Tesi di dottorato in Lingua, letteratura e civiltà italiana
Il dottorato di ricerca in Lingua, letteratura e civiltà italiana è attivo all'USI dal 2009. Offriamo qui un elenco delle tesi di dottorato concluse e di quelle attualmente in corso, insieme a un breve descrittivo delle stesse.
Tesi di dottorato in corso
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Elena Battaglia, Evidenzialità e interazione in italiano
Data di inizio del dottorato: 2020
Direttrice: Johanna Miecznikowski-Fuenfschilling
Co-direttrice: Paola Pietrandrea (co-tutela Université de Lille)
Progetto: Evidenzialità e interazione in italiano
All'interno del quadro più ampio del progetto FNS [no. 100012_192771] "La categorizzazione delle fonti di informazione nell’interazione faccia a faccia. Una indagine basata sul corpus di italiano parlato TIGR", il progetto di tesi si propone di esplorare la rilevanza interazionale dell'evidenzialità nell'italiano parlato. Questa categoria linguistica comprende i mezzi comunicativi impiegati dai parlanti per segnalare le fonti dell'informazione trasmessa in un'asserzione (percezione sensoriale, inferenza, sentito dire...). Per raggiungere l'obiettivo,la ricerca si concentra sul ruolo di tali fonti nella costruzione interattiva del common ground, facendo l'ipotesi che la loro comunicazione sia preliminare e necessaria alla trasmissione e alla condivisione di conoscenza nella conversazione.In particolare, si esamineranno le sequenze in cui un disallineamento tra i co - partecipanti, dovuto a disaccordi, dubbi o incomprensioni sulla validità di un'informazione, ne renda problematica l'accettazione. Il lavoro valuterà in che misura il problema conversazionale sia legato alla categorizzazione delle fonti, se e in che modo un ancoraggio evidenziale accessibile e condiviso dei contenuti favorisca il raggiungimento di un accordo, e come venga segnalato e gestito il processo sul piano linguistico e interazionale. A questo proposito, si studieranno strategie verbali, pragmatiche, sequenziali e multimodali, pratiche di riparazione della fonte d'informazione e/o pratiche di negoziazione di natura argomentativa. Lo studio prevede analisi qualitative, condotte con i metodi della linguistica interazionale, e analisi quantitative, condotte su una porzione annotata del corpus di italiano parlato spontaneo TIGR, che comprende diverse situazioni: interviste, preparazione di pasti, preparazione di une presentazione, conversazioni a tavola e lezioni.
Contatto email: [email protected]
Pagina personale: https://usi.to/8m2
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Mattia Bettoni, La parola degli altri. Costellazioni letterarie nell’opera poetica di Giovanni Orelli
Data di inizio del dottorato: 2022
Direttore: Fabio Pusterla
Co-direttore: Christian Genetelli (Université de Fribourg)
Progetto: La parola degli altri. Costellazioni letterarie nell’opera poetica di Giovanni Orelli
La “parola degli altri” costituisce il principale strumento scrittorio di Giovanni Orelli; tale tesi si prefigge di studiare il fenomeno dell’intra/intertestualità ponendo lo studio dei modelli, delle fonti e delle citazioni come punto di partenza per l’analisi dei testi poetici e per la comprensione del rapporto che l’autore intesse con il suo macrosistema culturale. Le citazioni e le autocitazioni verranno confrontate con i loro rispettivi significati originari generando nuove chiavi interpretative utili alla lettura delle poesie; le relazioni intertestuali permetteranno, dunque, di approfondire la componente ermeneutica.
Contatto email: [email protected]
Pagina personale: http://usi.to/3sj
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Ottavio Brigandì, Aspetti lessicali, figurativi e simbolici dei colori dell’arcobaleno in Dante
Data di inizio del dottorato: 2022
Direttore: Stefano Prandi
Co-direttrice: Mira Mocan
Progetto: Aspetti lessicali, figurativi e simbolici dei colori dell’arcobaleno in Dante
Il progetto indaga la concezione dell’arcobaleno in Dante, nei suoi primi lettori e negli autori coevi. L’approccio tiene in conto le particolarità dall’analisi del colore e i relativi aspetti filologico-testuali nella lingua delle origini, senza trascurare i significati scientifici e teologici dei colori stessi. Si considera perciò l’arcobaleno come un oggetto culturale che, pur rimanendo lo stesso dal punto di vista fenomenico, viene rappresentato e interpretato in modo differente da osservatori di varie epoche e formazione scientifico-culturale.
Contatto email: [email protected]
Pagina personale: http://usi.to/eoe
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Annalisa Carlevaro, L’italiano come lingua seconda nella Svizzera italiana: prassi e materiali didattici nell’insegnamento agli adulti alloglotti
Data di inizio del dottorato: 2017
Direttrice: Johanna Miecznikowski
Co-direttore: Andrea Rocci
Progetto: L'italiano come lingua seconda nella Svizzera italiana: prassi e materiali didattici nell'insegnamento agli adulti alloglotti
I crescenti flussi migratori hanno stimolato, negli ultimi decenni, la riflessione glottodidattica in Europa sulla formazione linguistica dei migranti, che ha il potenziale di favorire l'integrazione sociale, professionale e culturale degli stessi. Gli studi glottodidattici sull'italiano come lingua seconda (cioè parlata dagli alloglotti in territorio italofono) che tengono conto della situazione ticinese e del Grigioni italiano sono tuttavia ancora rari. La presente ricerca mette a fuoco un settore particolare dell'insegnamento dell'italiano come lingua seconda nella Svizzera italiana, cioè la formazione degli adulti, e dedica particolare attenzione ai materiali didattici e la loro adeguatezza al contesto elvetico specifico. In una fase preliminare si esaminerà, sulla base dei testi legali e della comunicazione pubblica, la politica linguistica adottata dai cantoni Ticino e Grigioni nei confronti degli immigrati, confrontandola anche con quella dell'Italia. Si effettuerà inoltre un’indagine su dove viene insegnato l’italiano come lingua seconda in questi cantoni. In seguito sarà condotta, tramite interviste e questionari, un’inchiesta presso gli insegnanti di italiano e i responsabili degli enti e delle scuole che erogano i corsi di lingua. Essa mira a identificare eventuali esigenze a livello manualistico, adottando l'ipotesi che l'efficacia dell'insegnamento della lingua seconda dipenda in parte dalla congruenza tra mezzi linguistici, testi e attività proposti e le situazioni comunicative che l'immigrato incontra nella vita quotidiana. Un possibile sbocco della ricerca è la creazione e sperimentazione di materiali didattici che vadano incontro ai risultati dell’indagine.
Contatto email: [email protected]
Pagina personale: http://usi.to/q2z
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Laura Crippa, Giovanni Pascoli e il primitivismo
Data di inizio del dottorato: 2018
Direttore: Stefano Prandi
Co-direttore: Emilio Manzotti
Progetto: Giovanni Pascoli e il primitivismo
La presente ricerca vorrebbe illuminare un settore degli studi pascoliani affrontato solo tangenzialmente dalla critica, indagando il rapporto di Giovanni Pascoli con la corrente culturale del primitivismo di fine Ottocento e seguendo questa fascinazione farsi carne e parola nella poetica dell’autore. Nonostante infatti nell’opera di Pascoli siano stati riscontrati gli indizi di un interesse verso questo tema, non è ancora stato condotto uno studio unitario sulle conoscenze del poeta a riguardo, né sulla possibilità che esse abbiano potuto condizionare anche la sua ricerca lirica.
La prima parte del lavoro, di carattere storico-culturale, si occuperà di ricapitolare i rapporti dell’autore con gli studiosi del tempo e di offrire una panoramica esaustiva del suo aggiornamento rispetto alle teorie coeve di ambito etnografico, antropologico e comparatistico.
Una volta ricostruito il quadro generale, nella seconda parte si analizzerà il primitivismo pascoliano in un’ottica linguistica, ricercando nell’officina lirica del poeta tracce dell’interesse per queste tematiche. Partendo dall’ipotesi che Pascoli abbia voluto ricreare la parola primigenia nella propria poesia tramite espedienti metrici e lessicali, si procederà allo studio di alcuni componimenti significativi, per individuare in essi i meccanismi stilistici riconducibili al tentativo di ricostituire un linguaggio primordiale.
Contatto email: [email protected]Pagina personale: http://usi.to/rm8
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Alberta Fasano, Carlo Emilio Gadda e le arti figurative: cultura visuale ed ecfrasi di uno scrittore del ’900
Data di inizio del dottorato: 2014
Direttrice, Direttore: Sara Garau, Stefano Prandi
Co-direttrici, Co-direttore: Linda Bisello, Emilio Manzotti, Carla MazzarelliProgetto: Carlo Emilio Gadda e le arti figurative: cultura visuale ed ecfrasi di uno scrittore del '900
Il progetto di dottorato è dedicato alla cultura visuale di Carlo Emilio Gadda e ai modi in cui essa è esibita nelle sue opere. La sua cognizione dell’arte figurativa non sarà indagata quale monolite atemporale, bensì sarà ricostruita in quanto processo di conoscenza, appropriazione e rielaborazione cominciato con le visite giovanili a Brera e proseguito per tutta la vita dell’Autore, con costanza e naturalezza, quale complemento irrinunciabile della propria formazione intellettuale e attività di scrittura.
Si muoverà da Racconto italiano (1924-1925), opera prima ma incompiuta dell’Autore, una sorta di laboratorio dello scrittore in cui alle sequenze narrative si intrecciano note di «composizione» e di «critica». Da qui si rileggeranno tutte le opere, con particolare attenzione alle prose brevi e agli articoli del Gadda corrispondente per giornali e riviste. Saranno oggetto di analisi testuale approfondita alcune ecfrasi notevoli per complessità strutturali, stilistiche e tematiche, esemplari dell’usus scribendi dell’Autore, ma anche si cercheranno di individuare i referenti di allusioni talvolta criptiche grazie a notizie biografiche contenute nell’epistolario e agli appunti conservati negli archivi (come ad esempio visite a musei ed esposizioni).
Infine un apporto importante sarà fornito dallo studio dei rapporti interpersonali di Gadda con gli intellettuali italiani del suo tempo, in particolare con coloro che condividevano con lui l’inclinazione, diversamente declinata, per le arti figurative (da Longhi a Cecchi, da Contini a Linati) al fine di cominciare a delineare una rete di condivisione della cultura visuale italiana della prima metà del '900.Contatto email: [email protected]
Pagina personale: https://usi.to/ubd
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Christian Geddo, L’evidenzialità nel parlato: comunicazione esplicita e implicita delle fonti percettive in situ
Data di inizio del dottorato: 2020
Direttrice: Johanna Miecznikowski
Progetto: L’evidenzialità nel parlato: comunicazione esplicita e implicita delle fonti percettive in situ
La presente ricerca si colloca nell’ambito del progetto FNS (no. 100012_192771) “La categorizzazione delle fonti di informazione nell’interazione faccia a faccia. Una indagine basata sul corpus di italiano parlato TIGR”. Il lavoro intende indagare il modo in cui i parlanti classificano ed esprimono la fonte delle informazioni che asseriscono o ipotizzano con i loro enunciati. Tipi possibili di fonte sono la percezione diretta, il sentito dire, il ragionamento (es. l’ho visto, me l’ha detto Anna, si vede che...). L’ipotesi centrale del lavoro è che la rilevanza della categoria fonte di informazione sia elevata anche in italiano, una lingua che non costringe i parlanti a esprimerla sistematicamente tramite marche grammaticali. Questa ipotesi sarà esaminata empiricamente in un corpus audio-video di interazioni faccia a faccia, raccolto in Ticino e nei Grigioni (costituendo così il primo e più aggiornato corpus multimediale di italiano svizzero).
Nello specifico, il presente lavoro di tesi si concentrerà, anzitutto, sull’annotazione degli atti assertivi in circa un terzo delle registrazioni raccolte nel progetto FNS, associando ai risultati del lavoro collettivo una riflessione personale sui metodi e le prospettive dell’annotazione come strumento analitico. In seguito, si studierà sistematicamente il modo in cui i parlanti gestiscono ed esprimono le fonti di informazioni in situ, categoria innovativa qui proposta per designare quegli elementi accessibili nel contesto della situazione comunicativa (tramite percezione diretta dello stato di cose oggetto della proposizione asserita o circumstantial inferences). Si cercherà di rispondere a domande quali: in tali casi si impiegano meno espressioni verbali esplicite? Eventuali marche linguistiche possono sottolineare la dimensione intersoggettiva dell’interazione? Quali strategie non-linguistiche vengono messe in campo (es. gesti, movimenti, ecc.)? Pertanto, un’attenzione particolare verrà riservata alla dimensione multimodale, in una visione che intende considerare la comunicazione umana nella sua globalità semiotica. In seguito, l’analisi si concentrerà sulle costruzioni con verbi di percezione usate per indicare proprio le fonti in situ, esplorandone gli aspetti non-verbali e i processi cognitivi di categorizzazione sottesi. Infine, assumendo il quadro della teoria della pertinenza (Relevance Theory), ci si proporrà di indagare i legami possibili tra la teoria pragmatico-cognitiva e il modello operazionale impiegato per l’analisi delle interazioni verbali (linguistica interazionale).
Contatto email: [email protected]Pagina personale: https://usi.to/8m3
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Immacolata Iaccarino, Anatomia, emblematica e accademie nel Seicento
Data di inizio del dottorato: 2022
Direttrice: Linda Bisello
Co-direttore: Marco Maggi
Progetto: Anatomia, emblematica e accademie nel Seicento
Il presente progetto di ricerca si propone di indagare, a partire dagli studi sulla convergenza tra sapere umanistico e scienza medica, il prolifico e costante dialogo instauratosi nella prima età moderna tra letteratura anatomica ed emblematica. Al fine di cogliere in profondità il legame tra il testo di argomento medico-scientifico e l’elemento visuale che funge da supporto alla trattazione, si prenderanno in esame opere del XVII secolo appartenenti al genere delle “anatomie letterarie” (categoria di cui il progetto si propone di dimostrare e documentare l’esistenza. Sul tema cfr. Arthur 1978 e Sawday 1995) e dotate di un significativo apparato iconografico. Principale, ma non esclusivo, oggetto di studio sarà L’huomo, e sue parti figurato e simbolico, anatomico (1683) di Ottavio Scarlattini (1623-1699), testo rientrante tra gli esemplari prossimamente editi della “Biblioteca anatomica” e qui assunto quale testimone prezioso della liaison tra anatomia, letteratura e arti figurative nel Seicento. L’analisi comparativa delle parti testuali e degli elementi iconografici presenti nel trattato di Scarlattini costituirà il focus della ricerca, che sarà volta da un lato a rintracciare l’eredità scientifica di Vesalio, nonché le persistenti tracce della medicina galenica, nel pensiero dell’umanista bolognese, dall’altro a comprendere in che modo le immagini gnomiche (emblemi, geroglifici, stemmi, ecc.) di cui si serve l’autore si declinino in relazione al nuovo paradigma anatomico. L’analisi interartistica di L’huomo, e sue parti figurato e simbolico, anatomico sarà inoltre corroborata da un approfondimento storiografico teso a offrire una visione organica e più integrata, sul piano degli scambi interdisciplinari, della realtà storico-culturale in cui l’opera si colloca. Si terrà conto, infatti, del preminente ruolo assunto dai vivaci centri di diffusione del sapere secentesco, le accademie, principali responsabili del fervido interscambio intellettuale instauratosi al tempo tra scienziati, medici, filosofi, letterati e artisti, e solida testimonianza di un’epoca di rinnovamento, progresso e accresciuta consapevolezza culturale. Il progetto, che s’inserisce in quello più ampio e articolato La “Civiltà dell’Anatomia”: il genere delle anatomie letterarie nell’Italia del Seicento, finanziato dal FNS (progetto n. 100012_204399) e coordinato dalla prof.ssa Linda Bisello, mira a colmare una lacuna importante nel panorama di ricerca, quella dei testi di area italiana, e a contribuire significativamente a un filone di studi in espansione.
Contatto email: [email protected]
Pagina personale: https://usi.to/bda5
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Marta Pizzagalli, Combinazioni intermediali nell’opera di Guido Gozzano. Uno studio su poesie e prose nelle prime sedi di pubblicazione, 1903-1916
Data di inizio del dottorato: 2023
Direttore: Marco Maggi
Progetto: Combinazioni intermediali nell’opera di Guido Gozzano. Uno studio su poesie e prose nelle prime sedi di pubblicazione, 1903-1916
Scopo della ricerca è analizzare la dimensione iconotestuale delle opere di Guido Gozzano sulla base dello studio delle loro prime sedi di pubblicazione e ricostruire gli effetti di senso prodotti dal dialogo testo-immagine. Fra il 1903 e il 1916 Gozzano (1883-1916) pubblica, su trentacinque diversi giornali, almeno duecentodiciassette testi, fra poesie, resoconti di viaggio, fiabe, prose varie e recensioni, pochi dei quali vedono la pubblicazione in volume vivente l’autore. Dei testi su rivista, una buona metà è accompagnata da immagini – fotografie e illustrazioni – di cui non si trova traccia nelle edizioni posteriori delle sue opere. La perdita di questa compagine non riguarda soltanto le immagini, bensì coinvolge il senso stesso dei testi gozzaniani, che nelle prime sedi di pubblicazione si costruiva nello scambio iconotestuale. Sul piano metodologico, lo studio si svolge su un doppio binario: quello filologico, dedito alla ricostruzione del corpus e all’analisi dei rapporti testo-immagine, e quello ermeneutico-storico, volto a illuminare i rapporti intrattenuti fra scrittore, illustratori ed editori, anche attraverso lo studio delle routines editoriali dei giornali del primo Novecento. L’unione dei due piani di analisi permette di studiare la complessità dell’opera iconotestuale, nata all’interno di quel particolare contesto culturale. La ricerca si colloca nel solco degli studi sull'iconotesto e sul fototesto, recentemente affermatisi nell'ambito degli studi letterari e comparatistici. La novità del progetto consiste nell'utilizzo delle metodologie approntate in seno agli studi di intermedialità in relazione all’opera di un autore centrale per lo sviluppo della letteratura italiana novecentesca, ma mai affrontato da questa prospettiva. Reciprocamente, lo studio fornisce un contributo innovativo agli studi di intermedialità, tendenzialmente proiettati sul contemporaneo, nella misura in cui ne applica i metodi a un autore già storicizzato. Il progetto prevede inoltre la creazione di un archivio digitale, che renda possibile la consultazione delle prime pubblicazioni gozzaniane in rivista, di sempre più difficile reperimento, e che spesso sono l’unico testimone esistente dell’originario legame iconotestuale. La digitalizzazione, annotazione e pubblicazione in rete ad accesso libero di questi materiali li renderà accessibili e operabili da parte della comunità scientifica.
Contatto email: [email protected]
Pagina personale: https://search.usi.ch/it/persone/dc512eab0f030d1a3a4f886b9cb1f2bb/pizzagalli-marta
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Katia Raspollini, La validità prognostica dei test d’ingresso per adulti migranti analfabeti: un’analisi in chiave linguistico-cognitiva
Data di inizio del dottorato: 2022
Direttrice: Johanna Miecznikowski-Fuenfschilling
Progetto: La validità prognostica dei test d’ingresso per adulti migranti analfabeti: un’analisi in chiave linguistico-cognitiva
I flussi migratori relativi a migranti rifugiati e richiedenti asilo si sono intensificati in Europa e in Italia, in particolare dal 2014, con i numerosi sbarchi dovuti alla crisi libica. Le competenze linguistiche dei migranti accolti nelle strutture di accoglienza e inseriti in percorsi di formazione linguistica in italiano L2 hanno evidenziato una condizione diffusa di debole alfabetizzazione pregressa con svariati casi di analfabeti totali. La presente ricerca si concentra su questa particolare tipologia di utenza ed in particolare sugli strumenti di rilevazione delle competenze linguistiche in ingresso utilizzati nei Centri Statali di Istruzione degli adulti. Partendo da una ricognizione degli studi internazionali condotti sull’alfabetizzazione degli adulti, si intende analizzare, secondo una prospettiva linguistico-cognitiva, la validità e le criticità degli strumenti utilizzati per il testing in ingresso rivolto a migranti adulti analfabeti.
Contatto email: [email protected]
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Margherita Schellino, Anatomia, letteratura e linguaggio nelle accademie italiane del Seicento
Data di inizio del dottorato: 2022
Direttrice: Linda Bisello
Co-direttore: Stefano Prandi
Progetto: Anatomia, letteratura e linguaggio nelle accademie italiane del Seicento
Il progetto si propone di indagare le conseguenze linguistiche ed epistemologiche della rivoluzione del paradigma anatomico avvenuta in Europa nel corso del sedicesimo e diciassettesimo secolo. Tale studio si colloca all’interno di un più ampio progetto di ricerca dal titolo La “Civiltà dell’Anatomia”: il genere delle Anatomie letterarie nell’Italia del Seicento (progetto FNS n.100012_204399), e da tale ricerca trae i suoi assunti generali. In primo luogo, le coordinate storiche e geografiche: lo studio storico-linguistico che si condurrà in questa sede prevede infatti di porre particolare attenzione (anche se non esclusiva) alle Anatomie di area italiana pubblicate nel corso del diciassettesimo secolo, e in particolar modo ai Discorsi di anatomia di Lorenzo Bellini, che videro la luce nel 1696 e che vengono qui proposti come caso studio. In secondo luogo, si adotterà un quadro concettuale che interpreta la diffusione del metodo anatomico nella cultura umanistica come lo stabilizzarsi di un paradigma interpretativo, ovvero di un vero e proprio codice che acquisì valore modellizzante anche (e soprattutto) al di fuori del sapere medico. In tale ottica, quindi, lo studio interdisciplinare non si conduce in maniera puramente descrittiva; al contrario, si ricercano nell’analisi linguistica macro- e microtestuale, nonché paratestuale, gli indizi di una profonda e radicale rottura verificatasi nel panorama linguistico e mentale dell’epoca. L’obiettivo principale, quindi, consiste nell’indagare fino a quale profondità linguistica si può rintracciare l’impatto e l’assimilazione della cultura della dissezione, nonché mettere in luce il nesso tra forma linguistica e habitus mentale, in particolar modo per quel che riguarda lo stabilizzarsi del pensiero scientifico alle soglie dell’età moderna. Tale studio si avvarrà di un’ampia ricognizione critica sulle vie di trasmissione del sapere medico-umanistico e sulle concrete dinamiche che riguardarono tale dialogo interdisciplinare all’interno delle accademie umanistiche seicentesche.
Contatto email: [email protected]
Pagina personale: https://usi.to/bc5a
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David Segev, Il Talmud contraffatto: il caso emblematico della Bibliotheca sancta di Sisto da Siena
Data di inizio del dottorato: 2022
Direttore: Giacomo Jori
Co-direttore: Giulio Busi (Freie Universität Berlin)
Progetto: Il Talmud contraffatto: il caso emblematico della Bibliotheca sancta di Sisto da Siena
La storia dei rapporti tra cristiani ed ebrei non sempre è stata raccontata in modo neutrale: ci sono memorie singole e collettive che interferiscono e che possono diventare fonte di conflitto e divisione. Ci sono memorie e documenti ufficializzati e altri nascosti e dimenticati, perché in alcuni periodi storici si è preferito offuscare tutti gli elementi che avrebbero potuto ridimensionare la narrazione voluta.
Con questo progetto, attraverso la comparazione delle citazioni talmudiche riportate da Sisto da Siena con quelle citate in altre opere, e poi confrontate con quelle originali, si potrà dimostrare se anche il Senese, scientemente, con la sua Bibliotheca sancta, abbia adottato una teologia che mirasse alla sostituzione della visione degli ebrei agli occhi dei cristiani, usando l’ambiguità e la malafede oppure se, non possedendo alcuna cultura ebraica, si sia limitato ad attingere da qualche fonte una serie di passi talmudici contraffatti, continuando in questo modo, magari in buona fede, ad allungare quella catena dissacratoria, iniziata secoli prima, contro il Talmud.Contatto email: [email protected]
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Luca Trissino, L’atelier linguistico dei poeti critici d’arte
Data di inizio del dottorato: 2021
Direttore: Marco Maggi
Progetto: L’atelier linguistico dei poeti critici d’arte
Il progetto mira a caratterizzare le retoriche ecfrastiche, le articolazioni semantiche, sintattiche e stilistiche, le funzioni integrative della critica d’arte dei connoisseurs, proposta da due affiliazioni di poeti stilisticamente antinomiche.
Il corpus di riferimento comprende da una parte i protagonisti dell’ermetismo fiorentino Luzi, Bigongiari, Parronchi, la linea frontespiziesca di Betocchi, il filone meridionale di Gatto e Quasimodo, l’idealismo di Ungaretti, l’anomala vicinanza di Sinisgalli e De Libero, dall’altra Montale e l’affine Solmi, senza tralasciare l’estraneità di Bertolucci.
Se nella poesia si è potuta dimostrare l’omogeneità dell’isoglossa ermetica, ci si propone ora di superare il settorialismo degli studi indagando in un’ottica interdisciplinare l’usus stilistico e linguistico dei poeti in un’attività alternativa e dialettica quale la critica d’arte.
Lo studio comparato delle costanti linguistiche della lingua lirica e delle prose argomentative «in funzione d’altro» seguirà una prospettiva contestuale, ancora intentata, confrontando la koinè ermetica con la costellazione di matrice montaliana, al fine di rivelare gli stilemi sovrapersonali e individuali.Contatto email: [email protected]
Pagina personale: https://usi.to/ba4o
Membro Scuola dottorale confederale in Civiltà italiana
Tesi di dottorato concluse
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Evelina Bernasconi, L’oratorio tra il XVII e il XVIII secolo (2009-2015)
Durata del progetto: 2009-2015
Relatori: Jürgen Maehder, Carlo Ossola
Progetto: L’oratorio tra il XVII e il XVIII secolo
Il mio progetto di dottorato intende approfondire lo studio dell’oratorio, come genere letterario e musicale, nel periodo tra il Sei e il Settecento.
Sono stati selezionati quindici libretti d’oratorio, undici dei quali hanno come protagonista Giuditta e la sua vicenda tratta dal testo veterotestamentario a lei dedicato; un libretto è intitolato a Oloferne, mentre i rimanenti tre sono dedicati ad altre tre donne dell’Antico Testamento (Debora, Giaele, Micole).
Lo studio partirà dal libretto e dalla partitura dell’oratorio “La Giuditta” di Benedetto Marcello (1709) e si suddividerà in tre parti: una prima sezione in cui verrà curata l’edizione dei libretti; una seconda parte di commento sulla ricezione dell’eroina e dei protagonisti dell’episodio biblico nei libretti editati; infine una terza parte che intende curare l’edizione critica della partitura marcelliana, approntandone una contestualizzazione storico/compositiva.
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Irene Cappelletti, Il frammento magliabechiano del Decameron (BNCF, cod. II.II.8, cc. 20r-37v) (2009-2016)
Durata del progetto: 2009-2016
Relatori: Corrado Bologna, Carlo Ossola
Progetto: Il frammento magliabechiano del Decameron (BNCF, cod. II.II.8, cc. 20r-37v)
Le carte 20r-37v del codice II.II.8 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze trasmettono il cosiddetto frammento magliabechiano del Decameron (inizio del settimo decennio del sec. XIV), probabilmente il più antico testimone dell’opera. Ideato e trascritto nel Regno di Napoli da un mercante fiorentino legato al Gran Siniscalco Nicola Acciaiuoli, contiene un Proemio non boccacciano, le conclusioni I-VIII, la novella IX 10 e la conclusione IX.
La tesi di dottorato consisterà nell’edizione diplomatico-interpretativa e nello studio filologico e storico-letterario del frammento. L’analisi filologica cercherà di determinarne la posizione stemmatica all’interno della tradizione decameroniana e le peculiarità grafiche e linguistiche mediante la collazione completa con i manoscritti Parigino Italiano 482 (Parigi, Bibliothèque Nationale de France), Vitali 26 (Piacenza, Biblioteca Passerini Landi), Hamilton 90 (Berlino, Staatsbibliothek Preussischer Kulturbesitz, autografo di Boccaccio) e Pluteo 42.1 (Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana). L’indagine variantistica sarà affiancata dall’analisi dell’impaginazione, del sistema delle maiuscole e dell’interpunzione del codice e completata da uno studio storico-letterario mirato a individuare le fonti letterarie e, più in generale, l’appartenenza culturale del compilatore del Proemio, in modo da poter avanzare qualche ipotesi sulla destinazione di questa singolare antologia decameroniana.
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Chiara Cauzzi, I primi cinquant’anni della Biblioteca Ambrosiana. La personalità e l’opera di Antonio Olgiati (2014-2022)
Durata del progetto: 2014-2022
Relatori: Giacomo Jori, Paul Gabriele Weston
Progetto: I primi cinquant’anni della Biblioteca Ambrosiana. La personalità e l’opera di Antonio Olgiati
Il progetto di Dottorato si pone come obiettivo quello di analizzare lo sviluppo della Biblioteca Ambrosiana nei primi cinquant’anni di vita e, in particolare, l’organizzazione che ha investito numerosi ambiti (l’acquisizione del patrimonio librario, l’allestimento degli strumenti di corredo, l’individuazione delle figure professionali occorrenti al suo funzionamento, la predisposizione di un regolamento, l’assegnazione di cespiti per garantirne l’autonomia amministrativa, la progettazione degli ambienti destinati alla consultazione e alla conservazione del materiale bibliografico). Questa indagine farà perno sulla ricostruzione della personalità di Antonio Olgiati (1570-1648), Prefetto e primo Bibliotecario, inserita nel contesto storico, culturale e religioso della Milano del tempo. Documentare la sua attività biblioteconomica, segnalata come esempio di buona organizzazione per i futuri Bibliotecari Ambrosiani, appare una chiave di lettura plausibile (e, tuttavia, ancora poco approfondita) per conoscere l’Ambrosiana, anche perché il personaggio si colloca nella fase iniziale dello sviluppo della Biblioteca, quando un ambiente culturale ricco e vivace è più fortemente influenzato dalla guida spirituale del Cardinale, e vi trascorre poi gran parte della sua vita lavorativa, circa 36 anni, dedicandosi con diligenza alla catalogazione, alla conservazione dei volumi e all’incremento delle raccolte. Nel 1607 Federico Borromeo lo invia in giro per l’Europa con lo scopo di reperire volumi di pregio e manoscritti per la nascente biblioteca. Si reca quindi ad Augusta, a Lovanio, a Bruxelles e a Parigi, ove intrattiene rapporti e collabora con i più autorevoli studiosi locali e circa due anni dopo compie un viaggio a Venezia, tornando con una cospicua dotazione di volumi di pregio. Negli elenchi dei volumi inseriti tra le carte dell’Archivio della Congregazione dei Conservatori presso l’Ambrosiana, è stato possibile riscontrare anche la presenza di libri proibiti che Olgiati conserva diligentemente e si premura di non dare in consultazione. Nel 1615 Federico predispone una tipografia interna per monitorare tutto ciò che viene stampato, secondo le tendenze controriformistiche. La ricerca intende soffermarsi sulle relazioni che intercorrono tra Federico Borromeo, Giusto Lipsio ed Ericio Puteano in modo tale da comprendere quanto l’istituzione sia stata di grande esempio per la costituzione delle successive biblioteche europee. La documentazione è conservata presso la Veneranda Biblioteca Ambrosiana, l’Archivio Storico Diocesano di Milano, l’Archivio del Seminario di Milano presso Venegono Inferiore (Varese) e l’Archivio Storico Comunale di Lugano.
Contatto email: [email protected]
Pagina personale: http://usi.to/ucu
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Riccardo Corcione, Giovanni Giudici anni ’90: tempo della fine e fine del tempo (2013-2018)
Durata del progetto: 2013-2018
Relatori: Corrado Bologna, Fabio Pusterla
Progetto: Giovanni Giudici anni ’90: tempo della fine e fine del tempo
Il progetto di dottorato si rivolge al momento conclusivo della parabola letteraria e intellettuale di Giovanni Giudici (1924-2011), quando il poeta, dopo aver attraversato la storia e la cultura del secondo Novecento, si trova a dover fare i conti col tramonto di un’età e di una generazione intellettuale posta dinanzi al dissolversi dei propri ideali, delle proprie speranze. Una parabola altresì esistenziale, che il raggiungimento della vecchiaia costringe al confronto con un’altra fine imminente: quella della vita umana. Gli anni ’90 assumono dunque un’importanza strategica per rileggere l’opera di Giudici: dai versi e dalla prosa saggistica di questo decennio emerge uno sguardo sempre più maturo e consapevole, voltato indietro a scrutare un passato in cui si riflettono e si confondono dimensione storica e privata; come avviene nella poesia 1989, l’anno della caduta del muro di Berlino con cui il secolo volge al suo epilogo: «Otto e Nove – sussurro – l’anno che Tutto è successo / Primo pensiero è che anch’io un patatràc / Il mio Ottantanove l’ho appresso».
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Sergio Di Benedetto, Aspetti letterari e religiosi nella poesia di Girolamo Benivieni (2013-2017)
Durata del progetto: 2013-2017
Relatore: Carlo Ossola
Progetto: Aspetti letterari e religiosi nella poesia di Girolamo Benivieni
Il progetto di ricerca mira a porsi come contributo all’approfondimento degli aspetti letterari e religiosi del poeta fiorentino Girolamo Benivieni (1453-1542). Inizialmente l’indagine avrà come oggetto il Commento del 1500 in quanto testimone privilegiato degli esiti a cui giunse il travaglio dell’autore seguito alla svolta savonaroliana, che provocò la riscrittura dei suoi componimenti giovanili. L’opera, divisa in tre parti, comprende cento rime, con prose esplicative del poeta stesso. Si effettuerà anche un confronto con le rime nella loro precedente versione per focalizzare gli elementi di novità e di continuità nel percorso letterario del Benivieni. L’accostamento tra i testi del Commento e la loro formulazione passata permetterà anche di verificare quale fosse l’intenzione strutturale del Canzoniere dell’età laurenziana. In seguito la ricerca verterà sulla produzione letteraria beniveniana successiva al 1519, prendendo in esame il ms. Riccardiano 2811, che tra l’altro raccoglie una riscrittura del Commento del 1500, della Canzona con il commento pichiano e testi spirituali degli ultimi anni di vita del poeta. La ricerca potrà offrire nuovi strumenti per chiarire gli elementi fondamentali del pensiero intellettuale e religioso del Benivieni, considerando anche gli echi beniveniani presenti in altri rimatori del XVI secolo, a partire da Vittoria Colonna, Gaspara Stampa e Michelangelo Buonarroti.
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Giuliana Di Febo, «Ricordi, note e pensieri intimi». L’edizione di un’inedita traduzione da Gustave Flaubert e i suoi riflessi nell’opera di Giorgio Caproni (2016-2022)
Durata del progetto: 2016-2022
Relatori: Fabio Pusterla, Carlo Ossola (co-tutela Sorbonne Université)
Progetto: «Ricordi, note e pensieri intimi». L’edizione di un’inedita traduzione da Gustave Flaubert e i suoi riflessi nell’opera di Giorgio Caproni
[FNS Doc.CH, nr. 168944]
La tesi mira alla pubblicazione dell’inedita traduzione di un quaderno giovanile di Gustave Flaubert, intitolato, nell’editio princeps postuma, Souvenirs, notes et pensées intimes, preparata da Giorgio Caproni tra la metà degli anni Sessanta e la metà degli anni Ottanta del Novecento.
Scritta in giovinezza come diario personale, l’opera era stata dal suo autore destinata all’oblio e vide infatti la luce, ad opera dell’amica di famiglia Lucie Chevalley Sabatier, soltanto nel 1965; l’anno dopo l’editore Rizzoli ne aveva affidato la traduzione a Caproni.
Del cahier flaubertiano è apparsa soltanto un’altra versione italiana, da tempo irreperibile. Il lavoro svolto da Caproni, che fu anche il primo in ordine cronologico, costituirà quindi una restituzione alla storia letteraria del lavoro di traduzione svolto, con la sua antonomastica perizia, da uno dei massimi poeti della nostra tradizione letteraria, nonché un lascito alla comunità di lettori non francofoni dell’unica traduzione attualmente reperibile di un’opera di uno dei più importanti e fondativi narratori europei.
Il plico contenente la traduzione è ora conservato nell’Archivio Contemporaneo “Alessandro Bonsanti” del fiorentino “Gabinetto Vieusseux”: consta di due versioni dattiloscritte, altrettante copie carbone e svariate pagine di appunti autografi, ricche di varianti, note e date, oltre che di una copia dell’edizione francese fittamente chiosata dal traduttore.
Su questo materiale inesplorato si esemplerà l’edizione critica della traduzione, accompagnata da opportuni apparati, tenendo conto non soltanto dei dattiloscritti in pulito, ma anche di tutte le note e le chiose rilevanti. A questo lavoro seguirà uno studio ermeneutico volto a scandagliare il rapporto esistente tra i due autori, nel duplice obiettivo di scoprire il Caproni traduttore, toscano ed europeo al contempo, aulico e popolare insieme, nel suo Flaubert, e al contempo far emergere quanto di Flaubert, nell’arco del ventennio in cui il poeta prova e riprova a tradurlo, sia penetrato nell’io creativo di Caproni, traduttore anche della già edita prima versione dell’Éducation sentimentale.Contatto email: [email protected]
Pagina personale: http://usi.to/omg
Membro Scuola dottorale confederale in Civiltà italiana
FNS Doc.CH
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Daria Farafonova, La presenza dei «moralisti classici» nell’orizzonte problematico dell’opera di Luigi Pirandello (2014-2016)
Durata del progetto: 2014-2016
Relatore: Carlo Ossola
Progetto: La presenza dei «moralisti classici» nell'orizzonte problematico dell'opera di Luigi Pirandello
Il progetto si focalizza sul riconoscimento e sullo studio delle più importanti fonti «classico-moralistiche» del pensiero pirandelliano. Si tratta di un aspetto ancora del tutto inesplorato dell'universo ideologico-letterario di Pirandello, al quale fecero cenno solo due grandi critici quali Leonardo Sciascia e Giancarlo Mazzacurati, che invitarono a un approfondimento mai realizzato.
Un esame comparato dei testi pirandelliani con quelli dei «moralisti classici» (per riprendere la felice formula di Giovanni Macchia), soprattutto di Montaigne e Pascal, rivela la viva, profonda riflessione che Pirandello condusse sugli Essais e sulle Pensées durante l'elaborazione della sua poetica, da lui stesso definita «umorismo». Procedendo à rebours, si nota che tale percorso affonda le radici nell’umanesimo del paradosso, della maschera e della follia, con precisi richiami all’Encomium moriae di Erasmo. Si può impostare così, in prospettiva nuova, una rilettura dei temi principali dello scrittore siciliano, e in modo particolare nei romanzi, nei drammi e nel saggio sull'Umorismo, ridimensionando, con solide prove testuali, il suo conclamato "relativismo".
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Francesca Galli, Edizione critica e commentata del De luce di Bartolomeo da Bologna o.f.m. (XIII sec.) (2010-2014)
Durata del progetto: 2010-2014
Relatori: Corrado Bologna, Carlo Ossola
Progetto: Edizione critica e commentata del De luce di Bartolomeo da Bologna o.f.m. (XIII sec.)
La ricerca ha come obiettivo l’elaborazione di una nuova edizione critica e commentata del De luce di Bartolomeo da Bologna, tractatus edito da Squadrani nel 1932 ma finora mai studiato in modo sistematico, nonostante l’esplicito richiamo di noti filologi e medievisti.
Nell’opera, databile intorno al 1270, il frater, magister regens in teologia presso l’università di Parigi e figura di spicco della provincia minoritica bolognese, si propone di spiegare il versetto evangelico «Ego sum lux mundi» (Gv 8,12) e prende in esame numerose questioni relative alla perspectiva e alla metafisica della luce, istituendo un continuo raffronto, basato sull’analogia, tra il piano terreno e quello sovrasensibile. Benché presenti raramente intuizioni originali e offra piuttosto un compendio di teorie e osservazioni formulate da altri, tuttavia questo manuale di ottica spirituale si rivela interessante e per l’abbondanza di informazioni e per la natura poliedrica della sintesi, una sorta di ‘ponte’ e punto di scambio tra fisica e teologia, tra trattatistica scientifica e riflessione morale.
Oltre ad una messa a punto del testo, conservato nel ms Plut.17sin.8 della Biblioteca Medicea Laurenziana e nel ms. Canonic. Patr. Lat 52 della Bodleian Library, si intende dare un quadro del milieu storico e culturale in cui il De luce si inserisce ed approfondire il pensiero di Bartolomeo, individuandone, quando possibile, le fonti e gli eventuali lasciti nella tradizione successiva.
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Sara Massafra, L’ecosistema in versi: intessiture ecopoetiche nell’opera di Andrea Zanzotto (2017-2024)
Durata del progetto: 2017-2023
Relatori: Fabio Pusterla, Corrado Bologna
Progetto: L’ecosistema in versi: intessiture ecopoetiche nell’opera di Andrea Zanzotto
Questa tesi di dottorato analizza le stratificazioni geologico-semantiche nella poesia di Andrea Zanzotto alla luce delle trasformazioni del paesaggio italiano postindustriale, utilizzando l’ecocriticism come lente di indagine metodologica. Andrea Zanzotto (1921 – 2011) si è soffermato in particolare sul paesaggio veneto che, come tutto il territorio italiano, ha subìto sin dagli anni del boom economico uno sviluppo industriale e capitalistico radicale e violento. Il discorso ambientale di Zanzotto si apre a possibilità interpretative più ampie: nella sua poesia può essere letta, infatti, una sensibilità ecologica esplicita, parallela a una messa in discussione del ruolo dell’uomo rispetto all’ambiente. Zanzotto, infatti, ha dato voce alle narrazioni corporee del paesaggio italiano attraverso il testo poetico, ritraendo nei versi l’ecosistema nella sua conformazione fisico-geologica. A partire dallo studio delle varianti linguistiche e utilizzando le metodologie proprie delle Environmental Humanities, questa ricerca dottorale propone un’analisi ermeneutica incentrata su una scelta di testi commentati tratti dalle raccolte: Dietro il paesaggio (1951), Vocativo (1957), IX Ecloghe (1962) fino a considerare quelle più tarde, come Meteo (1996), Sovrimpressioni (2001) e Conglomerati (2009), le opere più esplicitamente ecopoetiche di Zanzotto. Sulla base di un impianto filologico costituito dai materiali genetici manoscritti e dattiloscritti, il progetto di dottorato si è avvalso di una prospettiva multidisciplinare e ibrida in cui la parte più strettamente letteraria e filologica è in costante dialogo con le teorie emerse dal dibattito culturale internazionale sulle tematiche ambientali.
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Elena Musi, I verbi sembrare e apparire come marche inferenziali: uno studio tra semantica e argomentazione (2012-2016)
Durata del progetto: 2012-2016
Relatori: Johanna Miecznikowski, Andrea Rocci
Progetto: I verbi sembrare e apparire come marche inferenziali: uno studio tra semantica e argomentazione
Il mio programma di ricerca, incentrato sull'analisi dei verbi di percezione sembrare e apparire, s’inserisce all’interno del più ampio progetto, finanziato dal Fondo Nazionale Svizzero, “Dalla percezione all’inferenza: aspetti evidenziali, argomentativi e testuali del lessico della percezione in italiano”. Questi due verbi, oltre ad esprimere eventi percettivi, sono utilizzati come marche evidenziali, vale a dire come mezzi lessicali che indicano la fonte d’informazione su cui si basa un’asserzione.
Nella presente ricerca mi soffermo soprattutto sui diversi tipi di inferenze segnalati da questi verbi.
L’ipotesi che intendo avvalorare è, infatti, che l’influenza dei dati percettivi nell’interpretazione delle inferenze è speculare alla modalità sensoriale nella semantica del verbo. Inoltre, l’osservazione degli usi di sembrare e apparire in questi particolari generi di testo mira ad identificare legami tra fonti d’informazioni presupposte da un verbo e premesse di un ragionamento esplicitate nel testo. Da un punto di vista metodologico, questo studio prevede un’analisi sincronica affiancata da una diacronica, volta a rintracciare il significato originario di questi verbi ed eventuali processi di estensione semantica. L’analisi sincronica si basa sull’esame di un corpus di testi bilanciato, appositamente selezionato, che comprende recensioni, editoriali e articoli di commento tratti da riviste quali La Stampa e il Corriere della Sera e siti online di diversa provenienza.
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Giulia Pellizzato, «L’italiano inutilissimo sono io!». Il carteggio tra Parise e Prezzolini: edizione, commento e studio (2013-2018)
Durata del progetto: 2013-2018
Relatrice: Sara Garau
Progetto: «L’italiano inutilissimo sono io!». Il carteggio tra Parise e Prezzolini: edizione, commento e studio
Il progetto prende le mosse dal carteggio inedito tra Goffredo Parise e Giuseppe Prezzolini, sito nell’Archivio Prezzolini a Lugano.
Nell’ambito del dottorato si studieranno in un primo momento le lettere, per cercare di ricostituirne il corpus originario.
Nel carteggio e nelle rispettive opere i due autori riflettono sulla società cui appartengono loro malgrado, danno voce alle proprie intuizioni su come questa stia mutando, su cosa sia realmente la cultura e come si vada trasformando, su cosa possano fare la letteratura e lo scrittore per tentare di imprimere una direzione diversa al “progresso”. Il punto di vista è simile, ma le metodologie sono differenti e le risposte non sempre concordi. Quello che Prezzolini analizza con procedimenti razionali ed astratti per Parise ha una ineliminabile componente personale, naturale, quasi biologica. Saranno approfonditi esiti e implicazioni di tali approcci differenti, ricostruendo le concezioni di letteratura e ruolo dello scrittore che emergono dai testi, analizzando le differenti posizioni degli autori rispetto al potenziale etico ed educativo dell’attività letteraria.
Il contenuto del carteggio fa esplicitamente riferimento a un orizzonte più ampio: i dialoghi delle lettere proseguivano in recensioni e articoli, le lettere venivano mostrate ad autori terzi o pubblicate. Si cercherà di ricostruire tale discorso nella sua interezza, riallacciando i vari fili del dialogo storico documentato: lettere, recensioni, articoli giornalistici.
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Laura Quadri, La diffusione europea in Antico Regime delle Vite di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi (2018-2024)
Durata del progetto: 2018-2024
Relatore: Giacomo Jori
Progetto: La diffusione europea in Antico Regime delle Vite di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi
Il progetto di Dottorato si concentra sulla diffusione europea in Antico Regime delle Vite di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, dopo una prima edizione fiorentina del 1609 ad opera di Vincenzo Puccini. Grazie ad esse, l'influsso di Maria Maddalena sulla pietà e sulla vita spirituale specialmente dei XVIIIcoli XVII e XVIII è vastissimo: nel XVII secolo, a livello generale le pubblicazioni concernenti Maria Maddalena si distribuiscono presto tanto a ovest dello spazio (Francia, Spagna, Portogallo), quanto a nord (Germania, Polonia, Inghilterra), mentre nel XVIII secolo la diffusione concerne soprattutto Spagna e Portogallo. Sicché guardare a questo caso alto e complesso di mistica italiana e fiorentina significa davvero interrogarsi sulla fondazione del moderno nell'ambito della storia della spiritualità.
Al centro del nostro lavoro, in particolare, vi saranno gli elementi contestuali alle varie edizioni della biografia – nell'intento di chiarire il ruolo precipuo di finanziatori, dedicatari e stampatori – nonché la mise en texte, per verificare – come sostiene la riflessione critica sviluppata proprio di recente sulla Santa fiorentina – in che modo la costruzione di un modello letterario e storico sia in grado di articolare storicamente un'esperienza di perfezione, in questo caso l’esperienza mistica.
Dalla ricerca potrà così emergere come vi sia stata, già nel Seicento, una circolazione in larga parte fedele agli originali delle Estasi maddaleniane. L'attestazione di tali Vite ci permetterà così di riflettere anche sullo statuto e gli usi della riscrittura agiografica. Quando essa si basa su testi (auto)biografici manoscritti, un orientamento storiografico consolidato vede l’operazione di riscrittura come un'operazione artificiosa a scopi di apologia quando non “politici”. Ma l’agiografia si può ridurre entro tale schema di lettura? È realmente un impoverimento? O è piuttosto la valorizzazione positiva di un modello di santità, di un modello di mistica e, soprattutto, la costruzione di un'esperienza che altrimenti rimarrebbe ne l dominio dell'incomunicabile o, al massimo, chiusa entro un chiostro? Non è forse il caso di dire che l'intervento dell'autorità dà all'esperienza la capacità di comunicarsi? È sulla scorta di questi interrogativi che l'indagine dottorale approfondirà la tematica agiografica, inserendosi nella linea di un dibattito rifiorito di recente, dopo gli impulsi dati da Michel De Certeau.Contatto email: [email protected]
Pagina personale: http://usi.to/vrj
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Francesca Saltamacchia, Melchiorre Gioja e le ragioni di una nuova cortesia. L’analisi argomentativa della storia testuale del Nuovo Galateocome contributo alla pragmatica storica della cortesia (2014-2021)
Durata del progetto: 2014-2021
Relatori: Andrea Rocci, Carlo Ossola
Progetto: Melchiorre Gioja e le ragioni di una nuova cortesia. L’analisi argomentativa della storia testuale del Nuovo Galateo come contributo alla pragmatica storica della cortesia
Inserito nel progetto finanziato dal Fondo Nazionale Svizzero “Le ragioni della cortesia. La nascita della cortesia contemporanea nella trattatistica comportamentale italiana dell’Ottocento” (progetto FNS – 100012_153031, direzione: Carlo Ossola, Andrea Rocci, Annick Paternoster), il lavoro si propone di studiare l’evoluzione della trattatistica comportamentale italiana tra il XVIII e il XIX secolo attraverso uno studio interdisciplinare del Nuovo Galateo di Melchiorre Gioia e delle sue riedizioni, combinando gli studi letterari sulla trattatistica comportamentale ottocentesca con i metodi della ricerca linguistica sulla (s)cortesia storica e della teoria dell’argomentazione.
La storia testuale del Nuovo Galateo reca le tracce delle discussioni che ne hanno accompagnato la ricezione attraverso le diverse edizioni: discussioni esplicitamente proiettate nelle "risposte" dell'autore, implicate (ma anche occultate) dalle revisioni del testo ad opera dell'autore, e, in modo diverso, da quelle operate dai suoi editori o riduttori, evocate, infine, dall'accostamento ad altri testi nelle scelte editoriali. Per questa ragione la ricerca intende ricostruire la storia testuale del Nuovo Galateo, in quanto in essa è possibile rintracciare le trasformazioni della cortesia ottocentesca.
In particolare, verranno studiate le edizioni del testo di Gioja (sia le quattro scritte dall’autore che quelle modificate da altri autori e editori lungo tutto il XIX secolo), analizzando il modo in cui viene concettualizzata la (s)cortesia nel Nuovo Galateo (cercando di individuare la tipologia di argomenti evocati), le forme con le quali viene manifestata e le valutazioni metapragmatiche da cui è accompagnata (individuando il modo in cui vengono giustificate argomentativamente); in un secondo momento verrà verificato in che misura i cambiamenti apportati al testo riflettano la trasformazione della concezione della cortesia nel corso del XIX secolo, quale ci è testimoniata dalla coeva trasformazione della trattatistica comportamentale.
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Sara Sermini, Dare voce. Poetiche e pratiche di povertà nell’Italia del secondo dopoguerra (2015-2021)
Durata del progetto: 2015-2021
Relatori: Corrado Bologna, Beatrice Sica (UCL)
Progetto: Dare voce. Poetiche e pratiche di povertà nell’Italia del secondo dopoguerra
Oggetto d’indagine di questo lavoro è la pratica discorsiva racchiusa nella controversa formula “dare voce”, strettamente connessa alla questione della povertà. L’intento è quello di dimostrare come nel secondo dopoguerra in Europa, e in particolar modo in Italia, si verifichi un cambiamento nella percezione della povertà tale da innescare una riflessione sociologica e filosofica sulla narrazione della povertà e sulle modalità del “dare voce”, dando il via al contempo ad alcune sperimentazioni linguistiche e letterarie. Per farlo esplorerò anzitutto i modi in cui la letteratura ha rappresentato la povertà nei termini dell’“abitare”, dell’occupare uno spazio con il proprio corpo, definendo un luogo a partire dalla possibilità di muoversi o meno, di agire o meno al suo interno. L’immaginario poetico della povertà indagato nella prima parte permette di comprendere il discorso teorico e prasseologico intorno alla formula “dare voce”, che si risemantizza nel secondo dopoguerra, mettendo in gioco il concetto di minorità nonché le questioni della visibilità e della vulnerabilità legate alla costruzione del soggetto povero nella pratica narrativa. L’affondo teorico sul “dare voce” che apre la seconda parte del lavoro getta una luce inedita sul momento in cui la letteratura si è addentrata nel terreno della sociologia in uno scambio fecondo, avvenuto nel sud Italia nell’immediato dopoguerra, consentendo di esaminare i metodi pratici e linguistici di trascrizione delle voci dei “testimoni inclassificabili” (secondo la definizione di Pasolini), le forme di narrazione mediata e di auto-narrazione. L’analisi si concentra in particolare sul lavoro di Rocco Scotellaro, Carlo Levi, Danilo Montaldi e Franco Alasia; di Danilo Dolci e Cesare Zavattini (dei quali si forniscono in Appendice i materiali di lavoro inediti per un film intitolato La violenza); e infine sulle opere di Francesco De Gaetano, Pietro Ghizzardi, Vincenzo Rabito, Pasquale Sciortino nonché degli autori e delle autrici delle Autobiografie della leggera. Il loro linguaggio è inoltre esaminato in rapporto al concetto di ritmo, a partire dalle riflessioni di Amelia Rosselli e Pier Paolo Pasolini.
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Sonia Tempestini, Boccaccio copista, editore ed interprete della "Commedia" (2012-2018)
Durata del progetto: 2012-2018
Relatore: Corrado Bologna
Progetto: Boccaccio copista, editore ed interprete della Commedia
Il progetto di ricerca ha come obiettivo lo studio dei tre codici di mano di Giovanni Boccaccio che presentano la trascrizione della Divina Commedia. Essi sono: Toledo, Archivo y Biblioteca Capitulares, Zelada 104, 6; Firenze, Biblioteca Riccardiana, 1035; Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Chig. L VI 213. Il progetto muove dalla realizzazione preliminare di una trascrizione diplomatico-interpretativa completa delle opere prese in considerazione. Sulla base dei dati raccolti durante le prime tappe della ricerca, per ora limitata all'Inferno, ho avviato un confronto analitico di tutte le varianti dei tre manoscritti. I dati relativi hanno dimostrato anzitutto un numero piuttosto cospicuo di varianti evidenziando inoltre una frattura tra il codice Toledano e la coppia Riccardiano-Chigiano. A partire da quanto emerso si prevede il completamento della trascrizione e disamina delle due cantiche della Commedia finora non studiate (Purgatorio e Paradiso) cui fa seguito la collazione delle varianti. Il progetto si orienta dunque verso due obiettivi fondamentali:
La determinazione del rapporto tra antica e nuova Vulgata, da realizzare muovendo dallo studio sistematico dei codici alla base della “frattura di sistema”.
Una riflessione complessiva sui “comportamenti editoriali” del Boccaccio che confronti la disanima del livello ecdotico e filologico-testuale valutato per le tre copie della Commedia con i risultati di un'indagine sul resto della sua attività di copista.
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Sofia Adami, Filosofia ed esoterismo in Furio Jesi – Co-tutela (Università di Trento - USI; 2016-2020)
Durata del progetto: 2016-2020
Relatori: Massimo Giuliani, Giacomo Jori
Progetto: Filosofia ed esoterismo in Furio Jesi
Il progetto prende in esame la produzione filosofica di Furio Jesi, in particolar modo gli scritti dei primi anni '70. Da Mitologie intorno all'illuminismo (1972) a Esoterismo e linguaggio mitologico (1975), passando per le monografie su Kierkegaard (1972), Rousseau (1973) e Pascal (1974), Jesi delinea una filosofia che, non diversamente dalla poesia, è «solitario accesso alla collettività dell'essere» e del mistero: partecipazione di «tutti gli uomini» al privilegio del «segreto» in cui consiste il sapere.