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Il grande storico dell'arte Jacob Burckhardt ha riconosciuto nella «civiltà italiana» la «realizzazione del compiuto valore intrinseco dell’uomo». A questa universalità, nella pienezza di una formazione che nell'idea di civiltà coniuga lingua, letteratura, arte e musica, si richiama l'Istituto di studi italiani.
Fin dalla sua fondazione, nel 2007, l'Istituto ha scommesso sull'ospitalità di una parola che sa offrirsi nella sua concreta sostanza e dimensione storica ma anche attraversare i territori dell'interdisciplinarità: una dimora aperta, pronta all'accoglienza.


«Così di grado in grado si procede»
Dante, Par. XXVIII, 114

Nata da una suggestione derivata dalla visione dei mosaici paleocristiani di Ravenna, Ad Parnassum rappresenta la sintesi ideale del concetto di civiltà che l’Istituto di studi italiani ha posto come suo fondamento, e del dialogo tra le arti che ne è diretto corollario. Se il titolo del dipinto rimanda esplicitamente al Monte Parnaso, traguardo che la poesia di ogni tempo ha cercato di raggiungere, attraverso di esso il suo autore, violinista, ha pure voluto alludere al trattato di polifonia settecentesco di Johann Joseph Fux, Gradus ad Parnassum. Policromia delle tessere del dipinto, che iridano come scaglie di un pesce guizzante; polifonia di una struttura ritmata da discontinuità – i tre angoli che orientano lo sguardo non solo verso l’alto ma anche verso il basso e a sinistra, la centralità della porta alla base del monte –; pluralità di voci che legano il presente al passato, e si protendono alla ricerca di futuro. 

Studiare lingua, letteratura e civiltà italiana

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