradiazione del metodo anatomico in altre forme di sapere - nelle arti del discorso come nelle arti visive -, e a questo fine individua come proprio campo di indagine un selezionato corpus di Anatomie letterarie del Cinque e del Seicento, che restituiscono un capitolo significativo per la storia culturale dell’epoca, definita anche «civiltà dell’anatomia».

La focalizzazione sull’anatomia parte dal censimento di una serie di testi letterari, filosofici, artistici, politici, militari, religiosi, enciclopedici, ecc., intitolati “anatomie”, finora non esplorati come un genere organico o integrati in una visione d’insieme, ciascuno dei quali rappresenta, nella sua esemplarità, una diversa disciplina: alla Notomia spirituale dell’uomo (1647), si allineano ad esempio La sminuzzatissima anatomia grammaticale (1603), l’Anatomia ingeniorum et scientiarum (1615), o la Criminalis artis anatomia (1694), in un dispiegarsi di subgeneri che la ricerca raccoglie, sistematizzandoli, nel repertorio della “Biblioteca anatomica”, pubblicata tra le collezioni tematiche digitali in open access dal Museo Galileo di Firenze, partner di progetto.

Correlate all’interrogativo principale da cui muove il lavoro, ovvero l’entità della ricezione del paradigma anatomico verificata sull’estensione tematica del corpus, si affronteranno altre questioni nodali: tra queste il grado (da superficiale a profondo) di assimilazione nei testi del metodo scientifico della dissezione, come dispositivo di analisi e di ordinamento della materia trattata, e di generale organizzazione del sapere. Un ulteriore e interconnesso ambito di indagine riguarderà il ruolo delle Accademie umanistiche come crocevia storico di esperienze biografiche e intellettuali, e veicolo della trasmissione della scienza anatomica, come documentano gli scambi epistolari tra medici, artisti e letterati che rientreranno in mirati studi di caso.

L’impostazione interdisciplinare del progetto si rispecchia nella composizione dell’équipe di ricerca, costruita su sinergie interne all’Istituto di studi italiani e nel contempo sostanziata dall’apporto di studiosi esterni.

Biblioteca anatomica

Il progetto di ricerca intende verificare sul piano dei documenti letterari la tesi che l’anatomia permei lo stile di pensiero e l’immaginario culturale della prima età moderna. A fondamento della ricerca si pone una serie di opere di area italiana intitolate e ispirate all’anatomia, censite e aggregate in una raccolta organica di “Anatomie letterarie” che si configurano come un multiforme corpus testuale codificato qui per la prima volta come genere a sé stante nella tradizione italiana. Le Anatomie si estendono a più materie: geografia, astronomia, grammatica, filosofia morale, e tutte sottendono una stessa prassi, la “dissezione” del corpo di un tema, e non meno la sua ordinata classificazione.

Per approfondire: La “Biblioteca anatomica” (1552-1699): consistenza e ragioni di un corpus.

Consulta la "Biblioteca anatomica"

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